"Nella notte tra venerdì e sabato, a meno di due settimane dalla pubblicazione di un bel reportage di Rassegna.it sullo stato disumano in cui erano costretti a vivere i rifugiati politici somali, accampati in quella che fino ai primi anni '90 era stata la loro ambasciata in Italia, la Questura di Roma ha effettuato lo sgombero della palazzina a seguito di una apparentemente casuale operazione antidroga, con tanto di fanfara da parte dell'amministrazione Alemanno". Lo dichiara oggi (15 novembre) Antonio Crispi, segretario nazionale della Fp Cgil.

"Sembra non destare interesse - continua - il fatto che in quell'edificio trovassero riparo dei rifugiati politici, non meno di 94 uomini a fronte di due sole persone implicate nell'operazione, abbandonati dal nostro Paese nonostante il loro evidente stato di necessità e gli impegni a cui siamo tenuti in seguito alla firma del Trattato di Dublino".

"Il fatto solleva interrogativi preoccupanti. Le istituzioni non erano a conoscenza della situazione creatasi a Via dei Villini o semplicemente, una volta venuta alla luce la notizia, hanno risolto il problema con l'ennesimo sgombero? L'amministrazione Alemanno cosa celebra, i due arrestati nell'operazione o gli almeno 94 rifugiati politici sgomberati e lasciati all'addiaccio? E per questi è stata trovata una sistemazione?".

"Ci attendiamo una risposta
da parte del Comune di Roma e del Ministro degli Interni Maroni. Non vorremmo davvero - conclude Crispi -che, mentre i migranti si barricano sulle gru, come capita a Brescia, o vengono abbandonati,  come capita a quasi tutti i rifugiati e richiedenti asilo in Italia, il paese continuasse a discutere delle sorti di una giovane e avvenente marocchina, la cui storia, per quanto triste, sembra aver oscurato temi ben più importanti. Il livello di allerta dovrebbe essere massimo, ma tra blitz, sgomberi e cariche, qualcuno preferisce gettare benzina sul fuoco".