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Mentre sui grandi quotidiani si continua a parlare di Covid, di colori delle Regioni e della battaglia dell’Europa contro le case farmaceutiche che hanno sfruttato la situazione a loro vantaggio, nella società civile emergono vari segnali di quella volontà di cambiamento che è necessaria per superare una delle fasi storiche più difficili degli ultimi anni. Anche dal mondo del lavoro e dei sindacati arrivano messaggi importanti a partire dalla gestione concreta della lotta alla pandemia.
“Siamo pronti a rilanciare i protocolli di sicurezza”
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, conferma “la disponibilità della confederazione sindacale ad avviare subito un confronto tecnico serrato per arrivare in tempi molto brevi a un aggiornamento dei protocolli sulla salute e sicurezza. Protocolli che hanno dato buoni risultati, ma che hanno bisogno di una manutenzione”. Per quanto riguarda la campagna vaccinale, il segretario generale della Cgil ritiene che “la realizzazione di punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro, debba essere uno strumento attuativo di un piano strategico nazionale, con un ruolo centrale del servizio sanitario nazionale anche nel gestire le priorità sui lavoratori più esposti. Questo per evitare che ci siano regioni, aziende e lavoratori di serie A e di serie B”. A Landini, “non convince l’ipotesi di vaccinare anche i famigliari nei luoghi di lavoro”, mentre ritiene “importante, il ruolo che possono svolgere i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (Rls), sul funzionamento dei protocolli e sulla campagna vaccinale nei luoghi di lavoro”. Circa l’aggiornamento dei protocolli, Landini ha voluto sottolineare “il ruolo che può avere l’Inail” , che nella prima fase della pandemia ha già dato un ”contributo importante”.
Le prime pagine
Corriere della Sera, Repubblica, Il Messaggero e La Stampa dedicano le loro aperture di oggi alla lotta contro la pandemia. Corriere: “Gli europei si sentono ingannati”, al vertice europeo Draghi attacca le case farmaceutiche sulle dosi. Confermato l’asse con Ursula von der Leyen: più severi sull’export. Sempre sulla prima pagina del Corriere il titolo di inchiesta sui “furbetti del vaccino” (Cesare Zapperi a pagina 9). La Repubblica: “Biden, promessa alla Ue: vaccini prima possibile”. Il presidente Usa al Consiglio europeo parla di un aumento della produzione, mentre le Regioni replicano al ministro Speranza: basta false accuse, abbiamo seguito le priorità indicate da Roma. Duro l’intervento del presidente del consiglio italiano Mario Draghi: siamo stati ingannati da AstraZeneca. Anche La Stampa apre sulla frase di Draghi: “Basta inganni da Big Pharma”. Sempre sul quotidiano torinese una intervista al presidente francese Macron che ammette i ritardi dell’Europa nella lotta alla pandemia: “L’Europa si è mossa come un diesel” (vedi più avanti). Sia La Stampa, sia soprattutto il Sole 24 ore che ci apre rilanciano la proposta di Draghi sugli eurobond. La zona euro, si legge sul Sole, ha bisogno di un titolo comune, un “safe asset” , per rafforzare il ruolo internazionale della moneta unica. Durante il Consiglio europeo Draghi ha invitato gli altri leader a prendere esempio dagli Stati Uniti che hanno l’unione dei mercati dei capitali, l’unione bancaria completa e un “safe asset”, il Treasury, tutti elementi che sono determinanti per affermare il ruolo internazionale del dollaro considerato un vero e proprio bene rifugio. Su varie prime pagine le fotonotizie sulla meganave portaconteiner che sta bloccando il canale di Suez determinando danni ingenti al mercato globale del trasporto merci. Con Il Messaggero si torna invece in Italia per parlare di zone colorate: “Lazio in arancio, scuole aperte”. Si allenta la stretta, ma le superiori restano chiuse. Mezza Italia ancora in zona rossa. Pronto il decreto valido fino ai primi di maggio: giallo rinforzato e stop alla movida alle 15. Anche su il Manifesto viene rilanciata la replica delle Regioni contro il ministro Speranza: “Basta accuse, mancano le dosi”. Ma il titolo forte di oggi per il giornale diretto da Norma Rangeri è sulla mobilitazione dei rider: “Non c’è pasto pe te”. Oggi sciopero nazionale dei rider per i diritti sul lavoro. Manifestazione in trenta città. Appello ai consumatori: “Non ordinate on line cibo a domicilio. Insieme ai ciclofattorini i lavoratori dello spettacolo e della logistica. Mobilitazione anche nel mondo della scuola: 60 piazze contro la Dad, la didattica a distanza.
#Nodeliveryday, sosteniamo la lotta dei rider
Da Milano a Palermo scatta la giornata di mobilitazione del settore della consegna del cibo a domicilio. Un settore, scrive Giorgio Sbordoni su Collettiva.it, che è diventato essenziale durante il lockdown e che ha visto fatturati in continua crescita, ma lavoratori sempre più sfruttati. I rider si rivolgono anche ai cittadini perché è essenziale che tutti coloro che usano questo servizio sostengano la loro lotta. Il big ben delle consegne è fissato per oggi. In decine di città italiane i rider chiedono ai clienti di esprimere solidarietà alla loro battaglia per i diritti non effettuando alcun ordine per dare un segnale forte alle piattaforme di recapito a domicilio. "Essendo altamente ricattabili, e non potendo esercitare diritti sindacali - spiega il comunicato del Nidil Cgil Modena - i rider non possono scioperare, per questo hanno indetto questa giornata di mobilitazione chiedendo la collaborazione dei cittadini e dei consumatori. Fanno appello alla sensibilità dei clienti affinché non si effettui nessuna ordinazione on line per tutto il giorno. Occorre dare un segnale di protesta concreta affinché le piattaforme riconoscano i diritti dei rider al pari di tutti gli altri lavoratori". Nell’articolo di Sbordoni il quadro di tutte le iniziative di lotta.
E oggi scioperano anche gli autoferrotranvieri
Mentre le aziende locali continuano a ricevere ristori da parte dello Stato, si ostinano a far melina sui temi del rinnovo del contratto, scaduto nel 2017. Per questo oggi autoferrotranvieri e internavigatori tornano a incrociare le braccia. Ha preso il via a mezzanotte di ieri lo sciopero nazionale di 24 ore di tutti i lavoratori del trasporto pubblico locale. La mobilitazione è stata proclamata unitariamente da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil trasporti, Faisa-Cisal, Ugl-Fna. In un comunicato spiegano come nonostante il contratto collettivo di lavoro sia scaduto nel 2017 le associazioni datoriali continuino a praticare tattiche dilatorie e, pertanto, a nulla sono serviti i tentativi messi in campo dal sindacato per scongiurare lo stop. “Da quattro anni aspettano il rinnovo del contratto – sottolineano le organizzazioni sindacali – necessario per recuperare la perdita di potere di acquisto dei salari, mentre le aziende del settore continuano a percepire ingenti contributi dallo Stato. Il decreto Sostegni ha appena stanziato 800 milioni di euro, che si aggiungono alle somme già ricevute per compensare la riduzione dei ricavi da traffico, causati dagli effetti della pandemia”. "Ci dispiace recare ulteriore disagio agli utenti in questa particolare situazione che il paese sta vivendo – affermano nella nota – in gioco ci sono il contratto, i diritti dei lavoratori ma soprattutto la qualità del servizio del prossimo futuro. L’atteggiamento tenuto dalle associazioni datoriali - sottolineano – dimostra come il sistema del trasporto pubblico italiano vada riformato al più presto perché l’eccessiva frammentazione, sono oltre 900 le aziende, sono alla base delle inefficienze che gli utenti rilevano giornalmente”. Vuoti e privi di contenuto – secondo i rappresentanti dei lavoratori – i ringraziamenti espressi dalle associazioni datoriali per la dedizione e la professionalità dimostrata nel continuare a svolgere il proprio lavoro, spesso in condizioni di grave disagio e mettendo a rischio la propria incolumità, in un momento difficile come quello attuale. "Quelle frasi – concludono i sindacati – appaiono solo come uno strumento per ottenere risorse”. Sul sito di Collettiva un video a cura di Davide Colella, "Soli al volante "
M’illumino di meno
Anche quest’anno la Cgil aderisce alla campagna promossa dal programma radiofonico Caterpillar di radio Rai2, “m’illumino di meno”, per la diffusione della cultura del risparmio energetico e di stili di vita sostenibili. La giornata di quest’anno, 26 marzo, è dedicata al “salto di specie”, a quell’evoluzione ecologica necessaria per uscire migliori dalla pandemia. Gli organizzatori chiedono agli aderenti di raccontare i piccoli e grandi salti di specie delle proprie vite. La Cgil è convinta della necessità di questa evoluzione, certamente a livello personale, ma anche e soprattutto a livello di scelte politiche ed economiche.
Il documento “Dall’emergenza al nuovo modello di sviluppo” della Cgil va proprio in questa direzione, declinando “le nostre proposte per affrontare e contrastare questa fase straordinaria con politiche coraggiose, attraverso una rivoluzione delle priorità e un cambiamento collettivo che ponga al centro delle politiche la persona e i suoi bisogni primari, a partire dalla salute, il territorio e l’ambiente. Lavoriamo a questo obiettivo ogni giorno, con la nostra attività a partire dalla contrattazione, il confronto con le istituzioni e le parti imprenditoriali e le alleanze con la società civile e i movimenti per la giustizia climatica. Un altro esempio a livello nazionale è la piattaforma Cgil, Cisl e Uil del dicembre scorso per “una giusta transizione per il lavoro, il benessere della persona, la giustizia sociale e la salvaguardia del pianeta”, ma tante sono le esperienze anche a livello territoriale e di categoria.
Interviste e commenti
Tra le interviste che troviamo oggi sui quotidiani spicca quella al presidente francese Emmanuel Macron, che non si tira indietro rispetto alle accuse mosse alla politica europea sulla lotta alla pandemia: “L’Europa – ammette Macron – si è mossa come un diesel” (intervista a cura di Nikos Aliagas a pagina 5). Ma nelle parole di Macron non c’è solo l’autocritica: gli Stati Uniti non hanno badato a spese per immunizzarsi, dovremmo farlo anche noi. Il turismo ripartirà già dall’estate, ma ci vogliono regole chiare per viaggiare con i passaporti sanitari. Il virus continuerà ad adattarsi: ci vorranno dei richiami. Ottimismo sul futuro delle produzioni farmaceutiche made in Europe: Saremo il secondo produttore al mondo di vaccini. Sul fronte del dibattito politico nazionale da segnalare una intervista a Matteo Renzi su Il Messaggero (p. 8) che annuncia la sua volontà di rimanere in Italia Viva perché nel 2023 diventerà “decisiva”. Un’altra intervista interessante è quella a Mario Tronti su La Stampa (p.10). “Finalmente Dem uniti, leadership femminile sempre più vicina”. Sull’Avvenire parla la ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti: “L’assegno unico è debito buono, proporrò l’aumento degli importi”. Tra i commenti da segnalare sul Sole 24 ore (p.16) quello firmato da Angelica Bonfanti e Andrea Goldstein: “Multinazionali e diritti umani, una relazione complessa che diventerà decisiva”. Sugli scenari europei da segnalare l’articolo di Sabino Cassese sul Corriere della Sera che parla del destino italo-tedesco sulla base del libro di Romano, Niglia e Valeri sui rapporti tra Italia e Germania (p.36). Sul Corriere della Sera 7 Dario Di Vico scrive su una delle tante promesse e annunci sul futuro del lavoro autonomo creativo (p.49). Su Repubblica molto critico il commento di Michele Serra contro i medici che si rifiutano di vaccinare.
Le altre proposte di Collettiva.it
L’apertura di oggi è dedicata allo Ius Soli con una videoscheda curata da Carlo Ruggiero e altre storie di immigrazione: Giorgio Sbordoni parla delle difficoltà di farsi riconoscere come infortunio il contagio da Covid Nella rubrica Buona Memoria si parla di Palmiro Togliatti
Tutta l’agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale e l’agenda di Collettiva.it