Perché lo sciopero generale in Sardegna? Purtroppo è presto detto: “Abbiamo un tasso di occupazione di almeno 5 punti sotto la media nazionale, una forza lavoro di over 50 e i giovani occupati sono davvero pochi, il 4% sotto i 25 anni”. È il segretario generale della Cgil regionale Fausto Durante a illustrare le ragioni della mobilitazione.
Pochi al lavoro e con retribuzioni più basse della media nazionale. E poi la precarietà, meno del 9% delle nuove assunzioni attivate nel primo semestre del 2024 sono state a tempo indeterminato e per le donne va pure peggio, per loro solo poco più del 7% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato.
Precarietà e lavoro povero, inevitabilmente significa anche pensioni povere. L’Istat certifica che oltre il 20% dei pensionati e delle pensionate riceve un assegno inferiore ai 500 euro al mese e circa il 33% tra 500 e 750 euro.
Infine la sanità, da oltre sette anni l’Isola ha il primato negativo di cittadini e cittadine che rinunciano a curarsi perché il pubblico non riesce a dare risposte. E nella certificazione dei Lea la Sardegna in due aree su tre è addirittura sotto la soglia della sufficienza.
Lo sciopero generale contro la manovra è per il futuro della Sardegna, l’appuntamento è per il 29 novembre alle 9 in piazza Garibaldi a Cagliari e poi in corteo fino a piazza del Carmine per il comizio conclusivo di quella che sarà una bella giornata di lotta.