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Autodeterminazione: possibilità e capacità della persona di operare libere scelte sul proprio corpo e sulla propria esistenza in base alla propria esperienza, senza essere determinata da sovrastrutture culturali e sociali. Il termine si contrappone a “‘eterodeterminazione’ o ‘determinismo’.
Binarismo di genere: classificazione di sesso e genere come categorie binarie e forme mutualmente esclusive di maschile o femminile. Il binarismo pertanto esclude, o forza nelle due categorie considerate, persone che nascono con organi riproduttivi non-binari (intersessuali) o persone transgender, di genere non-binario e di genere fluido.
Cisgender / Cisgenere: persona che si identifica con il genere e/o sesso attribuitole alla nascita (ad es. persona con caratteristiche sessuali maschili alla nascita che continua a identificarsi come uomo). Contrario: transgender / transgenere.
Classe sociale: gruppo omogeneo di persone che si identifica e differenzia per la specifica posizione occupata nel sistema sociale, nell’attività produttiva, nella gerarchia del potere e/o della gestione della ricchezza. Karl Marx ha concepito le c.s. come gruppi formati per effetto della divisione del lavoro e della proprietà privata dei mezzi di produzione e che, all’interno del sistema capitalistico, si polarizzano lungo l’asse del conflitto (lotta di c.) fra detentori dei mezzi di produzione (c. borghese) e lavoratori salariati e sfruttati (c. proletaria). Il concetto di c. si connota mediante due elementi: uno oggettivo (collocazione degli individui all’interno della struttura di disuguaglianza che è la società) e uno soggettivo (appartenenza consapevole dei membri di ciascuna c.s. a un medesimo destino sociale: coscienza di c.).
Collettivo (femminista): gruppo di persone che si riuniscono periodicamente per perseguire fini politici, di attivismo e di militanza in ambito femminista.
Consenso: accordo e/o approvazione volontaria e informata tra persone circa un’idea, un’azione, una decisione o una situazione specifica. Si noti che la formazione del consenso è spesso influenzata dal contesto culturale e sociale di riferimento, nonché dall’asimmetria di potere tra le parti. Per la quarta ondata del femminismo, il consenso è il cardine del livello intersoggettivo sociale (la sfera sessuo-affettiva: rapporto intimo e sue pratiche; tipi di relazione monogama / poliamorosa; sfera della violenza sessuale) e politico (metodo decisionale diverso dal voto a maggioranza).
Cura: joan tronto la definisce come “una specie di attività che include tutto ciò che facciamo per mantenere, continuare e riparare il nostro mondo, in modo da poterci vivere nel modo migliore possibile. quel mondo include i nostri corpi, noi stessi e il nostro ambiente: tutto ciò che cerchiamo di intrecciare in una rete complessa a sostegno della vita”. Per individuare la pratica di c., si possono circoscrivere cinque sintetiche fasi del processo: interessarsi a (caring about); prendersi cura di (taking care of); prestare cura (care-giving); ricevere cura (care-receiving); prendersi cura con (caring with). il concetto di c. definisce l’orizzonte più ampio del femminismo: da paradigma sociale e politico della relazione umana, si estende a cifra del rapporto tra specie: umana e animale (antispecismo), umana e naturale (ecologismo).
Disabilità: duratura compromissione fisica, mentale, intellettiva o sensoriale della persona che, in relazione alle barriere presenti nell’ambiente (fattori ambientali, strutturali, culturali, sociali), può ostacolarne la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita, su base di uguaglianza con le altre persone. L'abilismo o capacitismo è lo stigma e l’esercizio di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità.
Femminismo: insieme di movimenti sociali, politici e culturali di rivendicazione dei diritti politici, civili, sociali, ed economici delle donne. In senso più ampio, insieme delle teorie che criticano la condizione tradizionale di subordinazione della donna (e degli altri gruppi marginalizzati) nella società patriarcale, proponendo nuove relazioni tra i generi nella sfera privata e una collocazione sociale paritaria in quella pubblica.
Femminismo lesbico: corrente del femminismo che considera il lesbismo una scelta politica di resistenza al patriarcato, critica l’eterosessualità obbligatoria come strumento di oppressione delle donne e promuove comunità autonome femminili quali spazi di autodeterminazione.
Femminismo nero: corrente del femminismo che analizza l’oppressione simultanea di razza, genere e classe vissuta dalle donne nere, avanzando l’importanza della solidarietà tra gruppi sociali marginalizzati e una critica strutturale del potere. Nasce negli Stati Uniti negli anni Settanta, in chiave polemica verso l’etnocentrismo e la scarsa inclusività del femminismo bianco.
Funzione performativa (del linguaggio): capacità delle parole di modificare la realtà. Diversamente da un enunciato descrittivo, che rispecchia il mondo circostante, un enunciato performativo (es. promesse, ordini o dichiarazioni ufficiali) produce effetti concreti e, in quanto tale, è un ‘atto linguistico’ (concetto introdotto dal filosofo britannico J. L. Austin negli anni Cinquanta del secolo scorso).
Genere: risultante di un insieme di modelli e strutture culturali e sociali che caratterizzano ciascun sesso e ne condizionano il ruolo e il comportamento. Secondo l’antropologia contemporanee, il termine g. si distingue dal termine “sesso” per indicare la tipizzazione sociale, culturale e psicologica delle differenze tra g. femminile, g. maschile, g. non binario. In questo senso, il genere si distingue dal sesso biologico.
Intersezionalità: combinazione di multiple e diverse identità sociali (genere, razza, classe, etc.) che determina la complessità delle relative discriminazioni (sessismo, razzismo, classismo, etc.).
Ondata: il femminismo si è sviluppato in diverse fasi che hanno preso il nome di ‘ondate’, ciascuna con obiettivi specifici: 1) la prima ondata (XIX - inizio XX secolo) ha puntato a ottenere un’eguaglianza formale tra donne e uomini, rivendicando il diritto di voto, l’accesso all’istruzione e i diritti legali delle prime; 2) è durante la seconda ondata (anni Settanta del XX secolo) che si inizia a rivendicare anche un’eguaglianza sostanziale, ponendo attenzione alla condizione lavorativa delle donne, al carattere strutturale della violenza domestica, alla lotta per aborto e contraccezione, alla necessità delle donne di divenire parte attiva nella vita pubblica e politica; 3) nella terza ondata (dagli anni Ottanta ai primi Duemila) ha acquisito rilevanza l’emancipazione individuale. Si è messo in discussione per la prima volta il concetto di genere, definendolo una costruzione sociale che intrappolava il ruolo delle donne e degli uomini in stereotipi non naturali, ma socialmente costruiti; 4) la quarta ondata (dal 2016 a oggi) si connota per la piena assunzione dell’intersezionalità di genere, razza e classe (più altri fattori di discriminazione), nonché per il pieno riconoscimento delle donne transgender e di tutte le soggettività trans. L’avvento dei social media ha reso per la prima volta nella storia il movimento femminista internazionale, creando connessioni tra tutte le lotte diffuse per il mondo.
Orientamento sessuale: modello di attrazione emotiva, romantica e/o sessuale verso uomini, donne, o altre soggettività (ad es., omosessualità, eterosessualità, lesbismo, bisessualità, asessualità e aromanticismo, pansessualità, etc.).
Patriarcato / patriarcale: organizzazione sociale in cui l’uomo detiene il potere, sia nella sfera pubblica che in quella domestica, in termini di privilegio sociale, di autorità politica, normativa, economica, morale, culturale, e religiosa, nonché di controllo sulle altre soggettività e sulla proprietà privata in ottica produttiva e riproduttiva.
Queer / Queerness: dall’inglese ‘eccentrico’ o ‘insolito’, termine originariamente utilizzato in senso dispregiativo nei confronti della comunità Lgbtqia+ (lesbica, gay, bisessuale, trans, queer, intersessuale, asessuale, etc.). Dagli anni Novanta, grazie a un processo di riappropriazione e rivendicazione politica della sessualità, il termine viene utilizzato per definire persone e/o comunità sessualmente o socialmente difformi o invisibilizzate dalle definizioni di normalità sessuale/di genere ed eteronormatività codificate dalla cultura egemone.
Razza: il termine, biologicamente inteso come gruppo di individui che presentano comuni caratteristiche somatiche ereditarie (ad es. colore della pelle, tipo di capelli, forma del viso, del naso, degli occhi ecc.), è ormai considerato destituito di validità scientifica secondo la moderna antropologia, data l’arbitrarietà di ogni criterio generale di classificazione. L’utilizzo del termine “razza” è oggi rivendicato e finalizzato a riflettere, da un punto di vista storico, sociale e culturale, sulle implicazioni simboliche, ideologiche, politiche, economiche, pratiche ed esistenziali dei discorsi razziali e razzisti.
Riproduzione sociale: insieme di attività di cura finalizzate alla riproduzione e alla conservazione della specie umana. Teorizzata dal femminismo marxista, la divisione tra lavoro produttivo (tradizionalmente maschile, salariato e svolto nella sfera pubblica) e lavoro riproduttivo (tradizionalmente femminile, non salariato e svolto nella sfera domestica) implica uno sfruttamento del lavoro di cura gratuito nella famiglia, che permette il consolidamento del potere patriarcale in ambito privato e pubblico.
Sessismo: esercizio di discriminazione, stigma, pregiudizio e/o marginalizzazione nei confronti di soggetti caratterizzati da uno specifico sesso biologico (normalmente quello femminile); tendenza a valutare la capacità o l'attività della persona in base al sesso.
Sorellanza: rapporto politico di solidarietà tra donne, in quanto queste condividono la condizione di subordinazione nel sistema patriarcale, da cui si evince la dimensione necessariamente collettiva della lotta per l’emancipazione e l’autodeterminazione femminile. In quanto tale, la s. non è il mero corrispettivo femminile della fratellanza, ma il rapporto tra donne che sovverte il conflitto funzionale al dominio maschile, nonché un nuovo ideale collettivo, in cui la condivisione si costruisce a partire dai margini e non dalla prossimità.
Specie: criterio di classificazione degli organismi che comprende individui in grado di accoppiarsi e di generare prole feconda (ad es., s. umana, s. animale, s. vegetale). Lo specismo teorizza la superiorità della s. umana rispetto alle altre specie, in opposizione all’antispecismo.
Transgender / Transgenere: persona la cui identità di genere non corrisponde a quella assegnatale alla nascita (ad es. persona con caratteristiche sessuali maschili alla nascita che durante la crescita non si identifica come uomo, rifiutando la concezione binaria uomo/donna). Una persona transgender non si sottopone necessariamente a procedure chirurgiche di transizione.