Le previsioni del tempo per l’8 e il 9 giugno parlano chiaro: l’anticiclone delle Azzorre sosterà per due giorni sull’Italia. Scordatevi cieli azzurri e temperature tropicali, per 48 ore una pioggia battente tintinnerà su tutto il Belpaese senza scampo. Un vero e proprio smacco per chi aveva già lucidato le infradito e messo nella borsa la voglia di abbronzarsi. Niente mare, dunque. Nessun tuffo liberatorio, nessun mojito al tramonto.

Ascoltate piuttosto i meteorologi della democrazia: riponete l’ombrellone, impugnate l’ombrello (e la matita copiativa) e cercate riparo sotto la prima cabina elettorale. Altro che spiaggia dorata e sabbia rovente: il weekend perfetto si consumerà tra scrutatori assonnati, schede da piegare con cura certosina e il profumo inconfondibile della scuola media del quartiere trasformata in seggio elettorale.

Le malelingue sussurrano che il governo abbia scelto proprio queste date confidando nella colonnina di mercurio e nella proverbiale pigrizia estiva dell’elettorato balneare. Dopotutto, con punte di 35 gradi e file chilometriche ai caselli autostradali, la speranza era che gli italiani fossero più propensi a contendersi un lettino in prima fila piuttosto che un diritto civico. Il tutto mentre i cinque referendum promossi dalla Cgil e dalla Rete della cittadinanza rischiavano di finire, silenziosi e incompresi, sotto un sottile strato di sabbia e indifferenza.

Ma la natura, si sa, è capricciosa. E spesso ribelle. Ed ecco spuntare la perturbazione dell’ultimo minuto, il temporale provvidenziale, il nubifragio democratico che piomba sui bagnanti della domenica come un anticipo di autunno. Acqua a catinelle, strade allagate, stabilimenti balneari chiusi, bagnini che guardano il cielo con aria sconsolata. Addio weekend perfetto, addio tintarella strategica.

Cosa fare, quindi? O si resta chiusi in casa a contare le gocce che scivolano sui vetri, oppure si fa un bel gesto rivoluzionario: si va a votare. Così, per rivendicare un diritto. O anche solo per protesta. O magari per ripicca. Oppure perché il piano B, la grigliata con gli amici, è miseramente naufragato sotto il diluvio universale. 

Ogni motivo è buono per risvegliare l’assopita democrazia. Perché a volte per scuotere le coscienze c’è bisogno di un bel temporale purificatore.