Oltre 250 delegati sindacali si sono riuniti nella sede della Cgil di Rimini oggi, 5 marzo, per un evento che ha unito generazioni di lavoratori e pensionati per un confronto volto ad una vera e propria mobilitazione civile
La giornata si è aperta con i saluti istituzionali e l'introduzione ai lavori a cura della segreteria generale Cgil Rimini, Francesca Lilla Parco, che ha posto l'accento sull'importanza della mobilitazione per sostenere i cinque referendum, volti a combattere le disuguaglianze nel lavoro e a rafforzare i diritti sociali. Nel suo intervento, la segretaria generale ha richiamato l’attenzione sul tema di una cittadinanza reale e inclusiva: "Come si può essere cittadini a tutti gli effetti se, in caso di indigenza, malattia, vecchiaia o disoccupazione, si è lasciati soli, abbandonati all’indifferenza e a risorse pubbliche sempre più scarse?".
La riflessione della segretaria generale ha poi toccato il tema dell’astensionismo, evidenziando come esso sia anche determinato dal venir meno del patto sociale alla base dei sistemi democratici. “Si partecipa perché tutte le classi sociali – in particolare quelle più povere – traggono vantaggio dai meccanismi di rappresentanza democratici. Quando questo meccanismo non funziona più, come drammaticamente accade da troppo, il sistema va a favorire chi già è ricco o – peggio – ad alimentare squilibri sociali o economie di guerra. La conseguenza è l’apatia del corpo elettorale, il qualunquismo, l’astensionismo: fattori tutti pericolosissimi per la democrazia, come la storia insegna. I referendum disegnano concretamente un futuro diverso; dove partecipare serve, e serve ai giovani e alla parte più fragile della società. Cambieranno assetti sociali fondamentali, e finalmente in meglio, dal giorno dopo la vittoria dei Sì”.
Il Prof. Antonio Cantaro ha lanciato il suo appello per 5 Sì convinti ai referendum
La mattinata è proseguita con una lectio magistralis del Prof. Antonio Cantaro sul tema "Referendum: democrazia, partecipazione e lavoro". Il Prof. Cantaro ha sottolineato come i referendum siano una grande occasione di partecipazione per riportare ad una normalità democratica il paese, evidenziando come ciascun quesito abbia una sua specifica importanza, affermando principi generali che uniscono gli interessi di tutte le generazioni.
Il lavoro precario ed i giovani al centro della battaglia referendaria
Due tavole rotonde, moderate dal giornalista Mirco Paganelli, hanno arricchito il dibattito: la prima, intitolata "Cittadinanza", ha dato voce a quattro giovani riminesi esclusi dai diritti di cittadinanza, i quali hanno raccontato in maniera chiara l’assurdità dell’attuale assetto normativo che limita i diritti a famiglie e lavoratori perfettamente integrati nel tessuto sociale italiano; la seconda tavola rotonda, "Lavoro, sicurezza, dignità", ha visto la partecipazione di sette delegati sindacali che hanno portato testimonianze dirette sulle sfide nei luoghi di lavoro, si sono così susseguite le voci di chi ha lavorato come precario nello sviluppo di un’Intelligenza artificiale, per poi essere lasciato a casa, le voci dei driver, dei precari della pubblica amministrazione, del turismo e il punto di vista di chi oggi nelle fabbriche vive la disparità delle attuali norme contro i licenziamenti ingiusti e che limitano la salute e la sicurezza sul lavoro.
Le conclusioni della mattinata sono state affidate a Nicola Marongiu, responsabile del dipartimento contrattazione e mercato del lavoro Cgil nazionale, che ha sottolineato il grande valore di democrazia e partecipazione messo in campo dai referendum, per l'effettività che i cinque quesiti producono, perché ciascuno di essi realizzerà un cambiamento concreto nel mondo del lavoro e sulla cittadinanza.
Raggiungere il quorum per ottenere un cambiamento concreto
Durante la mattinata si sono poi alternati gli interventi dei rappresentanti di ANPI (Silvia Zoli), ARCI (Silvia Cascetta), Coordinamento democrazia costituzionale (Rosella De Troia), Libera (Maria Ferraris), PD (Fiorella Zangari), + Europa (Yuri Maccario Napolitano), Rifondazione Comunista (Savio Galvani) e Sinistra Italiana (Francesca Mattei), tutti uniti nel sostegno ai cinque Sì; sostanzialmente costituendo il nucleo fondativo di quello che sarà il Comitato riminese per i Sì ai referendum. Anche in provincia di Rimini la sfida è quella di superare il quorum, portando al voto almeno 145.000 elettori; si parte così con i tavoli referendari, le iniziative pubbliche ed una capillare campagna informativa in tutta la provincia di Rimini.