La situazione dei rifugiati politici e richiedenti asilo nella capitale è critica: basta guardare al caso clamoroso dei profughi somali, accampati da anni in condizioni drammatiche nell'ex ambasciata di via dei Villini, portato alla luce nei mesi scorsi da rassegna.it. E probabilmente, proprio a seguito del clamore che questa vicenda ha suscitato, il Comune di Roma e il Governo nazionale hanno deciso di fare qualcosa.

E' di oggi infatti la firma al Viminale, alla presenza del ministro dell'interno, Roberto Maroni, dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro e del sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno, di un accordo che punta a dotare Roma di un nuovo welfare dedicato ai rifugiati e ai richiedenti asilo che possa dare riposte certe alle nuove esigenze sociali presenti in città.

"Attualmente - si legge in una nota del Comune - Roma dispone di 1 centro polifunzionale 'Enea' che ospita 400 persone e di 22 strutture dedicate all'assistenza dei cittadini titolari di protezione internazionale che hanno però tra loro una forte discrasia in termini di costi e di accoglienza fornita. I 22 centri danno accoglienza a oltre 1.360 persone (circa il 50% dell'intera disponibilità dello SPRAR - Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati), hanno una lista d'attesa per nuovi ingressi in accoglienza che si aggira sulle 1.200 unità, con tempi medi d'accesso di circa 6 mesi".

"L'obiettivo del nuovo accordo - si legge ancora nella nota - è quello di razionalizzare, armonizzare e rendere coerente un sistema fino a oggi farraginoso che ha creato disparità di trattamento tra le persone accolte e una sperequazione in termini sia economici che di servizi".