Il 3 maggio del 2005 la Corte di Cassazione di Roma assolve definitivamente Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni. La beffa: ai parenti delle vittime vengono addebitate le spese processuali
Alle 16 e 37 di quel venerdì un ordigno esplode nel salone centrale della Banca nazionale dell'agricoltura di Milano: muoiono 17 persone, 89 rimangono ferite. I responsabili sono i neofascisti di Ordine Nuovo
Ferroviere, partigiano, anarchico, Pinelli era nato a Milano il 21 ottobre 1928. Morì quarantuno anni più tardi precipitando da una finestra della questura. Era stato fermato e illegalmente trattenuto per la strage di Piazza Fontana. Era innocente e morì nelle mani dello Stato
Alle 16 e 37 di quel venerdì un ordigno esplode nel salone centrale della Banca nazionale dell’agricoltura di Milano: muoiono 17 persone, 89 rimangono ferite. I responsabili sono i neofascisti di Ordine Nuovo
L'assoluzione definitiva per gli ultimi indagati di Ordine Nuovo arriva a trentasei anni dall'attentato alla Banca nazionale dell'Agricoltura. 17 persone morte restano senza giustizia. I familiari costretti, in un'ultima beffa, a pagare anche le spese processuali
Nel 1969 un ferroviere anarchico viene arrestato e ingiustamente trattenuto in questura dopo la strage alla Banca nazionale dell'Agricoltura. Improvvisamente nella notte tra il 15 e il 16 dicembre precipita da una finestra dell'edificio milanese. Proveranno a chiamarlo suicidio, ma è la morte di un innocente
Con la strage di Milano iniziò la reazione alla domanda di avanzamento espressa dal ’68 e dal movimento operaio. I sindacati presero in carico la difesa dello Stato democratico e della Costituzione repubblicana, e divennero centrali nella lotta al terrorismo
In un pomeriggio qualunque, un paio di settimane prima del Natale, una bomba devasta la Banca nazionale dell'agricoltura a Milano. Con un carico di 17 morti e quasi novanta feriti, la mano del terrorismo neofascista scuote il Paese
Quando ormai il 1969 volge al termine l'autunno caldo ottiene la sua vittoria più grande: l'ingresso dalla Costituzione nelle fabbriche. Il Senato approva la legge in prima lettura l'11 dicembre. Il giorno dopo a Milano la strage di Piazza Fontana
Il 27 ottobre 1975 il giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio archivia le denunce di Licia Rognini Pinelli escludendo sia il suicidio che l’omicidio del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli e motivando la morte come un “malore attivo”. Tutti gli indiziati saranno prosciolti
Esattamente quarant'anni fa il giornalista scriveva un articolo poi ritrattato in cui avallava la tesi del suicidio del ferroviere Giuseppe Pinelli e della matrice anarchica della strage di Piazza Fontana. Un falso. Prima c'era stata la vicenda della sposa-bambina, l'attacco alla giornalista Tina Merlin, sempre la sua tensione autoritaria e razzista, fino al messaggio di solidarietà nei confronti del nazista Priebke
Le parole del segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Le responsabilità storiche non si possono nascondere, come le motivazioni di quella sanguinosa strategia fascista: attaccare la nostra democrazia e screditare il movimento dei lavoratori”
Cinquant'anni fa la strage di Piazza Fontana. Il lutto, i depistaggi, il caso Pinelli e la reazione democratica nell'intervista a Carlo Smuraglia, presidente emerito dell'Anpi. A cura di Martina Toti
Landini partecipa alle iniziative nell'anniversario della strage. Quel giorno iniziò la lunga stagione della strategia della tensione e finirono Sessantotto e Autunno caldo. Sette processi e tre inchieste non hanno portato a nessuna responsabilità
Il 12 dicembre 1969 a Piazza Fontana la madre di tutte le stragi. Il presidente del Comitato Permanente antifascista Roberto Cenati ricostruisce la storia dei mesi precedenti, di quei giorni infernali fino ad arrivare a oggi. A cura di Martina Toti
Un libro Ediesse di Antonio Damiani e Maurizio Framba della Fisac Cgil, con la prefazione di Luciana Castellina, che racconta da un particolare punto di osservazione un evento fondamentale della storia del nostro Paese. A cura di Emiliano Sbaraglia
Cinquant’anni da una vicenda che, guardandoci intorno, si può ben dire appartenga ormai a un’altra epoca storica. Fatti ampiamente indagati, sui quali vale comunque la pena tornare a riflettere per riprendere questioni rimaste aperte