Il padre riesce a trovare le tombe dei sette ragazzi, uccisi per rappresegaglia, quasi due anni dopo. Finalmente si svolgono i funerali. Il loro sacrificio è uno dei più grandi episodi dell'antifascismo, da non dimenticare mai
È nella notte tra il 24 e il 25 novembre 1943 che i sette fratelli Cervi e il padre Alcide vengono arrestati e imprigionati nel carcere politico dei Servi a Reggio Emilia. Partigiani, resistenti, all'indomani delle dimissioni di Mussolini da capo del governo, nel luglio precedente, avevano festeggiato offrendo a tutto il paese di Gattatico un pranzo a base di pastasciutta. Fu una delle loro "colpe". Verranno fucilati il 28 dicembre di quello stesso anno. Solo il papà verrà rilasciato. Da allora la loro memoria è uno dei semi della nostra storia democratica e antifascista
“Dopo un raccolto ne viene un altro - diceva papà Alcide il giorno dei funerali dei suoi sette figli. Era il 25 ottobre del 1945, quasi due anni dopo la loro morte: "Bisogna andare avanti (…) I miei figli hanno sempre saputo che c’era da morire per quello che facevano e l’hanno continuato a fare, come anche il sole fa l’arco suo e non si ferma davanti alla notte. Così lo sapevano i tanti partigiani morti, e non si sono fermati davanti alla morte"
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1970 muore all’ospedale di San Ilario il papà dei sette fratelli Cervi, antifascista come loro, catturato dai fascisti come loro, sopravvisse allo sterminio dei suoi figli per diventare un simbolo dell'Italia democratica
La notizia dell’arresto di Benito Mussolini e della formazione del governo Badoglio il 25 luglio 1943 viene accolta in tutt’Italia con manifestazioni di giubilo. Il Paese scende in piazza divellendo i simboli del vecchio regime ed inneggiando alla democrazia e alla pace. Il giorno successivo all’arresto da Casa Cervi parte uno degli eventi spontanei più originali
Venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 luglio i pensionati dello Spi Cgil ricordano il sacrificio dei fratelli Cervi, che il 25 luglio 1943 offrirono in piazza un gustoso piatto di spaghetti per celebrare la caduta del nazifascismo, per poi essere presi, torturati e uccisi
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1970 si spegne un uomo divenuto simbolo della Resistenza. Contadino e partigiano, sopravvissuto alla prigione e allo sterminio dei suoi sette figli, aveva speso l'intera esistenza a lottare perché il loro sacrificio non fosse vano
È il 28 dicembre 1943, dopo più di un mese di prigionia e tortura, i fascisti fucilano i sette figli di Alcide Cervi. Una famiglia contadina e antifascista che vive, lavora e resiste nelle campagne emiliane di Gattatico
All'indomani della caduta del regime, l'Italia festeggia. A Campegine la famiglia Cervi organizza la prima pasta antifascista. Sette figli, sette fratelli che, pochi mesi dopo, avrebbero pagato quel gesto con la fucilazione