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Le iniziative del sindacato
Ripresa industriale e infrastrutture. Oggi la Cgil affronta il tema strategico dello sviluppo sostenibile con un confronto tra sindacalisti, esperti e ministri. L’appuntamento è a Roma presso la sede nazionale di Corso d’Italia, 25 (sala Giuseppe Di Vittorio) alle ore 10. Alla fine della mattinata al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini verranno affidate le conclusioni del convegno promosso dalla Fillea Cgil dal titolo ‘Lavoro&Sviluppo. Le proposte del sindacato per una politica industriale delle infrastrutture’. Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming su Collettiva.it e sulla pagina facebook della Fillea Cgil. Ad introdurre i lavori sarà il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi. A moderare il dibattito Paolo Griseri, vice direttore de ‘La Stampa’, sono previsti gli interventi di Paola De Micheli, ministro per le Infrastrutture e i trasporti; Michele De Pascale, presidente Unione Province Italiane; Vito Miceli, vice presidente Anceferr; Andrea Vittadello, imprenditore edile e Stefano Malorgio segretario generale Filt Cgil.
Un altro appuntamento da segnalare riguarda il sindacato dei trasporti, la Filt Cgil, che festeggia i suoi 40 anni con una serie di dibattiti ed eventi che inizieranno oggi e si concluderanno il 21 ottobre. Si parte con due tavole rotonde: la prima alle 9.30 sarà dedicata al mare, la seconda, alle 14.30, ai porti È possibile seguire tutti questi incontri in diretta streaming su Collettiva.
L’allarme Covid sulle prime pagine
Al centro dell’attenzione di tutti i quotidiani l’allarme per il ritorno della pandemia. I titoli sono all’insegna di una grande preoccupazione. “Il ritorno dei divieti più duri” è il titolo di apertura del Corriere della Sera che cita le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Siamo nel pieno della pandemia, l’attenzione resti altissima”. Sulla prima pagina del Corriere, ma questa scelta la ritroviamo anche su altri quotidiani, la foto degli arbitri della partita tra Napoli e Juve annullata a Torino causa Covid. (tre a zero a tavolino per la Juve? si deve decidere). Anche Repubblica apre con il titolo “Contagi, l’allarme di Conte, scontro sulle regole del calcio”. Non si gioca Juve Napoli, duro confronto tra il ministro Speranza e i dirigenti della Lega di Serie A sul campionato italiano. Da segnalare la scelta di Repubblica di annunciare (nel balcone sopra l’apertura) la nuova Enciclica di Papa Francesco, “Fratelli Tutti”. Il giornale diretto da Maurizio Molinari sceglie una frase del pontefice: “Basta muri e nazionalismi, salviamoci insieme” e propone una riflessione sul ruolo del pontificato di Bergoglio in questo periodo storico con una intervista al filosofo Massimo Cacciari (a pagina 13). Oltre a Cacciari su Repubblica del papa scrivono Ezio Mauro e Carlo Petrini (“Tra Illuminismo e Cristianesimo”), Anche il Messaggero apre con l’allarme pandemia, scegliendo però come focus la scuola. “Scuola, distanze inesistenti. Ipotesi metà lezioni da casa”. I presidi scrivono alla ministra Azzolina sulle troppe carenze che si stanno riscontrando e sul caos sulle regole locali. Previsto per oggi un vertice con il governo, anche se il ministro della salute, Roberto Speranza conferma la volontà dell’esecutivo di tenere aperte le scuole. Intanto le Regioni mettono a punto un piano per regolare la didattica a distanza. (servizi di Evangelisti e Loiacono alle pagine 2 e 3). La Stampa apre con il titolo “In arrivo le maxi mute per chi è senza mascherina”. Previste sanzioni fino a 3 mila euro. Conte: il nemico non è ancora sconfitto. Il quotidiano diretto da Massimo Giannini propone anche una intervista al presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: giusto il rigore, ma non cediamo alla caccia alle streghe (vedi più avanti). Anche il Fatto Quotidiano apre con la pandemia: “Governo, stretta anti-Covid. Ma la Lega Serie A se ne frega”. Sui giornali della destra si parla di fisco (“Senza pietà, tornano le tasse”, è il titolo di apertura del Giornale) e di vaccini con una intervista su Libero a Silvio Garattini, fondatore dell’istituto Mario Negri che parla delle cure anti-virus. Notizia positiva sulla prima pagina del Sole 24 ore: “Università, crescono le matricole”. Nonostante il virus i primi dati che arrivano dagli atenei segnalano un incremento del 5 per cento rispetto alle iscrizioni dello scorso anno. (servizio di Eugenio Bruno a pagina 5).I commenti sulla notizia del giorno. Tra le interviste da segnalarne due al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che parla sul Corriere della Sera (Monica Guerzoni a pagina 3) e su Repubblica (Concetto Vecchio a pagina 4). Sempre sul Corriere della Sera parla – con toni alquanto critici – la presidente del Senato, Casellati: “Sullo stato di emergenza devono dirci la verità”. E sulla ripresa: “un progetto o il bazooka Ue sarà una pistola ad acqua” (Paola Di Caro a pagina 5). Sulla stessa scia delle parole della presidente del Senato, da segnalare un editoriale critico nei confronti del governo sul Messaggero. Lo firma Paolo Balduzzi: “Verso il Recovery Fund. La via stretta per la crescita e la lentezza dell’esecutivo”. Scrive tra l’altro Balduzzi: “Il rimbalzo dell'anno prossimo sarà più tecnico che sostanziale. Ciò che dovrebbe preoccupare di più il legislatore è la prospettiva di crescita nel medio e lungo periodo. Anche perché, e lo ha ricordato bene anche Banca d'Italia, alla fine della tempesta rimarranno comunque dei debiti da ripagare. E sarà possibile farlo solo preparando il sistema economico a crescere a sufficienza.”. Tornando però al Corriere della Sera da segnalare la rubrica settimanale “Dataroom” a cura di Milena Gabanelli e Danilo Taino che questa volta è dedicata alla Cina: Pechino pagherà se ha mentito sul Covid? (a pagina 19). A proposito di pandemia e di gestione delle emergenze, La Stampa propone invece una intervista al presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini che parla un po’ fuori dal coro: “Più rigore per far rispettare le regole, ma non cediamo alla caccia alle stteghe” (a pagina 8). Per il governatore emiliano, sarebbe sbagliato, spinti dall’emergenza, centralizzare di nuovo nelle mani dello Stato le funzioni della sanità: è necessario difendere l'autonomia decisionale dei territori. Non si dichiara contrario a misure più drastiche di prevenzione, ma invoca più rigore nel far rispettare quelle esistenti. “Non c'è nulla di più inefficace che inasprire le misure laddove non si riesce a far rispettare quelle che già ci sono”. Ovviamente Bonaccini precisa di non essere contrario ad una gestione nazionale della crisi: “La geografia del contagio – spiega - è costantemente mutata in questi mesi: continuo a pensare che un forte impianto unitario, insieme a una flessibile differenziazione regionale, sia il modo più efficace per dosare l'intervento su un paese lungo e stretto”.
Slitta la riforma fiscale?
Ne parla Enrico Marro sul Corriere della Sera (a pagina 14): “Rischia di slittare al 2022 la riforma dell'Irpef. È il risultato delle tensioni nella maggioranza e nel governo e delle poche risorse a disposizione per il 2021. La Nadef, Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare questa sera, oltre a confermare l'aumento del taglio del cuneo (bonus Renzi incrementato fino a Zoo euro) per i redditi da lavoro dipendente fino a 40 mila euro (una voce che per il 2021 richiede due miliardi), apre, sul fronte fiscale, uno spazio di bilancio per circa 6 miliardi. Che pero serve per l'attuazione del disegno di legge delega sul Family act (attualmente fermo al Senato), che prevede l'introduzione dell'assegno unico per ogni figlio fino 21 anni. Si parla di 200 euro medi al mese modulati sull'Isee, ma questi aspetti dovranno essere definiti dai decreti attuativi del governo appunto, sostituendo gli attuali sgravi fiscali per i carichi familiari (detrazioni, assegni e bonus). II tutto partirà, nella migliore delle ipotesi, nel corso del 2021. E sempre con un disegno di legge delega, che accompagnerebbe la manovra, dovrebbe partire il percorso per la riforma dell'Irpef, che quindi potrebbe essere applicata solo dal 2022. Del resto, se l'obiettivo dichiarato è quello di far pagare meno tasse al ceto medio, servono ingenti finanziamenti. Ma quelli disponibili per il 2021 dovrebbero essere appunto utilizzati prioritariamente per la conferma del taglio del cuneo, altrimenti circa 6 milioni di lavoratori si vedrebbero cancellato o ridotto il bonus in busta paga. E poi per aiutare le famiglie, realizzando il primo modulo della riforma, cioè l'assegno unico per i figli, mentre per i moduli successivi bisognerà attendere…”.
Reddito di cittadinanza, a rischio le ricariche
Ne parla sul Messaggero Francesco Bisozzi a pagina 8: “Reddito di cittadinanza, assegni a rischio taglio, i fondi non bastano”. E’ boom di domande a causa del Covid. Mancano già 2 miliardi di euro per il 2021. In caso di risorse insufficienti, il Tesoro sarà costretto a ridurre l’importo dell’aiuto”. Scrive tra l’altro Bisozzi: “A rischio le rlcariche dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Dal 2021 importi più bassi per i percettori se il governo non troverà due miliardi di euro per aumentare il limite di spesa autorizzato per l'anno prossimo. L'asticella deve salire da 7,3 ad almeno 9,3 miliardi di euro, altrimenti le risorse non basteranno per tutti. In caso di esaurimento dei fondi stanziati la legge prevede che vengano ridotti i benefici erogati agli aventi diritto per rendere la misura sostenibile sotto il profilo finanziario. La platea dei percettori del sostegno, per effetto del Covid-19 e del fallimento della misura sul fronte degli inserimenti lavorativi, in questi ultimi mesi è aumentata oltre le attese e di conseguenza anche la spesa mensile per le ricariche è cresciuta rapidamente, passando da 526 a oltre 680 milioni tra gennaio e settembre. Se il numero dei nuclei raggiunti dal reddito e dalla pensione di cittadinanza dovesse rimanere quello attuale, più di 1,3 milioni famiglie, per un importo medio erogato di 524 euro, allora nel 2021 la misura verrebbe a costare già più di quanto preventivato, 8,2 miliardi. Ma le proiezioni sulla spesa per il sussidio nel 2021 che circolano in questi giorni al ministero dell'Economia dipingono un quadro peggiore”…
Alluvioni sintomo dei cambiamenti climatici
Lo spiega bene sul Fatto Quotidiano l’esperto Luca Mercalli: “Metà della pioggia di un anno in 24 ore: è un sintomo dei cambiamenti climatici. Il Mediterraneo è troppo caldo e genera piogge distruttive” (a pagina 2). “Per comprenderle – scrive tra l’altro Mercalli - servono più discipline: meteorologi, climatologi, geomorfologi, idrologi, ingegneri idraulici, urbanisti. Proviamo a scomporre i diversi elementi del disastro di Limone Piemonte e della Valle Roya francese. Il primo ingrediente sono 600 millimetri di pioggia in meno di ventiquattr'ore. Cioè seicento litri al metro quadro che da quote oltre i duemila metri scendono a valle con potenza distruttiva. Si tratta di una precipitazione eccezionale, che non ha precedenti nelle serie di misura della zona, iniziate nel 1913. È metà della pioggia media di un anno caduta in un giorno su un territorio non abituato a simili quantità. Quindi la piena è assicurata. Secondo ingrediente i cambiamenti climatici. Di piogge alluvionali ce ne sono sempre state nei nostri territori ma ora il riscaldamento globale scalda pure il Mediterraneo produce più vapore disponibile per la formazione delle piogge, quindi le sta amplificando, rendendole più intense e più distruttive. Di fronte a questi valori inediti non c'è manutenzione del territorio che tenga: dimenticatevi di trattenere queste quantità d'acqua solo pulendo i fossi o rattoppando i muretti a secco : viene giù tutto e basta. Il problema ovviamente si accresce via via che scendendo a valle la piena incontra le infrastrutture e gli edifici umani: il ponte troppo basso come quello di Garessio che ogni volta che il Tanaro va in piena rigurgita le acque in paese va abbattuto e rifatto più alto proprio in previsione dei maggiori apporti di pioggia che avremo in futuro. I ponti romanici travolti sulla Roya che resistevano da mille anni sono invece la prova dell'intensità inedita dell'evento e andranno ricostruiti tenendone conto. Ovviamente le case lungo il fiume sono state spesso frutto di scelte urbanistiche scorrette dell'ultimo mezzo secolo e non dovranno essere ricostruite negli stessi luoghi: bisognerà lasci are ai corsi d'acqua delle fasce di esondazione sempre più ampie in previsione dell'aumento degli eventi estremi..”
Segnalazioni dal sito di Collettiva.it
Per quanto riguarda le iniziative di approfondimenti di Collettiva.it da segnalare per oggi un apertura dedicata al lavoro delle donne, “Le ragazze del futuro”, con un video realizzato da Davide Colella, un articolo di Giorgio Sbordoni su una ricerca su donne e lavoro in Veneto e un commento video della vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi. Sempre sul sito di Collettiva da segnalare l’intervista di Maria Antonia Fama al regista Massimiliano De Serio, che firma le sue pellicole insieme al fratello Gianluca, ha portato a Venezia "Spaccapietre", un film che parla di sfruttamento e nuove schiavitù. "Fare un film che parla di lavoro, oggi, è quasi una via obbligata". Per Massimiliano De Serio, che firma le sue pellicole insieme al fratello gemello Gianluca, il cinema non può prescindere dal tema del lavoro. "Un'arte popolare" secondo il regista, in cui questo argomento ricorre continuamente, sin dall'invenzione del cinematografo. Martina Toti racconta invece il confronto tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi a Vicenza. Sui temi delle trasformazioni del lavoro da segnalare gli approfondimenti sull'intelligenza artificiale tra cui una videoscheda a cura di Davide Orecchio.
Lutti. Cordoglio in Cgil per la scomparsa di Alessandro Cardulli
Una vita nelle file della militanza della confederazione a fianco dei lavoratori e dei pensionati, si legge in un comunicato diffuso ieri da Corso d’Italia. Cardulli è stato un uomo di grande passione politica spesa come giornalista -cronista dell’Unità- attento e partecipe delle battaglie della Fnsi di cui fu anche Segretario nazionale, ma sempre sensibile alle vicende dell’intero mondo del lavoro. Una propensione che lo portò a dirigere l’Ufficio Stampa nazionale della Cgil nella fase calda delle grandi lotte e conquiste sindacali degli anni ‘70, durante la Segreteria generale di Luciano Lama. Alessandro Cardulli ha diretto anche importanti strutture della Cgil, a fianco dei lavoratori della Filis prima e poi ancora dei pensionati dello Spi, di cui fu Segretario nazionale. La libertà di opinione, la difesa della libertà di stampa e l’impegno verso tutto il lavoro dipendente, contro ogni forma di sfruttamento e di precarietà della sua condizione, sono sempre stati la sfida da vincere di ogni sua fatica. Ultima, la direzione dell’online Jobs News con cui ha dato voce al protagonismo delle lavoratrici, dei lavoratori e pensionati, e fatto uscire dal cono d’ombra il lavoro disperso e silenzioso dei troppi giovani e meno giovani, donne e uomini, senza diritti.
L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.it