Da Bologna è partita ufficialmente la campagna referendaria della Cgil che ci accompagnerà fino alle urne con l’obiettivo di spingere alla partecipazione oltre 25 milioni di italiani. Più che una maratona, è un salto in lungo. La suola della scarpa all’ombra delle due torri si è staccata dal suolo, ci vorranno forza di volontà, determinazione, impegno, tecnica, strategia, cuore e tanta resilienza per restare in aria il più possibile e toccare terra nel punto più lontano.

Che sia un salto, una corsa o un viaggio, comunque, quel che è certo è che l’enorme macchina organizzativa della confederazione è partita, pronta a dispiegare gli effetti della sua azione in ogni diramazione territoriale. Il messaggio arrivato dal Paladozza è stato chiaro: sindacalisti, iscritti, militanti, Camere del Lavoro, strutture territoriali e categorie di ogni ordine e grado hanno una priorità: la campagna referendaria. E a distanza di poche ore in ogni angolo d’Italia si darà il via ufficiale. A Pescara lo si è già dato il 14 febbraio, evocando – lo ha detto nelle conclusioni la segretaria nazionale Daniela Barbaresi – la parola “cambiamento” al quale ci porterebbero i cinque sì moltiplicati per oltre 25 milioni di persone.

Referendum, al via la campagna il 17 febbraio a Roma e Palermo, il 18 a Napoli e Firenze

Oggi, 17 febbraio, sarà la volta di Roma, Palermo. Domani, 18 febbraio, Napoli e Firenze. Mercoledì, 19, Brindisi e Lombardia. La Cgil accende i riflettori e punta le luci della ribalta sul lavoro e sui diritti di cittadinanza. Con coraggio e ambizione in quest’epoca dominata da capitalismo estremo, finanza e politiche anti-immigrati. In un Paese governato da una destra legata a filo doppio al trumpismo di rientro in salsa Musk, il quadrato rosso mette in campo una battaglia che va persino oltre gli obiettivi dei quesiti abrogativi e rappresenta, di fatto, la reazione politica più forte e alternativa alla linea di Palazzo Chigi. In questo scenario, quello scelto, “il voto è la nostra rivolta”, sembra molto più che uno slogan, perché il senso profondo di questa lotta, politica, ma pur sempre lotta, è davvero rivoluzionario – sono parole del professor Barbero – dato il contesto.

Come rivoluzionario suona oggi puntare tutto sulla partecipazione, sul raggiungimento del quorum del 50% più uno, in un’epoca in cui le persone, sempre più spesso, disertano il voto e si allontanano dalla politica e dal dibattito pubblico.

Lavoro e cittadinanza, il cambiamento non è più rinviabile

Le parole d’ordine sono “cinque sì per il cambiamento”. Il cambiamento non più rinviabile, sia sul tema del lavoro, sia sul tema della cittadinanza, in un Paese in cui dilaga la precarietà, tre persone ogni giorno muoiono sul lavoro e centinaia di migliaia all’anno sono vittime di infortuni e malattie professionali, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sono sempre più difficili da difendere ed esercitare, agli stranieri che vivono e lavorano da anni in Italia e ai loro figli, italiani a tutti gli effetti, viene imposto un iter lungo e complesso per acquisire la cittadinanza.

Sono tutte istanze di giustizia e buon senso. Per convincere oltre 25 milioni di aventi diritto a farle proprie, a recarsi alle urne e a votare per i quesiti referendari, lo sforzo maggiore è demandato al territorio, all’azione delle Cgil regionali, alle Camere del Lavoro, alla loro funzione di raccordo tra il centro confederale e i cittadini, ai delegati, alla loro funzione di rappresentanza. Per questo nelle prossime ore si svolgeranno assemblee a cascata in ogni città e in ogni luogo di lavoro, a ogni livello, trasformando lavoratori, iscritti e militanti in un pacifico esercito di attivisti che, quasi letteralmente porta a porta, cercheranno di convincere al voto più persone che possono

È un duro lavoro, chi altro potrebbe farlo se non la Cgil, l’ultimo grande soggetto politico-sociale con diramazioni e rappresentanze in tutti gli angoli del Paese e con un patrimonio di fiducia e militanza costruito da oltre un secolo, giorno per giorno, difendendo i lavoratori.

Al lavoro e alla lotta.