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Una bella vittoria: il Cnr assume i precari
Il via libera del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche alla stabilizzazione di altri 328 ricercatori e tecnologi è una buona notizia. "Finalmente i precari del Cnr, in lotta da mesi per vedersi riconosciuto il diritto alla stabilizzazione, sono stati assunti”. Lo hanno detto ieri pomeriggio i segretari generali della Cgil, Maurizio Landini e della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. “Questo risultato - proseguono - è il frutto di una grande battaglia unitaria delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil insieme al movimento dei precari uniti del Cnr. E di una grande mobilitazione che ha coinvolto non solo i precari ma tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’ente”. “La lotta contro il precariato nella ricerca - aggiungono Landini e Sinopoli - è una lotta per la ricerca pubblica e per il Paese. Questa vertenza è un esempio di come le cose possono cambiare grazie al protagonismo dei lavoratori. E si inquadra perfettamente nelle rivendicazioni più generali portate avanti unitariamente dalla Cgil, Cisl e Uil: Il futuro e il rilancio del Paese non possono prescindere dalla creazione di lavoro stabile”. Ora l’impegno è di difendere l’autonomia del Cnr e il suo ruolo centrale per definire un nuovo modello di sviluppo, concludono Landini e Sinopoli.
Sulle prime pagine
Le notizie principali che oggi rimbalzano nelle aperture dei quotidiani riguardano la scuola e il Natale. Sulla scuola è in evidenza la mossa del presidente del Consiglio, Mario Draghi che ha imposto il ripensamento sulla Dad a due ministri, Speranza e Bianchi che avevano preparato la circolare per mandare a casa intere classi in presenza di un solo contagiato. Il titolo più forte è quello di Repubblica: “Scontro sulla Dad”. Dopo la marcia indietro dei due ministri, ora il commissario Figliuolo potenzierà il tracciamento degli alunni, mentre il governo punta a vaccinare oltre la metà dei bambini tra i 5 e i 11 anni. La notizia è in evidenza anche su La Stampa: “Draghi ordina la retromarcia: niente Dad con un contagio”. “Dietrofront, sulla dad non si cambia”, è il titolo di apertura del manifesto che dedica però la copertina al Rapporto Svimez che fotografa una Italia a doppia velocità: oltre due milioni di famiglie risultano in povertà assoluta, 775 mila al Sud. Anche il Corriere della Sera mantiene l’attenzione principale sulla pandemia: “Vaccini, avanza l’obbligo. Germania e Grecia si aggiungono all’Austria. Caos per le notizie incerte su Omicron. Notizie molto interessanti quelle che troviamo sul Fatto Quotidiano a proposito dell'emergenza nell'emergenza: la mancata diffusione dei vaccini nei paesi più poveri, in particolare in Africa. Il Fatto dedica due pagine intere all'argomento, la 6 e la 7: "All'Africa solo briciole". Un’altra retromarcia (che piace molto alla destra) è quella che riguarda la decisione della Commissione europea di ritirare un documento di indirizzo sul linguaggio corretto degli auguri di Natale. La contesa era su un laico “buone feste” e un cattolico “buon Natale”. Per i giornali dell’aerea di centro destra “Il Natale batte la sinistra, ritirato il documento anti-cristiano di Bruxelles che imponeva di dire solo “buone feste”. E’ il titolo di Libero (a proposito di linguaggio da notare l’uso improprio del termine “cristiano”). Doppio salto mortale quello del commento di Renato Farina che lega la vicenda alla sconfitta della sinistra in Italia sulla legge Zan. Un’apertura che non c’entra nulla con la scuola e il Natale è quella del Messaggero che parla dello “statuto speciale per Roma”. Lo presenta in una intervista la ministra per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini: una riforma da realizzare in cinque anni. Asse Zingaretti-Gualtieri: Il Lazio parte subito e cederà alcune competenze alla Capitale. In prima pagina sul Messaggero una notizia che compare nelle pagine interne di quasi tutti i quotidiani: la presentazione delle linee guida per lo smart working del pubblico impiego firmate dal ministro Renato Brunetta. “Lavoro agile a metà: più tempo in presenza e il pc sarà aziendale”. Le altre notizie che vengono rilanciate accanto a quelle sulla Dad a scuola e alle polemiche sul politically correct riguardano ovviamente la pandemia e le misure per evitare un nuovo lockdown. Di questo parlano oggi vari esperti che ripropongono il consueto caleidoscopio di opinioni. Sfaccettature e punti di vista diversi che sono inevitabili in una lotta a un virus sconosciuto fino a qualche anno fa e per di più mutante.
Mascherine, richiami, vaccini ai bambini. Interviste e commenti
Su La Stampa parla Anna Teresa Palamara, capo del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità: “Omicron, finora nessun caso grave, con i richiami possiamo farcela”. (intervista di Paolo Russo a pagina 3). Sempre dal quotidiano torinese segnaliamo altre due interviste. Una è a Massimo Galli, infettivologo: “L’unico errore è sottovalutare la quarta ondata”: al chiuso bisogna stare tra vaccinati con un rischio di contagio cinque volte minore; i bambini vanno coperti il prima possibile per evitare le forme più rare della malattia. Un’altra intervista è a Matteo Bassetti, professore ordinario di malattie infettive: “Solo allarmismo, all’aria aperta la mascherina non è essenziale”. A pagina 5: i miei figli di 12 e 15 anni, dice Bassetti, sono vaccinati, io non esiterei nemmeno fossero più piccoli. Sull’Avvenire parla Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (Cts): “Ecco perché vaccinare i bambini subito” (intervista di Viviana Daloiso a pagina 5). Un commento molto interessante è quello di Emanuele Capobianco su La Stampa (p. 27). La nuova variante, battezzata Omicron dall'Organizzazione mondiale della sanità venerdì scorso, ha in poche ore fatto crollare le Borse mondiali, determinato il blocco di voli internazionali e contribuito a innalzare il livello di allerta in tutti i Paesi del mondo. Omicron ha anche accentuato l'urgenza di due decisioni, fondamentali per affrontare questa e le future pandemie, di cui si dovranno occupare le diplomazie internazionali questa settimana a Ginevra nell'ambito dei meccanismi multilaterali delle Nazioni Unite. Dalla conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio si attende una decisione sulla sospensione dei brevetti per i vaccini contro il Covid proposta dai governi dell'India e del Sud Africa. La sospensione dei brevetti aprirebbe la produzione di vaccini anti-Covid a industrie in paesi nel Sud del mondo, così aumentando grandemente il numero di dosi disponibili in futuro e riducendone i costi. Una simile iniziativa darebbe un forte impulso a aumentare la copertura vaccinale proprio nei paesi nei quali nuove varianti continueranno ad emergere in assenza dell'adeguata protezione fornita dai vaccini. Una decisione simile fu presa nel 2001, al picco della pandemia di Aids, consentendo una rapida distribuzione di farmaci antiretrovirali a basso costo che salvarono la vita a milioni di persone, particolarmente in Africa. La stessa lungimiranza politica è necessaria ora, al picco di una pandemia che ha già ucciso più di 5 milioni di persone nel mondo e in un contesto di profonda iniquità in cui la copertura vaccinale nei Paesi a basso reddito è inferiore al 5%...” Infine da segnalare il giudizio critico di Stefano Feltri su Domani delle misure decise dal governo Conte II nei mesi di pandemia: “La pandemia non giustifica gli errori, ecco tutte le falle del Conte II e del ministro Speranza (a pagina 10). Ovviamente critico anche il punto di vista di Maurizio Belpietro che su La Verità parla di “talebani del vaccino” che si incarterebbe sui richiami e le dosi corrette. Sul Sole 24 ore Giorgio Pogliotti rilancia la notizia: “Somministrazione: dalla fine del 2022 il limite temporale sarà ripristinato a 24 mesi”.
Manovra e dintorni
Mentre proseguono gli incontri politici del premier Draghi con i partiti politici, dopo l’incontro senza risultati tra il ministro dell’Economia, Daniele Franco e i sindacati sul fisco anche oggi si torna a parlare di quello che potrebbe trasformarsi presto in uno scontro sociale. Segnaliamo in particolare due titoli. Sul quotidiano della Cisl, Conquiste del Lavoro, è Giampiero Guadagni a fare il punto sul giudizio negativo dei sindacati e sulla decisione di proseguire la mobilitazione (a pagina 2). Sul manifesto, intervistato da Massimo Franchi, parla il segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri: “Ci trattano come scolaretti, senza modifiche sarà scontro” (a pagina 3). Su Collettiva.it è Roberta Lisi a fare il punto sulla “doppia bocciatura” del governo sulle tasse: “Cosa chiedono Cgil Cisl e Uil? – scrive Lisi -innanzitutto che gli 8 miliardi, seppur insufficienti, vengano destinati integralmente a lavoratori lavoratrici e pensionati. Che non venga abolita o ridotta l’Irap tanto più che con essa si finanzia la quota regionale del Sistema sanitario. E la redistribuzione dell’Irpef, ovviamente, deve andare soprattutto alle fasce di reddito basse e medie. Non solo, è necessario incrementare le risorse da destinare alla riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati, contrastare il lavoro nero e l’evasione e l’elusione fiscali. E, ovviamente, occorre finirla con gli incentivi a pioggia per le imprese. È bene ricordare, infatti, che negli ultimi anni le imprese hanno ricevuto otre 185 miliardi di euro e con l’attuale legge di bilancio a loro ne sono destinati altri 10.
Per quanto riguarda gli otto miliardi, oltre ad aumentarli, secondo i sindacati occorre operare sulle detrazioni per far aumentare il netto in busta paga, bisogna prevedere interventi sui lavoratori poveri, fino a 15mila euro annui. Infine, siccome il finanziamento al welfare deve aumentare e non diminuire, sarebbe cosa buona e giusta incrementare il prelievo fiscale sui redditi più elevati. Quello che invece non va fatto è ridurre l’Irap tanto meno abolirla, estendere la flat tax o introdurre altre tasse piatte, modificare l’Irpef in maniera regressiva. Ovviamente no a qualunque tipo di condono. Sempre su Collettiva si possono riascoltare in podcast le parole del segretario generale Maurizio Landini subito dopo l’incontro con il ministro Franco.
Quantificati i danni dell’assalto fascista alla Cgil
Ne parla Ilaria Sacchettoni sulle pagine romane del Corriere della Sera (p.7). “Tra librerie divelte, telecamere distrutte, stampanti sfasciate, portatili gettati a terra e perfino una tela di Ennio Calabria danneggiata, la Cgil è arrivata a una prima conta dei danni per l'assalto squadrista del 9 ottobre scorso, quando un gruppo di militanti di Forza Nuova, al grido di “Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi!” assaltò la sede del sindacato. La cifra, anticipata ai pm di piazzale Clodio che indagano su quelle devastazioni, supera i i6omila euro. Una somma che escluderebbe il danno al quadro per restaurare per il quale c'è già un'offerta di Dario Franceschini (“Si è proposto di aiutarci il ministero dei Beni Culturali”, dicono dal sindacato). La ricostruzione di quanto avvenne quel giorno appare chiara a questo punto. Tutto iniziò arringando la folla di no green pass radunata in piazza del Popolo: “Sapete che fanno gli italiani liberi? — gridò il capopopolo di FN Giuliano Castellino — Vanno a occupare la Cgil!” . Quindi la marcia lungo Villa Borghese fino a corso D'Italia, con corpi di polizia impotenti a fermare l'ascesa. Infine l'ingresso e le devastazioni, documentate sia dalle telecamere private (uno degli assalitori arrivò a filmare sé stesso all'interno degli uffici invasi) che da quelle esterne all'edificio di corso d'Italia. All'indomani dell'episodio Giuliano Castellino, Roberto Fiore, Fabio Corradetti, Luigi Aronica (ex Nar) più altri erano stati arrestati dalla Digos con le accuse di devastazione, saccheggio, adunata sediziosa e istigazione alla violenza. Così la gip Annalisa Mariano, convalidando l'arresto, aveva definito il blitz nei confronti della Cgil: “L'attacco alla sede del sindacato era stato pianificato in segno di sfida alle istituzioni e rappresentava, in concreto, un'azione di "sfregio" ai principi democratici e di pacifica convivenza”. Un misto di rabbia ultrà, rancore no vax e violenza politica secondo gli investigatori. Quanto alla difesa, sia Fiore che Castellino, nel loro interrogatorio, hanno sostanzialmente confermato i fatti tentando di attribuire ad alcuni agenti della Digos, nemici quasi storici delle frange estreme, parte delle responsabilità dell'escalation violenta. Una volta trasmessa in Procura la relazione del perito sui danni riportati, i magistrati potranno rapidamente chiudere l'indagine nei confronti degli assalitori e poiché le prove raccolte sono fin qui significative potrebbero addirittura chiedere il processo con rito immediato, senza passare per il vaglio del gip, almeno quelli che sono i leader della rivolta (gli indagati sono venti). Per il sindacato nazionale è stato un mese sciagurato: dopo l'assalto concreto ne hanno subito anche uno virtuale al loro Collettiva.it. Fortunatamente la reazione è stata immediata e, contro gli hacker, Collettiva.it ha chiuso gli accessi e messo in protezione il sistema. Un'inchiesta accerterà, anche qui, le responsabilità,
Altre segnalazioni da Collettiva.it
In apertura di parla di Fondi pensione sia come copertura complementare delle pensioni pubbliche sia come strumenti di finanziamento per l'economia reale. Sul sito anche una intervista al presidente del Fondo pensione dei metalmeccanici, Cometa, Riccardo Realfonzo e un intervento di Salvatore Casabona, segretario di Assofondipensione, l'associazione che raccoglie tutti i fondi negoziali italiani e responsabile previdenza complementare della Cgil nazionale. La segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti commenta le linee guida per il lavoro agile nel pubblico impiego presentate ieri dal ministro Brunetta. Nella rubrica Buona Memoria di oggi si parla di Rosa Parks, il coraggio di dire basta.
Tutti gli appuntamenti Cgil
Per il quadro completo delle iniziative Cgil vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale