Mario Pianta, professore di Politica economica alla Scuola Normale superiore a Firenze e presidente della Società italiana di Economia, è tra coloro che hanno firmato per la proposta dei quattro referendum popolari della Cgil per contrastare la precarietà. Una firma che viene motivata ai nostri microfoni, spiegando che “questi dieci anni dall'approvazione del Jobs act sono anni di arretramento del mondo del lavoro, dei salari reali, dei diritti dei cittadini e dii tagli dello stato sociale”, peggiorando “le traiettorie di crescita e il modello di sviluppo del Paese”.

Per Pianta, anche attraverso i referendum, "è importante ricostruire una traiettoria per l'economia e la società italiana che rimetta al centro il lavoro e i suoi diritti, che riconosca l'importanza di una tutela dei salari reali anche di fronte alle dinamiche dell'inflazione e metta fine alla gravità del precariato, alla selva dei contratti di lavoro, all'instabilità e alla fragilità del lavoro di fronte al capitale. Questo per ricostruire una prospettiva di crescita delle possibilità di lavoro, delle possibilità di vita delle persone, dopo questi lunghi anni di incertezza di fragilità e di precarietà”.