Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri la bozza del decreto Elezioni, che reintroduce la possibilità di voto per i cittadini fuori sede nei referendum dell'8 e 9 giugno 2025. Il sistema ricalcherà quello già sperimentato alle elezioni europee del 2024 e sarà esteso non solo agli studenti, ma anche ai lavoratori e a chi si trova lontano dal comune di residenza per motivi di cura.

Secondo l'articolo 2 del decreto, i cittadini domiciliati in un comune di una provincia diversa da quella di residenza per almeno tre mesi, comprendenti la data del referendum, potranno esercitare il diritto di voto con modalità specifiche.

Il dibattito sul voto ai fuori sede

Nei mesi scorsi il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, aveva sollevato dubbi sulla fattibilità di questa misura, citando l'assenza di coperture legislative e i risultati poco soddisfacenti della precedente sperimentazione. Tuttavia, le pressioni di opposizioni e comitati hanno portato il governo a confermare questa opportunità per circa 5 milioni di elettori.

Nella relazione allegata al decreto si sottolinea che la misura punta a ridurre l'astensionismo e a rafforzare la rappresentatività democratica, nel rispetto del principio di segretezza e personalità del voto sancito dall’articolo 48 della Costituzione.

Le modalità di voto

Come già accaduto per le europee, sono previsti due scenari:

  • Chi è domiciliato nella stessa circoscrizione elettorale di residenza potrà votare direttamente nel comune in cui si trova.
  • Chi risiede in una circoscrizione diversa dovrà recarsi al seggio speciale istituito nel capoluogo della regione di domicilio.

Come e quando fare domanda

Gli elettori fuori sede potranno richiedere l’ammissione al voto nel comune in cui risiedono temporaneamente, presentando domanda entro il 5 maggio 2025 (35 giorni prima del referendum). Sarà possibile revocare la richiesta fino al 15 maggio.

Successivamente, entro 20 giorni dal voto, il Comune di domicilio dovrà ottenere dal Comune di residenza una certificazione che confermi il diritto di elettorato attivo dell’elettore. Quest’ultimo sarà poi registrato nelle liste elettorali del comune in cui voterà.

Organizzazione dei seggi

Per gestire il voto fuori sede, i Comuni potranno istituire sezioni speciali ogni 800 elettori aggiuntivi. Se il numero è inferiore, i fuori sede saranno distribuiti nelle sezioni ordinarie, con un limite del 10% di aumento rispetto agli iscritti già presenti.

L’obiettivo della norma è garantire un voto accessibile ai fuori sede senza complicare eccessivamente l’organizzazione delle consultazioni.