Il 19 luglio 1992 il terribile attentato. Il giudice sapeva di rischiare la propria vita: “È necessario che lo faccia, e che lo facciano altri assieme a me"
Nel capoluogo siciliano il corteo di resistenza popolare organizzato dal Coordinamento 19 luglio a 31 anni dall'attentato contro Borsellino e la sua scorta
Dal governo arrivano segnali preoccupanti. Miceli, Cgil: “Sembra si affacci l’idea che per lo sviluppo del Paese occorra allentare i bulloni della legalità”
Sono le 16 e 58 del 19 luglio 1992 quando una Fiat 126 imbottita di tritolo, parcheggiata sotto l’abitazione della madre di Paolo Borsellino, a Palermo, detona uccidendo il giudice e cinque agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina
La prima grandissima risposta arrivò il giorno dei funerali. Il 25 maggio 1992 fu sciopero in tutt'Italia, e per otto ore in Sicilia. Poi, mentre la mafia preparava l'attentato contro Paolo Borsellino, migliaia di manifestanti riempivano Palermo. Non sapevano che poche settimane dopo avrebbero pianto un altro magistrato e la sua scorta ma erano decisi a lottare per la giustizia e la legalità. Una lotta che non è mai terminata
Alle 16 e 58 del 19 luglio 1992 una Fiat 126 imbottita di tritolo esplode uccidendo il giudice e cinque agenti della scorta. Pochi giorni prima aveva ricordato in un bellissimo discorso il suo collega, Giovanni Falcone. Per noi sono ancora vivi
Palermo 1992. Una bomba uccide il giudice e cinque agenti della scorta. Sono trascorsi solo 57 giorni dalla strage di Capaci e dall'omicidio di Giovanni Falcone
Campo: "Continuiamo sul solco di quei valori di giustizia sociale, democrazia e legalità per i quali sono morti i magistrati Falcone, Borsellino, Francesca Morvillo e i poliziotti delle loro scorte e lo facciamo con le battaglie per il lavoro e i diritti"
Un libro del regista teatrale Ruggero Cappuccio ricostruisce l'esistenza e il grande lavoro del magistrato italiano. Ne parliamo con l'autore. A cura di Emiliano Sbaraglia
Bulat Šalvovič Okudžava, padre dei cantautori russi, con la sua vita e la sua opera riuscì a riflettere la storia complessa e aggrovigliata dell’Urss post-staliniana. Un nuovo disco riesce nell’impresa di restituire la magia e l’incanto di quei brani
26 anni dopo la strage di via d’Amelio, il ricordo del magistrato e della sua scorta si unisce ancora una volta alla richiesta di verità e giustizia. Interviene Dino Paternostro, Cgil Palermo. A cura di Martina Toti
Il 19 luglio 1992 a Palermo venivano uccisi Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. La testimonianza di un insegnante su Rassegna del 3 agosto successivo: “Ha seminato certezze in questa terra di Sicilia. Siamo stanchi, sì, ma non sconfitti”
Con Daniela Lo Verde, preside Scuola G. Falcone Palermo; Fabiola Giacone, Associazione Bayty Baytik; Antonella Saverino, professoressa; Alessia Gatto, Cdl Palermo; Serena Feltre, Fondazione L'albero della vita
"Aziende sequestrate alle mafie. Ricollochiamole nell'economia legale", questo il titolo del convegno. Per il segretario confederale Cgil Massafra, il magistrato "aveva compreso che per contrastare le mafie serve suscitare un movimento culturale e morale"
Nel solco di questo insegnamento si sviluppa il nostro impegno. Un impegno che non vuole essere solo memoria, testimonianza tangibile del passato, ma speranza concreta di futuro. La battaglia per la legalità deve essere innanzitutto morale e culturale