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Vogliamo la liberazione di tutte le soggettività, a prescindere dalla loro identità di genere. Non siamo interessatə a rivendicare, al fianco e per le persone trans e non-binarie, l’eguaglianza solo formale, né il “pari diritto” di opprimere il diverso, né l'assimilazione al sistema oppressivo e binario esistente. Non ci basta (più) l’inclusione: desideriamo la rispettosa convivenza di tutte le differenze.
Per queste ragioni, ogni anno, il 31 marzo, si celebra a livello internazionale la g
iornata della visibilità trans (Trans Day Of Visibility). Si tratta di un’occasione per contrastare le invisibilizzazioni e gli stereotipi che affliggono la comunità nei media, nelle istituzioni, sul lavoro e a tutti i livelli sociali, richiamando l'attenzione sui livelli sproporzionati di povertà, discriminazione, marginalizzazione e violenza che le persone trans soffrono rispetto a quelle cisgender.Risulta oggi più che mai urgente contrastare la transfobia, contribuendo a costruire una contro-narrazione realistica sulle vite delle persone trans, contrastando i discorsi d’odio alimentati dalle estreme destre, nell’Italia di Meloni come negli Stati Uniti di Tramp. Si tratta soprattutto di manifestare solidarietà e rafforzare le reti e le alleanze, pratiche e simboliche, mettendosi in ascolto e a disposizione dei bisogni e dei desideri delle comunità, per contribuire a una reale possibilità di autodeterminazione.
La Cgil alleata delle comunità trans
Discriminazioni e marginalizzazioni delle persone a causa della loro identità di genere sono ampiamente note e ripetutamente denunciate dalla Cgil. È viva la consapevolezza di una maggiore incidenza sulle persone trans, che subiscono limitazioni e oppressioni già nell’accesso alla scuola e al lavoro.
Pertanto, la nostra organizzazione ha messo in campo una pratica inclusiva – o meglio, una pratica ampia ed estesa, per evitare ogni assimilazionismo – superando le mere dichiarazioni di intenti: quella dell’identità alias. Dal giugno 2024 è infatti ormai possibile, per le persone trans e non binarie, iscriversi alla Cgil con il genere percepito e il nome di elezione, riconoscendo dunque l’identità elettiva della persona per tutto il tempo desiderato, o fino a completamento dell'iter di rettifica anagrafica del nome e/o genere.
Questo sindacato fa da apripista rispetto a dette pratiche, associate a quella quotidiana di contrattazione collettiva dove si negozia, spesso ottenendola, la libertà di utilizzare l’identità alias sul posto di lavoro. Questo strumento emancipatorio si sta facendo infatti strada anche nei contratti collettivi, come si evince dagli articoli presenti, ad esempio, nel Ccnlscuola, università e ricerca e nel Ccnl comparto funzioni centrali - clausole frutto di un negoziato tra sindacati e Aran.
La Cgil si colloca saldamente al fianco della comunità trans. Questo impegno cruciale è stato recentemente rinnovato con la firma di un Protocollo d’Intesa con le organizzazioni di rappresentanza della comunità Lgbtqia+, impegnandosi al contrasto a violenze e discriminazioni, alla promozione delle carriere alias, al sostegno delle famiglie queer, e alla formazione e all’aggiornamento dei propri quadri dirigenti su tematiche che meritano tutta la delicatezza, la lotta, la solidarietà e la forza di cui abbiamo dimostrato di essere capaci.