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L’esposizione all’informazione è piuttosto elevata in Italia. È il primo dato che rileva un’indagine demoscopica realizzata dall’Osservatorio Futura per conto della Cgil. Il campione dell’indagine è costituito da circa 800 persone ed è suddiviso in modo tale da rappresentare nel modo più preciso possibile la popolazione italiana over 18.
Tv primo mezzo e vince l’attualità
Gli italiani continuano a informarsi attraverso le trasmissioni televisive. I telegiornali nazionali sono visti mediamente cinque volte a settimana e oltre la metà del campione guarda un Tg nazionale almeno una volta al giorno. Le testate online raggiungono il doppio delle persone rispetto a quelle cartacee, con i giornali nazionali che vengono consultati mediamente tra le due e le tre volte la settimana. Al terzo posto i social media, che per gli under 34 anni sono al secondo posto.
L’attualità è il tema che focalizza maggiormente l’attenzione del pubblico, seguito a una certa distanza dalla politica e dall’economia, temi che interessano maggiormente i laureati e gli over 35. Un terzo degli intervistati è interessato anche ai fatti di cronaca nera. Ambiente e sport sono temi un po’ più cari ai giovani.
La politica influenza la stampa
Per oltre la metà del campione in Italia si gode di una discreta libertà di stampa. I limiti sono costituiti dalle influenze della politica e dei poteri economici. Su sollecito, oltre la metà degli intervistati conferma l’esistenza di un forte influsso della politica sull’informazione: ne sono convinti soprattutto i più maturi e i laureati. Di fronte a notizie non conformi alle proprie opinioni il campione si spacca: per lo più le si ascolta come dimostrazione di apertura mentale, ma c’è anche chi cerca fonti a favore delle proprie opinioni o chi le critica apertamente. La valutazione della veridicità delle notizie spinge a mettere in atto azioni correttive come il confronto della stessa notizia proveniente da fonti diverse e la valutazione della reputazione della fonte di informazione. Più di un terzo del campione ricorre alla propria esperienza passata.
Contro le notizie false
Circa il 60% del campione dichiara di controllare molto spesso la fonte prima di postare una notizia sui social network. Tale comportamento è da leggersi correlato anche alla qualità dell’informazione nell’ultimo anno: per oltre il 40% del campione infatti è peggiorata. Solo il 12% degli intervistati afferma invece che sia migliorata. I più critici sono in particolare i laureati, mentre i giovani si dimostrano lievemente più positivi. La diffusione delle fake news ne è un esempio: tra le ragioni più citate per la loro diffusione vengono citate maggiormente l’intenzione di creare confusione e il sostegno di interessi economici specifici. Non meno importante il peso attribuito alla manipolazione politica. Alle piattaforme online e alle organizzazioni giornalistiche è chiesto di vigilare e di combattere la diffusione di notizie false. Anche gli organi governativi e gli utenti stessi devono comunque fare la loro parte.
Quale ruolo per i sindacati?
I sindacati possono intervenire nel campo dell’informazione più che delle fake news. Il loro ruolo rimane poco determinante in entrambi i casi, ma per circa il 20% del campione il loro intervento è comunque auspicabile. In particolare il loro contributo potrebbe concretizzarsi: nella promozione di fonti serie ed affidabili, nel fornire gli strumenti di verifica delle fonti delle notizie, nell’avviare collaborazioni con le piattaforme digitali per limitare la diffusione di notizie false. I più giovani sostengono il ruolo educativo dei sindacati, nel formare i cittadini a riconoscere le fake e nel diffondere strumenti di alfabetizzazione digitale.