Questa mattina, 19 febbraio, a Brindisi si è svolta l’assemblea della Cgil Puglia che ha lanciato la campagna referendaria sui quesiti sul lavoro e la cittadinanza che ci porterà fino al voto, previsto tra il 15 aprile e il 15 giugno. Ad aprire i lavori l’intervento della segretaria generale regionale, Gigia Bucci. Conclusioni affidate alla segretaria confederale della Cgil nazionale, Daniela Barbaresi.
Bucci, Cgil Puglia: “I referendum, un percorso di lotta e di azione collettiva”
“L'unità delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutto il gruppo dirigente pugliese è per noi il massimo impegno a difesa dell'occupazione ed è l'unico modo possibile per dire a Eni, al governo a ogni multinazionale o management – ha detto Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil pugliese – che non siamo più disposti ad accettare logiche che non hanno nulla di politica industriale. Essere qui a Brindisi è il nostro modo di essere sindacato confederale. Mentre loro dividono noi uniamo. Così come vogliamo fare con i referendum, superare norme che dividono lavoratori e cittadini tra loro. i diritti sono tali se tutelano tutte e tutti”.
Una regione, la Puglia, nella quale a far data dal primo gennaio 2026 ci saranno circa 11.000 lavoratori scoperti da ammortizzatori sociali; in cui il lavoro quando c'è è povero e precario e in cui l'industria sta smantellando i suoi impianti e le sue produzioni. Una Regione che su 40 vertenze depositate al SEPAC non è in grado di raccontare e testimoniare processi di reindustrializzazione di quelle vertenze che sono state quasi tutte gestite solo ed esclusivamente attraverso ammortizzatori sociali. “Noi chiediamo lavoro, investimenti e non ammortizzatori sociali”, ha affermato Bucci da palco.
Una regione in cui circa 20 mila persone ogni anno dismettono la propria residenza e che è a rischio desertificazione demografica. “Per questo governo va tutto bene. Lo stesso governo che ha messo il lavoro e la sua rappresentanza sotto attacco, dai voucher alla legge delega e fino alla liberalizzazione dei contratti a termine. Lo stesso governo che stipula rinnovi contrattuali sotto il recupero dell'inflazione e lo fa nel settore pubblico per cui è allo stesso tempo datore di lavoro. Il peggior datore di lavoro che sceglie anche di stare dalla parte dei padroni”.
“Voglio chiudere – ha detto Gigia Bucci al termine della sua relazione – con le parole di due donne, parole vere, di coraggio, di denuncia, di sofferenza. Sto parlando di Emma Ruzzon, la studentessa di Padova, che davanti ai suoi compagni universitari e ai professori schierati alle sue spalle con l’ermellino addosso, non ha esitato a denunciare le tante, troppe ingiustizie che lei e gli studenti oggi subiscono quotidianamente perché continuano a difendere il diritto alla formazione e alla pubblica istruzione che è costantemente messo sotto attacco da questo governo”.
“Un appello, quasi un urlo di aiuto, ma fatto con la dignità e la passione che noi conosciamo bene, rivolto al vecchio ordine, quello che governa e che mantiene privilegi e baronati, con le parole di una giovane studentessa, con le parole che alla politica mancano”.
“E mancano alla politica le parole di Simona Mattolini, vedova del lavoro, moglie di Luigi Coclite, l’operaio schiacciato, ammazzato da una trave nel cantiere Esselunga di Firenze, proprio nei giorni, molti di voi lo ricorderanno perché c’erano, in cui eravamo impegnati a Bari nella conferenza sulle politiche industriali: ‘Bisogna far pagare economicamente e penalmente chi mette a repentaglio la vita delle persone. Parliamo di gente che si alza la mattina per portare a casa uno stipendio, vanno a guadagnarsi il pane. Non vederli tornare è una cosa che non deve esistere’”.
“Per Simona, per Emma, per Luigi, per Iram, e per tutti i lavoratori e le lavoratrici, le donne, gli studenti, gli italiani ai quali non viene riconosciuta cittadinanza, per tutti noi, per cambiare rotta, perché facciamo nostre le parole che la politica non riesce più a dire, dentro un percorso di lotta e di azione collettiva, attraverso i referendum, perché il voto è la nostra rivolta”.
Daniela Barbaresi, Cgil nazionale: “Il referendum è uno straordinario esercizio di democrazia e partecipazione”
Nelle conclusioni, la segretaria nazionale Daniela Barbaresi ha voluto sottolineare come “un sindacato come il nostro deve avere l’ambizione di essere soggetto di trasformazione della società, attore di cambiamento. Non in modo astratto ma intervenendo sulla qualità della vita e del lavoro delle persone. Questo per noi sono i referendum”. Una battaglia “che immaginiamo come straordinario esercizio di democrazia e partecipazione, in una fase difficile dove proprio la partecipazione è in crisi se guardiamo le elezioni. Ma dobbiamo condurla, non ci può essere cambiamento senza partecipazione, perché il lavoro torni a essere tutelato, stabile, sicuro, dignitoso. Torni a essere adeguatamente retribuito”.
“Abbiamo davanti una sfida difficile – ha detto la dirigente nazionale –: portare al voto 25 milioni di persone. Ma dobbiamo avere l’ambizione di provarci: sarà faticoso, sarà impegnativo, ma lo facciamo per migliorare le condizioni delle persone, tutte non solo quelle che rappresentiamo. Contro un governo e una politica che ci attacca, ci offende, solo perché proviamo a rappresentare i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensioni, dei giovani. Siamo il sindacato che si è battuto contro il fascismo, contro l’eversione terroristica, siamo una grande forza democratica e meritiamo rispetto. La nostra rivolta usa gli strumenti della Costituzione e della democrazia. La nostra è una lotta di libertà”.