Siamo al picco dell'estate. È particolarmente importante rispettare i lavoratori. Continua la campagna della Filcams #TurismoSottoSopra, per ridare valore a un lavoro stagionale e precario, afflitto da condizioni difficili e non più tollerabili
"Mettiamo il turismo sottosopra", è il titolo della campagna estiva per tutelare gli addetti del settore. Bisogna rovesciare la situazione e rimettere al centro il lavoro, per ottenere un nuovo modello all'insegna dell'occupazione dignitosa
Nella pandemia i lavoratori del turismo sono stati tra i più colpiti. Oggi il 70% dell'occupazione è irregolare, dilaga il precariato e il tempo parziale. Adesso i viaggi sono ripartiti, è una grande opportunità per tutti: ma serve subito un cambio di rotta
Parte la campagna informativa della Filcams rivolta ai lavoratori e lavoratrici del turismo in vista dell'estate. Non è vero che manca personale. L'impiego è irregolare e precario, senza diritti e tutele, sempre a rischio licenziamento: "Cambiare subito modello, per un settore sostenibile e responsabile"
Il settore è ripartito, le visite sono tornate. La stagione estiva ha ripreso quota, ma le difficoltà dei lavoratori sono sempre le stesse: ecco le loro storie
Un quadro sconfortante dai controlli effettuati nel mese di agosto: su oltre 200 aziende il 70% è risultato irregolare, il 30% è stato chiuso. Tra lavoratori in nero, violazioni in busta paga, nessuna sicurezza. Filcams: "Non può essere questo il turismo post-pandemia. Servono misure straordinarie, il governo faccia la sua parte"
La condizione dei lavoratori del settore diventa particolarmente importante, adesso, nel pieno dell'estate. Per Gabrielli, Filcams, è necessario raggiungere una situazione di destagionalizzazione: bisogna creare opportunità che vadano oltre i tre mesi. Decisivo sarà l'impiego delle risorse nel Pnrr
In un video le vicissitudini dell’estate post Covid, tra un futuro sempre più incerto e la voglia di riprendersi in fretta. Per la Filcams Cgil la parola d'ordine è "resistiamo". E una storia a lieto fine, accaduta a metà tra Bologna e Catania, lascia un filo di speranza