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L'articolo che segue è tratto dal n.4/2020 di Idea Diffusa, il mensile a cura dell'Ufficio lavoro 4.0 della Cgil realizzato in collaborazione con Collettiva. Clicca qui per leggere tutti gli articoli di questo numero dedicato alle smart cities., le città intelligenti.
Le tendenze demografiche dimostrano che un numero sempre crescente di persone si sposta dalle zone rurali alle aree urbane in tutto il mondo, mettendo a dura prova le infrastrutture ed i servizi esistenti. La popolazione mondiale invecchia e più della metà vive nelle grandi città. Si stima che entro la metà di questo secolo la percentuale degli abitanti nelle zone urbane crescerà dall’attuale 55% al 70% (UN 75 – I grandi temi: Una demografia che cambia). La mobilità intra ed extra urbana, l’approvvigionamento, l’utilizzo e la fornitura delle risorse energetiche, idriche, igieniche saranno elementi cruciali per la tenuta della società e lo sviluppo dell’economia ed è fondamentale il ruolo che la tecnologia potrà giocare nell’aiutare e sostenere il funzionamento delle reti, dei servizi e delle infrastrutture delle città attraverso l’IoT, l’Internet delle cose, incrementarne l’efficienza e raggiungere più facilmente la popolazione.
Moltissimi studi proposti da università, centri di ricerca, associazioni, classificano le città intelligenti sulla base dei criteri più diversi. In realtà, si può tranquillamente affermare che non esiste un unico modello di riferimento per definire una città intelligente, la smart city, né un elenco univoco di caratteristiche e relative istruzioni per trasformare una città tradizionale in un’area urbana moderna, performante, sostenibile, innovativa.
Secondo l’Unione europea, la città intelligente è “un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti attraverso l'uso delle tecnologie digitali e delle telecomunicazioni a beneficio dei suoi abitanti e delle sue attività… che va oltre l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) per un utilizzo migliore delle risorse e minori emissioni, con reti di trasporto urbano più intelligenti, un approvvigionamento idrico moderno, strutture per lo smaltimento dei rifiuti e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici…. Insieme a un'amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e attenti alle esigenze di una popolazione che invecchia”. Sono sei le dimensioni prese in considerazione nel definire e valutare l’indice di intelligenza della città.
Naturalmente, nelle varie classifiche emergono spesso quelle città in cui da tempo è stato avviato un percorso di modernizzazione e di sviluppo urbano basato sulla tecnologia, come Copenhagen, Londra, Amsterdam, New York, Tokio, Seoul, Singapore, Zurigo. Tuttavia, non soltanto le grandi metropoli sono oggetto di concentrazione dell’innovazione. Città più piccole, come Santander in Spagna, o Louisville negli Stati Uniti, per esempio, sono realtà in cui la tecnologia svolge un ruolo determinante nella vita quotidiana. In altre, come Songdo in Corea del Sud, le tecnologie smart sono state integrate dall’inizio, ovvero già in fase di progettazione, per permettere un utilizzo estensivo delle opportunità a disposizione (vedi collegamento bmw).
L’Ocse, L’organizzazione mondiale per il commercio e lo sviluppo, ha voluto affrontare il tema con un approccio legato all’inclusione, all’efficienza e alla vivibilità delle aree urbane, spostando il concetto di città intelligente, in quanto funzionale allo sviluppo e alla prosperità delle imprese, a città in grado di offrire migliori opportunità e benessere ai cittadini attraverso un corretto uso della tecnologia. La prima tavola rotonda dell'Ocse sulle città intelligenti e la crescita inclusiva (luglio 2019) ha evidenziato cinque elementi chiave per la valutazione delle città intelligenti.
La rivoluzione digitale offre opportunità senza precedenti che possono migliorare la vita di milioni di residenti nelle città, tuttavia non vi è alcuna garanzia che la rapida diffusione delle nuove tecnologie andrà automaticamente a beneficio di tutti i cittadini. Le politiche delle città intelligenti devono essere progettate, implementate e monitorate in quanto strumento diretto al benessere di tutte le persone. Secondariamente, realizzare città intelligenti non attiene solo alle amministrazioni cittadine o al settore privato. I governi nazionali possono e debbono svolgere un ruolo attivo per supportare soluzioni innovative, lo sviluppo delle capacità e il miglioramento complessivo. Valutare poi le prestazioni di una città intelligente è un compito complesso, ma fondamentale.
Lo sviluppo del tema della valutazione richiede un quadro globale, multisettoriale e flessibile, allineato con le priorità strategiche locali e nazionali e comprende l'efficienza, l'efficacia e le dimensioni della sostenibilità. Inoltre, le città intelligenti hanno bisogno di una governance intelligente. I modelli aziendali e contrattuali devono adattarsi rapidamente al cambiamento degli ambienti urbani e prevedere un approccio più olistico, a volte teso a riorganizzare piuttosto che limitarsi a deregolamentare e considerare l’impatto degli appalti pubblici anche nella fase precedente all’assegnazione degli stessi. Infine, i cittadini non sono solo destinatari, ma anche attori delle politiche delle città intelligenti. Mettere le persone al centro delle città intelligenti significa costruire politiche insieme ai cittadini nell'intero ciclo politico.
Un approccio olistico, che pone l’uomo al centro dello sviluppo sociale, economico e tecnologico della città, per incrementare la partecipazione, la giustizia sociale, l’inclusione, la sostenibilità, la trasparenza, resta il caposaldo della nostra idea di città intelligente. Una città sostenibile, partecipata, inclusiva, in grado di dare risposte efficienti a bisogni reali, effettivi, concreti.