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In questi giorni la X MAS è, ahimè, tornata di moda. Ma che cos’era esattamente? E perché la sua evocazione ci indigna tanto? Partiamo da lontano: la storia è ricca di unità speciali e reparti d’assalto. Già nella Prima Guerra Mondiale, l’Italia impiegava i MAS, acronimo di Motobarca Armata Svan. Nel tempo, l’acronimo rimane, mentre la denominazione tecnica dei mezzi si evolve in Motoscafi Armati Siluranti.
E fino a qui il fascismo non c’entra nulla, è vero. Ma con quella “Decima” tanto evocata in questi giorni il fascismo c’entra eccome! La X MAS, ufficialmente X Flottiglia MAS (nome assunto a partire dal 1941) era un reparto speciale dell’esercito italiano inizialmente sotto il comando diretto di Benito Mussolini e successivamente (dal 1943) del Principe Nero, Junio Valerio Borghese (quello stesso Junio Valerio Borghese nel 1970 protagonista di un tentativo di colpo di Stato per instaurare in Italia un governo autoritario, passato alla storia come il “golpe Borghese”).
Con Regio Decreto, in data 10 giugno 1943, alla X Flottiglia MAS viene conferita la Medaglia d’oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Erede diretta delle glorie dei violatori di porti che stupirono il mondo con le loro gesta nella prima guerra mondiale e dettero alla Marina Italiana un primato finora ineguagliato, la X Flottiglia M.A.S. ha dimostrato che il seme gettato dagli eroi nel passato ha fruttato buona messe. In numerose audacissime imprese, sprezzante di ogni pericolo, fra difficoltà di ogni genere create, così, dalle difficili condizioni naturali, come nei perfetti apprestamenti difensivi dei porti, gli arditi dei reparti di assalto della Regia Marina, plasmati e guidati dalla X Flottiglia M.A.S., hanno saputo raggiungere il nemico nei più sicuri recessi dei muniti porti, affondando due navi da battaglia, due incrociatori, un cacciatorpediniere e numerosi piroscafi per oltre 100.000 tonnellate. Fascio eletto di spiriti eroici, la X Flottiglia M.A.S. è rimasta fedele al suo motto: "Per il Re e la Bandiera". Mediterraneo, 1940 - 1943”.
E fino a qui tutto bene, più o meno. Peccato, però, che dopo l’8 settembre 1943 la X MAS si schiera a fianco dei nazisti in Italia, macchiandosi di crimini efferati come torture, esecuzioni sommarie, rastrellamenti, furti e saccheggi.
Una fotografia emblematica ne cattura la brutalità: il ritratto di Ferruccio Nazionale, partigiano biellese, impiccato a Ivrea il 29 luglio 1944. Al collo, un cartello con la scritta “Aveva tentato con le armi di colpire la Decima” (il corpo del partigiano, martoriato dalle torture, sarà esposto in piazza come macabro monito per la popolazione).
Dal maggio 1944 la “Divisione Decima” (in lettere, non più in numero romano) perde ogni carattere marinaio e diventa una forza che i tedeschi usano come supporto alla guerra partigiana. E su questa parte della storia c’è davvero poco da scherzare.
“A sinistra hanno totalmente smarrito il senso dell’ironia”, ha detto ultimamente qualcuno. Sinceramente, cosa ci sia di ironico lo sapete soltanto voi.
L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia si compone di una banca dati e di materiali di corredo correlati agli episodi censiti ospitati all’interno del sito web. Nella banca dati sono state catalogate e analizzate tutte le stragi e le uccisioni singole di civili e partigiani uccisi al di fuori dello scontro armato commesse da reparti tedeschi e della Repubblica sociale italiana in Italia dopo l’8 settembre 1943, a partire dalle prime uccisioni nel Meridione fino alle stragi della ritirata eseguite in Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige nei giorni successivi alla Liberazione.
I risultati dell’indagine hanno permesso di censire oltre cinquemila episodi, inseriti nella banca dati, per ognuno dei quali è stata ricostruita la dinamica degli eventi, inserita nello specifico contesto territoriale e nelle diverse fasi di guerra, e accertata l’identità delle vittime e degli esecutori (quando possibile).
Un lavoro enorme che ha individuato un totale di 5.862 eccidi, nei quali hanno perso la vita 24.384 persone (53% civili, 30% partigiani). Una media di 40 uccisi e oltre, nove episodi al giorno nel corso di 20 mesi. Una violenza inaudita scatenata unicamente dai tedeschi nel 66% dei casi, dai soli fascisti nel 22% dei casi, da tedeschi e fascisti insieme nel 14% dei casi.
Provate a inserire nel motore di ricerca il termine MAS e cercate nel portale l’elenco degli “Episodi di cui è responsabile o corresponsabile questo reparto”. Il risultato, ve lo assicuro, fa impressione.
Nell’anno del centesimo anniversario dell’uccisione di Giacomo Matteotti, vedere alcuni gesti in Parlamento è davvero inaccettabile. Così come è inaccettabile il silenzio delle istituzioni. Così come è stata inaccettabile nei giorni scorsi la campagna elettorale di qualcuno e la sua difesa d’ufficio nel servizio pubblico da parte di qualcun altro.
Due anni fa Enrico Montesano fu cacciato dalla Rai per aver indossato una maglietta. Oggi Vannacci con lo slogan “mettete una Decima sulla scheda” ha conquistato un seggio a Strasburgo.
Che dire? Mala tempora currunt, per usare quel latino che sembra piacervi tanto.