Il 3 marzo alla Fiera di Pievesestina, in provincia di Forlì-Cesena, in occasione dell’assemblea di tutte le categorie provinciali Cgil, si è parlato di futuro, diritti e tutele sul lavoro. Alla presenza di circa 400 lavoratori, lavoratrici, pensionate, pensionati, di numerose associazioni e rappresentanti istituzionali del territorio, è iniziata la campagna referendaria per promuovere la partecipazione in vista del voto sui cinque quesiti, quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza. “Cittadine e cittadini saranno chiamati a decidere sulle leggi che regolano licenziamenti, precarietà e appalti. Quattro Referendum hanno l’obiettivo di smontare le norme che hanno impoverito il lavoro e hanno reso i lavoratori e le lavoratrici meno protetti e più vulnerabili. Con il quinto referendum, la popolazione sarà chiamata ad esprimersi anche sul tema della cittadinanza, per una società più inclusiva che permetta alle persone straniere che vivono, lavorano e crescono in Italia di costruirsi un percorso di vita in questo paese”, si legge in una nota sindacale della Cgil provinciale. La data dei referendum non è ancora stata annunciata, ma sarà compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno.
Maria Giorgini, Cgil Forlì Cesena: “Il referendum è l’occasione per far sentire la propria voce”
“Con i referendum – ha detto Maria Giorgini, segretaria generale della Cgil Forlì Cesena nella sua relazione – restituiamo diritti in caso di licenziamento illegittimo superando il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act e aumentando gli indennizzi per i licenziamenti nelle piccole e medie imprese. Poi ci poniamo l’obiettivo di fermare l’abuso del contratto a termine stipulato senza causale, un abuso che mette le persone, soprattutto donne e giovani, in un limbo di incertezze che non consente di programmare il proprio futuro. Poi c’è il quarto quesito referendario, quello che tocca più da vicino la sicurezza sul lavoro, un’emergenza che riguarda tutta l’Italia: solo nella provincia Forlì-Cesena nel 2024 sono morte sul lavoro 8 persone, in Italia, nello stesso anno, più di mille persone sono morte sul posto di lavoro; parlando di appalti, con i referendum l’azienda committente torna ad essere responsabile in solido in caso di infortunio o di malattia professionale, in tutta la catena degli appalti e subappalti. Dopo la raccolta firme del 2024 per i quattro quesiti sul lavoro ora si apre una nuova fase – aggiunge –: questi referendum sono l’occasione per far sentire la propria voce. Con gli estremismi che avanzano in diverse parti del mondo, con i loro toni violenti e di odio, c’è un vero rischio di tenuta democratica nel nostro paese e non solo. In questo senso, i referendum oggi sono uno strumento di partecipazione democratica”.
Nel corso dell’iniziativa si è parlato anche della costruzione dei Comitati locali, nati per far conoscere i temi dei cinque referendum a tutta la popolazione. I Comitati territoriali che stanno nascendo sono otto nella città di Forlì e dodici in quella di Cesena e in questi due Comuni i Comitati saranno suddivisi per quartieri. I Comitati saranno presenti anche in altri ventotto Comuni della Provincia di Forlì Cesena, per un totale di quarantotto Comitati territoriali a cui si andranno a sommare quelli costituiti dai lavoratori e lavoratrici all’interno dei posti di lavoro.
Daniela Barbaresi, Cgil: “Non si può essere liberi se sul lavoro si vive nell'incertezza della precarietà”
La giornata si è conclusa con l’intervento della segretaria confederale della Cgil nazionale, Daniela Barbaresi: “Il referendum è una grande occasione di partecipazione e democrazia, cinque si per il lavoro e la cittadinanza, cinque si per il cambiamento, per rimettere al centro il lavoro, le persone, i diritti, la libertà, perché non si può essere liberi se sul lavoro si vive nell'incertezza della precarietà, nel ricatto di licenziamenti ingiusti, con il rischio di subire infortuni”.