Il 4 giugno 1944 il sindacalista viene trucidato dai fascisti. Di Vittorio: "Nessun lavoratore potrebbe ricordare il suo martirio senza sentirne un profondo dolore"

Fermato il 13 aprile 1944, il sindacalista, già segretario generale della Fiom e della Cgdl ed ex deputato socialista, finirà trucidato dai nazisti alle porte di Roma poche settimane più tardi

Prima segretario dei metalmeccanici poi della C.G.d.L., il sindacalista nasceva a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, il 31 gennaio 1881. Divenne un martire dell'antifascismo, trucidato nel 1944 alle porte di Roma

A pochi giorni dal rovesciamento di Benito Mussolini, il 30 luglio del 1943, il sindacalista viene scarcerato. Metallurgico, partigiano, socialista artefice di alcune storiche conquiste del movimento operaio verrà catturato di nuovo il 13 aprile 1944 dai nazifascisti e poi trucidato poco meno di due mesi più tardi. Morto per la libertà di tutti.

Il 13 aprile 1944 Buozzi viene fermato per accertamenti dai fascisti. Socialista, sindacalista, uno dei protagonisti della Resistenza operaia finirà nel carcere di via Tasso a Roma per settimane. Vent'anni dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti e a poche ore ormai dalla Liberazione della Capitale verrà trucidato insieme ad altri prigionieri il 3 giugno. "La libertà - diceva - è una condizione necessaria per qualsiasi elevazione delle masse, in questo consiste il bene supremo; un bene, però, da conquistare e difendere ogni giorno”

"Nessun lavoratore italiano che abbia conosciuto Bruno Buozzi potrebbe ricordare il suo martirio senza sentirne un profondo dolore." Così Giuseppe Di Vittorio ricordava il compagno e amico Bruno Buozzi, sindacalista, socialista e antifascista. Era trascorso un anno da quando i nazisti delle SS lo avevano trucidato assieme ad altre tredici persone. Buozzi, prima segretario dei metalmeccanici poi della C.G.d.L., nasceva a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, il 31 gennaio 1881

Il 2 settembre 1943 il sindacalista socialista firma con gli industriali un accordo interconfederale per il ripristino delle Commissioni interne. Viene reintrodotto nel campo delle relazioni industriali l’organo di rappresentanza unitaria di tutti i lavoratori, impiegati e operai nelle aziende con almeno 20 dipendenti. Anni prima il fondatore del Pci aveva scritto che quelle commissioni: "Sviluppate ed arricchite, dovranno essere domani gli organi di potere proletario che sostituisce il capitalista in tutte le sue funzioni utili di direzione e di amministrazione"

A pochi giorni dal rovesciamento di Benito Mussolini, il 30 luglio del 1943, il sindacalista viene scarcerato

Arrestato ad aprile il sindacalista è stato condotto nel carcere di via Tasso, gli americani sono ormai prossimi a liberare Roma, quando il primo giugno, i nazisti includono il suo nome nell'elenco dei prigionieri da evacuare. Così sarà, caricato su un camion delle SS, verrà condotto alle porte della capitale e trucidato assieme ad altre 13 persone

Vent'anni dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti e a poche settimane dalla Liberazione della Capitale il sindacalista viene fermato dai fascisti. Finirà trucidato insieme ad altri prigionieri il 3 giugno del 1944

Antifascisti, uno socialista, uno comunista, i due dirigenti sindacali non si rassegnano allo scioglimento della Cgdl durante gli anni del regime e dopo aver guidato due confederazioni clandestine con visioni politiche diverse decidono di unire le forze: il 15 marzo 1936 a Parigi riuniscono la confederazione

Il 31 gennaio 1881 nasceva il sindacalista che avrebbe fatto della Resistenza al fascismo e dell'emancipazione della classe lavoratrice la propria ragione di vita, una vita stroncata dalle SS il 4 giugno 1944

Il 2 ottobre 1925 il partito di Benito Mussolini e Confindustria siglano un accordo per riconoscersi reciprocamente quali unici rappresentanti di capitale e lavoro abolendo le Commissioni interne. Dirà Bruno Buozzi: "L’esperienza fascista, soprattutto in campo operaio, costituisce un'ingiustizia atroce, un passo all’indietro, la perdita di anni preziosi"

Sono trascorsi pochi giorni dal rovesciamento di Mussolini. Il 30 luglio 1943 il sindacalista viene scarcerato

Settantasei anni fa veniva siglato il patto di Roma. Frutto di un compromesso tra comunisti, socialisti e democristiani, nato dal dialogo tra Buozzi e Di Vittorio. Il primo, ucciso dai nazisti, non vedrà mai realizzato il suo progetto che costruì la democrazia

Il 4 giugno 1944 il dirigente della Cgdl ed ex deputato socialista viene trucidato a Roma, sembra per ordine del capitano delle SS Erich Priebke. A un anno dall’accaduto, Di Vittorio ricorda sul “Lavoro” il suo compagno e amico

Il 4 giugno 1944 il dirigente della Cgdl ed ex deputato socialista viene trucidato a Roma, sembra per ordine del capitano delle SS Erich Priebke. A un anno dall’accaduto, Di Vittorio ricorda sul “Lavoro” il suo compagno e amico DI ILARIA ROMEO