Il 10 marzo sono settant'anni dall'assassinio. Gli studenti e le maestre saranno nella piazza del municipio a recitare le poesie dedicate a lui, perché il sindacalista ucciso dalla mafia a 34 anni è ormai entrato nel cuore e nel ricordo. La sua storia
Tra famiglia di sangue e famiglia di cosca, è sicuro che “i corleonesi” il loro ruolo vorranno continuare ad averlo. Allora il problema non è dove seppellire il boss, quanto piuttosto come rafforzare l'antimafia sociale che può sconfiggere il malaffare
Vendetta no, estremo rigore sì. Questo sostengono in tanti, a cominciare dall’arcivescovo di Monreale Pennisi. Altro che invito a isolare i giornalisti. Da isolare qui, se vogliamo davvero la rinascita della città, ci sono solo i mafiosi e i loro complici
Il bambino (appena 12 anni) fu ucciso da Michele Navarra, capo dell’omonima cosca familiare, perché aveva visto gli assassini di Placido Rizzotto. Sepolto nella nuda terra, dopo alcuni anni i suoi resti furono raccolti e depositati nell’ossario comunale
Una serie di attentati (l’ultimo l’11 gennaio) riporta indietro di decenni il Comune in provincia di Palermo, il 12 agosto sciolto con decreto del presidente della Repubblica, che aveva cercato con enormi sforzi di scrollarsi di dosso un’inquietante fama
La colpa gravissima di Pino Maniaci, magari penalmente non rilevabile, è quella di aver tradito la fiducia di tanti giovani che credevano in lui. Le iniziative della Camera del lavoro di Palermo per ricordare i capi contadini assassinati da Cosa nostra
La piazza per commemorare Rizzotto alla Cgil non era stata negata nemmeno negli anni cinquanta, “imperando” don Michele Navarra. I volti puliti dei bambini della scuola elementare, che ieri hanno voluto ricordare lo stesso il capolega trucidato nel 1948
Ideale passaggio di testimone tra la “vecchia” e la “nuova” guida della Cgil territoriale. “Un onore per me aver ricevuto lo stesso incarico che fu di Placido Rizzotto – dice il neosegretario Lo Sciuto –, cercherò con tutte le forze di esserne degno”
Il 24 aprile l’anteprima nazionale del film “Per quel soffio di libertà”, dedicato a Bernardino Verro, leader contadino ucciso dalla mafia il 3 novembre 1915. Un omaggio, ma anche un pretesto per parlare di lavoro e legalità DI DINO PATERNOSTRO