Un medico dell’emergenza, Pino Visone, dirigente medico del Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, e un infermiere della città simbolo della resistenza contro il Covid, Andrea Bettinelli, dell’Asst Bergamo Ovest hanno chiuso l’ultima giornata del congresso della Cgil, poco prima delle conclusioni di Maurizio Landini.
Una scelta non causale, oggi 18 marzo è la giornata in cui si ricordano le vittime della pandemia. Tre anni fa, l’ha sottolineato Bettinelli, nelle nostre case entravano le immagini dei camion dell’esercito che portavano fuori da Bergamo le bare delle vittime della pandemia. Lui era di turno al Pronto Soccorso del suo ospedale. Quelle immagini le ha viste in diretta e poi riviste in tv. “Il Covid ha messo in discussione il diritto alla sopravvivenza di una intera generazione – ha aggiunto l’infermiere bergamasco – ma la colpa non è stata del virus ma delle scelte politiche che nel tempo hanno indebolito il Servizio sanitario”.
Riprende da qui il ragionamento del dottor Visone che in prima linea continua ad esserci nel Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli: “Troppo spesso non riusciamo a garantire il diritto alla vita, compito di chi opera nei servizi di emergenza, e questo inevitabilmente porta alla lacerazione sociale”. Ma perché questo? Perché rispetto a tre anni fa, quando il Ssn già non stava bene e si è visto, la situazione è ulteriormente peggiorata.
Ha ricordato Bettinelli: “tre anni fa eravamo tutti impreparati, operatori sanitari, dirigenti, chi aveva responsabilità politiche. L’impreparazione ha lasciato il posto alla disperazione e alla paura. Ma eravamo comunità, noi tutti operatori sanitari ci siamo ritrovati comunità, ma ci sentivamo e ci sentiamo soli”.
Solitudine e stanchezza ritorna anche nelle parole del dirigente medico napoletano. La verità è che rispetto a tre anni fa, se è possibile, la situazione è peggiorata. Invece di far tesoro del “Campanello d’allarme” fatto suonare dal virus si continua a depotenziare la Sanità, le condizioni di lavoro peggiorano di giorno in giorno e si assiste alla fuga di operatori e operatrici. E l’eccellenza Lombardia fa si che ben 6000 cittadini e cittadine di Bergamo (circa 37mila abitanti) non abbia il medico di base!
“La fuga dal Ssn, alcune forme di violenza contro medici e infermieri non sono la malattia – ha sottolineato Visone – ma sono il sintomo. La malattia è il non riuscire a garantire diritti, quello alla salute dei cittadini e delle cittadine. Quelli dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità”. È la malattia che va aggredita e sconfitta.
Infine, Battinelli ha ricordato che “L’articolo 32 della Costituzione afferma che la Repubblica garantisce il diritto alla salute dei singoli e tutela quello della collettività. La Repubblica non le regioni!”. E già oggi il diritto alla salute non è più ne uguale ne universale. Le parole conclusive di Visone, allora, siano da monito: “se non ci prendiamo cura degli altri, nei pronto soccorso e in generale, non si va da nessuna parte”.