La masseria Antonio Esposito Ferraioli è il bene confiscato alla camorra più grande dell’area metropolitana di Napoli. Ad Afragola, nord di Napoli, occupa una superficie di 120 mila metri quadri. Abbandonata per oltre vent’anni, dal primo marzo 2017, è stata affidata ad una associazione temporanea di scopo composta dal Consorzio Terzo settore, la cooperativa L’uomo e il legno, la cooperativa Giancarlo Siani, l'associazione Sott’e’ncoppa e la Cgil Napoli. Dopo otto anni, oggi, ha un importante valore simbolico e concreto per un territorio difficile.
Antonio Esposito Ferraioli
Antonio Esposito Ferraioli, detto Tonino, era un giovane cuoco e sindacalista che lavorava alla mensa dello stabilimento Fatme a Pagani. Impegnato socialmente fin da giovane negli scout, aderì poi al Partito comunista italiano e alla Cgil, diventando delegato sindacale in azienda. Nel contesto della feroce guerra di camorra tra nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo e la Nuova famiglia, Tonino venne assassinato il 30 agosto 1978 per aver denunciato le infiltrazioni criminali. L’omicidio, per lungo tempo ignorato, fu attribuito ad ambienti vicini al clan di Salvatore Serra, detto “Cartuccia”. Nonostante le indagini e le accuse rivolte a personaggi locali, tra cui un imprenditore e un pregiudicato, nessun colpevole è stato condannato.
La masseria
Il cuore pulsante della Masseria Ferraioli oggi sono 308 orti urbani da 50 metri quadri ciascuno affidati ad altrettante famiglie ed associazioni. Una comunità enorme che punta non a coltivare semplicemente il proprio piccolo orticello, ma a riappropriarsi del maltolto dei clan e a costruire un’idea di vita senza camorra e malaffare. In questi primi sette anni di gestione del bene confiscato sono stati piantati in totale 7.500 nuovi alberi. Oltre 4.000 alberi da frutto compongono poi il “Museo Vivente della Biodiversità”: mele, pere, amarene, fichi, gelsi, noci, nocciole. Divisi in gruppi di 100 per ogni specie assolvono tanto ad uno scopo produttivo quanto divulgativo per le scuole in visita.
Altri 10 mila metri quadri invece da due anni vedono crescere un vitigno di asprinio con impianto a spalliera e a vite maritata. Ulteriori 10 mila metri quadri carrubi, lecci e sugherelle che comporranno, crescendo, un boschetto che sarà messo al servizio della collettività. Ci sono anche 50 arnie che lo scorso anno hanno prodotto circa 300 kg di miele.
Infine, il giardino didattico, un’area di 1.300 metri quadri dedicata ai percorsi sensoriali e agli animali da cortile, uno spazio in evoluzione che è già stato arricchito da un laghetto per spiegare l’importanza dell'acqua e fare esempi di acquacoltura con finalità didattiche