Non ho avuto tempo di elaborare, di leggere, di scrivere in queste settimane, c'era solo il tentativo urgente e maldestro di mettere in sicurezza chi sta lavorando. Improvvisamente lottare a distanza, senza assemblee, senza scambiarsi strette di mano
Le uniche incognite sono i tempi e il modo. In modo doloroso o indolore. Già vediamo gli effetti di una uscita dolorosa. Un'uscita indolore non viene presa in considerazione. Ma il compito di un autore è prefigurare una civiltà diversa
Questi giorni molto difficili, questi giorni in cui vediamo persone ammalarsi, morire, forse, mi dico, potrebbero anche darci questo: tentare di cambiare. Cambiare anche una piccolissima cosa, solo un piccolo gesto
Vivo da pensionato. Lavoro in casa da anni. Ho pochi contatti col prossimo. Non do lezioni né nelle scuole né all'università. Ma quel che nasce da un'imposizione si vive diversamente da quanto si decide in maniera autonoma
Gli altri sono tutto ciò che sta prima della storia. La nostra normalità, la ritualità del nostro stare in vita. Ma dall’isolamento di questi giorni possono emergere metafore, illusioni, comprensioni e spiritelli, spifferi inediti
La cosa più bella è stata la riscoperta della nostra reciprocità, del legame sociale, la ricerca disperata di parlarci, salutarci. Ho sentito tutti più vicini. Ma il virus mostra la debolezza delle società che abbiamo creato
Il silenzio che ultimamente avvertiamo, o meglio questo rumore bianco in cui di tanto in tanto si affacciano versi di uccelli e isolate voci umane che balbettano qualcosa, e che tentiamo di coprire con parole inadatte, ci accompagnerà ancora a lungo
Quando abbiamo rinviato la fiera dell’editoria indipendente, prevista a Milano, ho provato dispiacere per il lavoro sfumato, fatto insieme a centinaia di editori e autori, e per avere fatto qualcosa di buono che non può essere condiviso col pubblico
Ho tanti amici e figli di amici che lavorano nella sanità lombarda. Quasi tutti gli altri sono lavoratori autonomi che non hanno idea di come tenersi materialmente a galla. Mi rasserena solo il rigore del metodo scientifico
Sperimento su di me una piccola teoria, ovvero che la condizione migliore per guardare il mondo sia avere una febbriciattola, 36.9, al massimo 37.2, non di più. È la soglia per cui possiamo togliere il velo appoggiato sulle cose, pur continuando a mentire
Stiamo provando sulla nostra pelle quello che molti uomini e donne del Sud globale provano quotidianamente. Scopriamo come sarebbe brutto vivere nel mondo sognato dai sovranisti, sigillato, chiuso, dove l'assenza della relazione umana è l'imperativo
Adesso la mia preoccupazione è per l’intero comparto, che sembra accusare la crisi da pandemia più di altri, ma più in generale per tutti coloro che rischiano il lavoro, nell’editoria come altrove. Cerchiamo di reggere il colpo
Abbiamo chiesto a un gruppo di autori di raccontarci come è cambiata la loro vita nei giorni dell'epidemia. Francesco Pecoraro: "Come tutti, mi domando se e quando questa strana vicenda collettiva finirà. E se, vista la mia età, ne uscirò vivo"
Abbiamo chiesto a un gruppo di autori di raccontarci come è cambiata la loro vita nei giorni dell'epidemia. Alessandra Sarchi: “Una lezione per noi tardivi figli di un Novecento che ci ha nutriti di individualismo e cinica relatività”
Abbiamo chiesto a un gruppo di autori di raccontarci come è cambiata la loro vita nei giorni dell'epidemia. Il contributo di Gianni Biondillo: "Senti come una ferita, un vuoto. Ti senti sbilanciato, asimmetrico"
Abbiamo chiesto a un gruppo di autori di raccontarci come è cambiata la loro vita (e la nostra) nei giorni dell'epidemia. Il contributo di Lisa Ginzburg. "Un occhio puntato fisso all’Italia, l’altro alla vita, occhio vigile sulla mia e quella di chi amo"
Abbiamo chiesto a un gruppo di scrittrici e scrittori di raccontarci come è cambiata la loro vita (e la nostra). Ogni giorno pubblicheremo un contributo. Forse, alla fine di questo piccolo viaggio, scopriremo di essere meno soli
Abbiamo chiesto a un gruppo di autori di raccontarci come è cambiata la loro vita (e la nostra) nei giorni dell'epidemia. Pubblichiamo il contributo di Francesco Targhetta