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Si apre con un ricordo di Carlo Smuraglia il n. 2/2022 della Rivista Giuridica del Lavoro. “Un avvocato, un professore universitario, un politico”, lo descrive Olivia Bonardi, professoressa ordinaria di Diritto del lavoro all'Università di Milano. Che subito dopo aggiunge: “Un uomo delle istituzioni, si direbbe, ed è stato anche detto, ma questa è una visione riduttiva. Carlo era prima di tutto un uomo della società civile. Deposte le armi imbracciate per liberare l'Italia dal nazismo e dal fascismo, ha continuato a combattere la battaglia per la democrazia con le armi del diritto e della cultura”.
Nel corso della sua lunga vita, Smuraglia ha passato sicuramente più tempo nelle piazze, nelle sedi sindacali, nelle associazioni che nelle sedi istituzionali (sempre presente il 25 aprile), “ed era spesso nelle scuole a parlare con i giovani di fascismo, di diritti e di Costituzione. Perché quello che contava di più, per lui, era il percorso collettivo, mediante il quale ci si poteva riconoscere nei valori comuni e crescere”.
Contrattazione collettiva
Entrando nel merito della prima parte del fascicolo (Dottrina), questo è incentrato sul tema della contrattazione collettiva, con studi afferenti in particolare alla rappresentatività sindacale, ai nuovi sistemi di inquadramento, alla contrattazione relativa al lavoro non standard e al part time. “Il sistema negoziale gestito dai sindacati confederali storici e dalle contrapposte organizzazioni datoriali – scrivono Cristina Alessi e Alessandro Bellavista, docenti di Diritto del lavoro alle università rispettivamente di Brescia e di Palermo – è esposto alla concorrenza al ribasso, e quindi al dumping contrattuale e salariale, da parte dei cosiddetti universi contrattuali paralleli”.
Questi contratti “paralleli” – quelli sottoscritti da sigle sindacali poco o nulla rappresentative – hanno quasi sempre contenuti deteriori rispetto ai contratti firmati dai soggetti negoziali storici. “Non si può negare – proseguono Alessi e Bellavista – che, ormai, di fronte all'estrema frammentazione del sistema contrattuale, sia giunto il tempo di escogitare rimedi per impedire che un esercizio perverso della libertà sindacale operi a danno di coloro (i lavoratori) che dovrebbero, invece, essere protetti da essa”. Una soluzione a tale spinoso e non più rinviabile problema viene indicata dagli stessi docenti di Diritto del lavoro: l'approvazione di una legge sulla rappresentatività ai fini della contrattazione collettiva, “a seguito della quale i contratti collettivi siglati dai soggetti più rappresentativi, sulla base dei meccanismi di misurazione ivi contenuti, acquisiscano efficacia generale nei settori di riferimento”.
Tre saggi sulla tutela del reddito (“chiave di volta per un mercato del lavoro sostenibile”), sugli accordi collettivi in materia di lavoro autonomo e sulla conciliazione vita-lavoro, assieme alla rubrica Problemi di diritto sociale europeo e internazionale, dedicata per questo numero della rivista a un approfondimento sul tema della libertà d'impresa tra mercato e diritto, chiudono la prima parte di RGL n. 2/2022.
Diritti sociali degli stranieri
Nella seconda parte del fascicolo (Giurisprudenza), da segnalare alcuni commenti a varie sentenze della Corte di cassazione e della Corte di Giustizia sulla tutela antidiscriminatoria, della Cassazione sulle clausole sociali e di merito in tema di tempestività del licenziamento e di rider. La rubrica Il caso riguarda i diritti sociali degli stranieri nelle recenti decisioni della Corte Costituzionale. Al centro dell'analisi della rivista tre sentenze della Consulta in tema di reddito di cittadinanza, di reddito di inclusione e di assegni di natalità e di maternità. Ambiti assai delicati, in cui sempre più spesso la Corte è chiamata in causa, costretta a muoversi “tra la necessità, da un lato, di garantire i valori costituzionali di solidarietà e inclusione – spiega Roberta Nunin, docente di Diritto del lavoro all'Università di Trieste – e, dall'altro, di applicare un tessuto legislativo articolato e talora sfilacciato”.
Nella fattispecie delle sentenze prese in esame da RGL, il sostanziale riconoscimento dei diritti sociali ai migranti da parte della Consulta, diviene un importante banco di prova – argomenta ancora Nunin – perché “è proprio sulla volontà e capacità di trasformarlo da campo minato a terreno fecondo che si gioca una partita che travalica la (pur importante) tutela del singolo e investe la comunità, ovvero il modello di società che vogliamo realizzare”. Un modello, continua la docente, “nel quale la nostra Costituzione ci chiede di valorizzare la solidarietà, quale ponte tra libertà ed eguaglianza”.
Completano la seconda parte le sezioni dedicate al Diritto sindacale, in cui si commenta una sentenza di merito su condotta antisindacale e piattaforme digitali, alle Controversie di lavoro, con una sentenza della Cassazione sulla decadenza speciale, e alla Sicurezza sociale, con una sentenza della Corte costituzionale sulla Naspi.
Nella sezione Osservatori online sono collocati l’Osservatorio sulla Corte di giustizia dell'Unione europea e sul Lavoro pubblico, mentre la rubrica Approfondimenti della RGL Giurisprudenza Online ospita commenti a sentenze della Corte costituzionale (stabilizzazione nella Pa e protezione sociale dei detenuti), della Cassazione (contrattazione di prossimità, sicurezza sul lavoro e lavoro sportivo) e di merito (clausola di inscindibilità del contratto collettivo, congedo straordinario, lavoro nelle società a controllo pubblico e trasferimento d'azienda).