Viviamo in una società ancora fortemente condizionata da stereotipi e pregiudizi: il racconto delle Olimpiadi sui giornali ne è la prova 

Per Media Freedom negli ultimi due anni è aumentato il controllo governativo sui mezzi d’informazione “nel tentativo di mettere a tacere le voci critiche”

Per il sindacato dei giornalisti è “un episodio gravissimo, indegno di un paese democratico e preoccupante su cui deve essere fatta immediata chiarezza”

Il concorso, promosso dalla testata Strisciarossa per ricordare il giornalista, è rivolto a inchieste, saggi, opere letterarie sul tema del lavoro, a lui caro

Antifascista, partigiana, comunista, la giornalista Miriam Mafai nasceva il 2 febbraio 1926

Il 22 novembre del 2008 moriva a Roma il giornalista, politico e conduttore televisivo Sandro Curzi

Il giornalista moriva esattamente 15 anni fa, il 6 novembre del 2007 a Milano. La sua salma (esposta per due giorni nella camera ardente dell’ospedale milanese dov’era stato ricoverato e qui visitata da centinaia di personalità e semplici cittadini), sarà tumulata, accanto a quella della moglie, nel cimitero di Lizzano in Belvedere, a Pianaccio. Sulla giacca il distintivo dei partigiani di Giustizia e Libertà, nell’aria il canto di Bella ciao.

Torna la seconda edizione del premio giornalistico promosso da Cgil Cisl e Uil del Lazio. In concorso articoli, video e format web

Il 23 settembre 1985 la camorra uccide a Napoli Giancarlo Siani, ventisei anni compiuti da poco. Tra il 1979 ed il 1985 Siani aveva pubblicato 651 articoli, molti dei quali su fatti di criminalità organizzata

Il 20 marzo di ventotto anni fa l'omicidio della giornalista e del cineoperatore Rai a Mogadiscio. Un commando armato freddò Alpi e Hrovatin, ma quel duplice omicidio resta tuttora senza colpevoli né giustizia

Antifascista, partigiana, comunista, la giornalista Miriam Mafai nasceva il 2 febbraio 1926

"Ci sono due categorie di uomini a me più care - diceva il giornalista - gli operai e i partigiani". Quando muore, nel 2007, ha appuntato sul petto il distintivo di Giustizia e libertà. Nell'aria risuona Bella Ciao. È una delle cose a lui più care: la memoria della Resistenza della quale aveva fatto parte. Era stato lui ad annunciare la liberazione di Bologna. Da quando era ragazzo fino all'ultimo giorno è stato la voce della libertà

A soli 26 anni, giornalista precario, aveva già pubblicato quasi 700 articoli quando la camorra lo condannò a morte dopo la pubblicazione di un pezzo in cui aveva rivelato che l’arresto del capoclan di Torre Annunziata, Valentino Gionta, era avvenuto in seguito a una soffiata partita dal clan Nuvoletta

Quando il giornalista muore, nel 2007, ha appuntato sul petto il distintivo di Giustizia e libertà. Nell'aria risuona Bella Ciao. È una delle cose a lui più care: la memoria della Resistenza della quale aveva fatto parte. Era stato lui ad annunciare la liberazione di Bologna. Da quando era ragazzo fino all'ultimo giorno è stato la voce della libertà

Il 23 settembre 1985 la camorra uccide a Napoli un ragazzo di soli ventisei anni. Aveva pubblicato oltre seicento articoli molti di inchiesta sulla criminalità organizzata

Quando pensò a quel giornale il leader del Pci lo immaginò operaio, contadino e di sinistra, un organo che tenesse insieme, come una Repubblica federale, tutte le anime del lavoro. Oggi dopo aver rischiato la messa all'asta quel quotidiano non esiste più

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’Assemblea dei collaboratori del quotidiano romano. Al via tre giorni di astensione dal lavoro

La partecipazione dei territori sta contribuendo a una narrazione privilegiata e tutta nostra dell’emergenza. Quando sarà finita, ci basterà sapere che saremo stati uno “strumento” utile. E l’impennata di accessi degli ultimi giorni ci lascia ben sperare

Una giornalista pagata 1 euro a pezzo. La sua battaglia appoggiata da Fnsi e Cgil nazionale. Parla la protagonista, Paola Marras: "Ho denunciato perché siamo in migliaia imprigionati in questa condizione". Giuseppe Giulietti: "Una situazione vergognosa"

I dati del nuovo rapporto dell'Osservatorio Agcom sono sconfortanti: mancano le tutele retributive, esplode il precariato, aumentano le minacce. La componente femminile resta marginale nei luoghi decisionali e nei posti di potere