“Quest’ultimo è stato un anno tragico”. Così Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio e già ministro per l'Integrazione, sul palco del XIX Congresso della Cgil, constatando che ogni speranza di pace in Ucraina è andata svanendo, perché “tutto il discorso è stato lasciato alle armi”.
Più del 20% del popolo ucraino è esule, più del 25% ha lasciato le proprie case, afferma Riccardi e le parole che seguono sono dure: “Quale è il nostro impegno? Rifornirla di armi? Gli aiuti umanitari sono calati e così lo spazio di accoglienza profughi. Quale investimento è stato fatto sulla diplomazia? Questa non è guerra che ha come obiettivo la pace, ma la sua prosecuzione. Serve una svolta”.
Un rischio altissimo
L’ex ministro avverte che “stiamo giocando col fuoco” e continua a individuare le responsabilità di una situazione tragica e pericolosa, con un piano di pace cinese rispedito al mittente e un’Europa che non ha voce in capitolo. “Non possiamo controllare tutti gli attori in campo – prosegue -, il rischio è di uscire dal perimetro, è la guerra atomica. Stiamo danzando sull’orlo di un burrone”.
Riccardi chiede a gran voce che si inizino dei veri negoziati e mette in guardia dall’abisso che si sta aprendo tra le forze in campo e il resto del mondo, portando a esempio la sua esperienza in Africa, dove aumenta l’ostilità nei confronti dell’Occidente e, nel contempo, la solidarietà con la Russia.
E poi c'è la preoccupazione di come le nuove generazioni, quelle che i conflitti bellici non li hanno vissuti, percepiscano quanto accade oltre le nostre frontiere: “La guerra è percepita come un videogame. L’indifferenza vince sempre”. E ancora, “sono scomparsi troppi soggetti. Dove sono i partiti, il sindacato, le organizzazioni di base? Riappropriamoci dei tempi della pace”
Le guerre croniche
Nelle parole di Riccardi ci sono anche i conflitti dimenticati, quello siriano, quello israelo-palestinese. “Non è vero che le guerre finiscono con i trattati di pace, si incistano e si eternizzano. Questo è il grande problema ed è perché la politica ha abdicato completamente il suo ruolo nelle questioni internazionali”.
Affari sporchi
Il fondatore di Sant’Egidio ci esorta a non scordare che sulle guerre ci sono guadagni economici e finanziari inimmaginabili e alla forza del denaro la politica continua a non opporsi. Basta vedere gli affari che si fanno sulla ricostruzione delle aree devastate dai conflitti. Per l‘Ucraina “ci sono già i soldi, ma la ricostruzione avviene dopo la sepoltura e un Paese ricostruito, non è la sua resurrezione”.
Riccardi è intervenuto a Rimini dopo il discorso della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha catalizzato l’attenzione dei presenti, circostanza che ha rammaricato il fondatore di Sant’Egidio, il quale però ha ribadito l’appello al sindacato per continuare insieme a ricostruire una cultura della pace, perché “il sindacato ha la capacità di coniugare il tema del lavoro con quello della pace”.