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In guerra, in amore e in campagna elettorale tutto è permesso. Anche autoproclamarsi stronza a favore di social e telecamere fregandosene del ruolo e del suo rinomato bon ton. Ed è subito set dei Vanzina.
Una scena epica quella tra il governatore indisponente e la presidente de’ noantri. Cinepanettone dal finale boccacciano. Roba che al confronto il leggendario karaoke di Salvini, nudo e ubriaco al Papete, è un trattato di filologia romanza.
L’assuefazione al peggio non è mai abbastanza. L’ormone impazzito di Bandecchi, gli spot elettorali di impresentabili neurodeputati. Perfino il Papa che omaggia Lino Banfi. La politica imprigionata dentro una vignetta di Osho.
Trepidante l’attesa per il remake. Con De Luca che ricambia la cortesia istituzionale recandosi in visita a Palazzo Chigi. Si avvicina alla premier e con aria un po’ guascona le sussurra: “Sai chi ti saluta?”.