Dobbiamo costruire una società più "glocale". Che, dai territori, sappia far emergere i saperi, le qualità, e difendere il lavoro. È questa la sfida dei prossimi anni. Trasformare una società, quella italiana, governata da una élite ristretta e inadeguata al governo e alle trasformazioni del mondo. Far emergere un nuovo ceto dirigente espresso dal mondo del lavoro e dalle classi creative. Arginare la globalizzazione neoliberista.
Su questi temi si sono confrontati i partecipanti al panel di Futura 2021, dedicato al “valore della rete territoriale e delle organizzazioni di servizio”. Sono intervenuti Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio; Ivana Galli, segretaria confederale della Cgil; Michele Pagliaro, presidente Inca Cgil; Paolo Perulli, docente dell'Università del Piemonte orientale; Tom Regazzoni, del Consorzio Nazionale Caaf Cgil. Modera: Roberto Mania, La Repubblica.
E, se la sfida è trasformare l'Italia partendo dal territorio, dalla reinternalizzazione delle risorse, non possono e non potranno che essere cruciali il sindacato e i suoi presìdi, a cominciare dalle Camere del lavoro della Cgil, case della confederalità e del governo locale, e dai Patronati Inca e dai Caaf, strutture di prossimità e servizio che durante la pandemia hanno saputo trasformarsi.
Deantropizzazione delle aree interne, cura del territorio, digitalizzazione: i capitoli fondamentali di un dibattito, quello avvenuto a Bologna al Teatro Duse, tutto da ascoltare e seguire.