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L’appuntamento di oggi (mercoledì 16 giugno), intitolato “120 anni di Fiom. La storia continua”, è alle ore 10 a Roma, presso l’Aula Magna della facoltà di Lettere, filosofia e lingue dell’Università Roma Tre (in via Ostiense 236). La sede scelta per l'evento è un luogo simbolico, in quanto si tratta di un ex stabilimento Alfa Romeo. Apre la giornata il segretario organizzativo Luca Trevisan, seguono gli interventi di Gianni Rinaldini (già segretario generale Fiom e attuale presidente della Fondazione Claudio Sabattini), di Maurizio Landini (già segretario generale Fiom e attuale segretario generale della Cgil), di delegate e delegati e rappresentanti di associazioni. Conclude i lavori la segretaria generale Francesca Re David. Nel corso dell’assemblea è previsto l’intervento dello storico Francesco Paolo Palaia, che illustrerà il progetto di ricerca sulla storia recente della Fiom, dal 1980 a oggi, che coinvolge un gruppo di giovani storici, ricercatori e sociologi.
Il primo congresso della Fiom, si diceva, si svolge a Livorno dal 16 al 18 giugno 1901. Cinque anni dopo, nel settembre 1906, a Milano la Federazione promuove la fondazione della Confederazione generale del lavoro (Cgdl, oggi Cgil). Nel febbraio 1919 firma il primo accordo nazionale con i rappresentanti degli industriali, che prevede la riduzione dell’orario di lavoro a 48 ore settimanali (otto ore al giorno per sei giorni alla settimana). Dopo il fascismo viene rifondata, nell’ambito della nuova Cgil unitaria, allargando la propria rappresentanza agli impiegati.
Il primo contratto nazionale del dopoguerra è del 1948, ma il contratto più importante è quello del gennaio 1970 – a seguito delle lotte dell’autunno caldo – con il quale l’orario di lavoro passa a 40 ore alla settimana e il sindacato acquista piena legittimazione all’interno delle fabbriche, aprendo così la strada allo Statuto dei diritti dei lavoratori, approvato nel maggio dello stesso anno. Dal 1972 al 1984, assieme a Fim Cisl e Uilm Uil, dà vita alla Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm).
La crisi e le ristrutturazioni degli anni ottanta hanno modificato la struttura industriale italiana, favorendo la crescita delle piccole e medie imprese e anche quelle dell’artigianato. A partire dagli anni novanta l’impegno prioritario è per la difesa dei due livelli contrattuali, nazionale e aziendale. La Fiom affronta questo scenario rilanciando la rappresentanza delle condizioni di lavoro: democrazia e indipendenza sono le due parole d’ordine che dalla metà degli anni novanta ne rilanceranno l’azione, contrastando la pratica degli accordi separati fino alla riconquista del ccnl e della democrazia con la consultazione certificata del voto dei lavoratori.
"In questi anni la precarizzazione dei rapporti di lavoro e l’aumento della concorrenza nel lavoro hanno colpito tutti i lavoratori, soprattutto le giovani generazioni”, spiega la segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David: “Le leggi contro il lavoro introdotte dai governi negli ultimi 20 anni hanno sottratto tutele e diritti ai lavoratori, depotenziato la solidarietà di classe, aumentato le disuguaglianze sociali, culturali e reddituali”. L’esponente sindacale evidenzia che “poco più del 15 per cento dei giovani è iscritto al sindacato, non perché non ci siano giovani lavoratori nelle fabbriche, ma perché molti di loro hanno contratti di lavoro precari, in somministrazione o a tempo determinato, e vivono sulla propria pelle una concorrenza sfrenata mai vista prima”.
I giovani, dunque, sono il centro della discussione delle celebrazioni odierne. “Il lavoro va redistribuito”, riprende Re David: “Il prevedibile aumento della produttività derivante dalla digitalizzazione della produzione e dagli investimenti per la transizione ecologica, va usato per ridurre gli orari e redistribuire il lavoro, tutelare l’occupazione e favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro". Le giovani delegate e i giovani delegati che prenderanno la parola nel corso dell'iniziativa (tra cui un rider, un rappresentante della seconda generazione di migranti e una lavoratrice agroalimentare del pontino) racconteranno "le motivazioni del loro impegno collettivo nel sindacato in un’epoca segnata dall’individualismo e dalla solitudine delle persone”. Il senso del sindacato, conclude la segretaria generale della Fiom, d’altra parte “è proprio questo: mettersi insieme, lottare insieme per la giustizia sociale”.