Dalle pagine di Repubblica, il segretario generale della Cgil lancia l’allarme per l’autunno: crisi aziendali, salari bassi, precarietà, tessuto sociale disgregato
Re David (Fiom) a RadioArticolo1: ex Ilva, Whirlpool, Jabil, il problema è sempre lo stesso. Manca un'idea di politica industriale e siamo in balìa delle multinazionali, che decidono cosa fare e non fare variando le proprie strategie in senso geopolitico
All'incertezza per le tante crisi aziendali si aggiunge un dato certo: calano gli occupati e cresce la cassa integrazione. In difficoltà il mercato interno e debole l'export: serve una cura immediata. Con Riccardo Sanna, Cgil. A cura di Roberta Lisi
Le attività e le funzioni del soggetto pubblico chiamato ad aiutare le imprese in difficoltà risentono troppo spesso delle logiche politiche. Il rischio è che venga meno la necessità di attribuirgli un ruolo
140 mila i metalmeccanici coinvolti da situazioni di crisi nei comparti di elettrodomestici, siderurgia, Ict e telecomunicazioni, elettronica, automotive, con oltre 80 mila addetti interessati dalla cigs. In totale, 144 i tavoli di crisi aziendale aperti
Sindacati e Confindustria firmano la proposta comune. Due i modelli: ricollocazione in presenza di esuberi e, nei casi in cui esistono possibilità di rilancio, correttivi agli ammortizzatori sociali. Camusso: ora il governo metta a disposizione le risorse
Nel 2015 i licenziamenti sono stati 5.773, i maggiori esuberi si registrano a Bergamo e Milano. Rota (Fiom): "In atto una diminuzione della struttura industriale e della base occupazionale, governo e Regione devono intervenire con più decisione"