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La fiducia della Camera al Governo è la notizia che campeggia sulle prime pagine di tutti i quotidiani di oggi. Il Corriere della sera apre con “Primo sì, Conte alla sfida finale. Maggioranza assoluta alla Camera, oggi la prova più difficile del Senato”, la Repubblica sceglie: “Conte, una fiducia fragile. Il premier chiude a Renzi e incassa 321 voti alla Camera”; il Sole24Ore: “Richiamo Ue: Recovery da rafforzare. Governo, oggi scontro finale al Senato”. La Stampa opta per “L'appello di Conte: 'Aiutateci'”, mentre il Messaggero apre con “Conte, maggioranza debole”. Il Fatto quotidiano e il Manifesto scelgono due grandi foto del presidente del consiglio con titoli brevi: “Renzi chi?” il primo, “Buona la prima”, il secondo.
Interviste
Sul Corriere della Sera, a pagina 17, Massimo Gaggi intervista Larry Irving, l'”architetto” della legislazione Clinton sulla rete. “Non metti il cucciolo di una renna nella stessa gabbia di un orso polare – si legge - sono animali diversi, finisce male. Per questo negli anni '90, quando varammo quella che, poi, sarebbe diventata la legislazione di Internet, cercammo di ridurre al massimo regole e vincoli: allora la preoccupazione era di non uccidere i neonati dell'economia digitale nella culla. Ma poi i neonati sono diventati giganti, bisognava intervenire: oggi tre-quattro persone non elette - Zuckerberg, Dorsey, Bezos - usano in modo discrezionale un potere sterminato”.
Sullo stesso tema, la Repubblica, a pagina 28, pubblica un'intervista ad Ethan Zuckerman, ex direttore del Mit Center for Civic Media, a firma di Jaime D'Alessandro. “La vera questione che bisognerebbe porsi è se sia giusto che dibattiti pubblici avvengano sui social network privati - , spiega da Boston -. Ma vedo che a destra si continua a parlare di censura, mentre a sinistra la critica è quella di essere intervenuti troppo tardi. Queste piattaforme sono di aziende private e possono decidere liberamente le norme che regnano al loro interno. Lo scontro era inevitabile e comunque la mossa di Twitter non è stata un fulmine a ciel sereno”.
La Stampa, a pagina 15, ospita invece le risposte della commissaria Ue all'immigrazione Ylva Johansson alle domande di Marco Bresolin. Si parla di Frontex: “Dopo le accuse, ho subito chiesto chiarimenti al direttore esecutivo. Ma le sue risposte non sono state soddisfacenti. Per questo ho chiesto una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione per fare luce. Ce ne sono state diverse e domani ce ne sarà un'altra”. Quali sono le domande alle quali Frontex non risponde? “Ci sono queste accuse di respingimenti illegali. Inoltre, in base al regolamento, dovrebbe do- tarsi di 40 osservatori per il rispetto dei diritti umani che invece non ci sono. Bisogna fare chiarezza e rimediare. Le nostre agenzie devono rispettare al 100% i valori fondamentali Ue e devono essere in grado di dimostrarlo in modo efficiente”.
Su Avvenire, a pagina 6, Arturo Celletti intervista Romano Prodi sulla crisi di governo: “I numeri saranno risicati, ma ci saranno. Poi potranno anche crescere”, dice, e ancora “Quei numeri, però, non cresceranno mediando, ma solo correndo in avanti. Il Paese ha bisogno di uscire dalla pandemia con qualcosa di grande, di nuovo. C'è bisogno di proposte con la P maiuscola e se fossi matto metterei in questa lista anche il Servizio civile obbligatorio”.
A pagina 3 di Milano Finanza, poi, Angela Zoppo intervista Michele De Palma della Fiom sulla nascita di Stellantis. “L'amministratore delegato - dice - ha compiuto un atto importante fissando subito un incontro con tutti i sindacati italiani. Per noi ha valore in sé il fatto che apra un confronto. Per la Fiom l'importanza è valorizzare il ruolo dei metalmeccanici, che dagli enti centrali alle linee di montaggio, sono il valore aggiunto su cui chiederemo di investire. La capacità di progettazione e produzione ha una potenza in parte inutilizzata nel nostro Paese, ed è un' arma per Stellantis se l'obiettivo è lo sviluppo della mobilità sicura ed ecologica, e aumentare la produzione per garantire l'occupazione di lavoratori oggi ancora in cassa. Per realizzarlo, bisogna scrivere un nuovo sistema di relazioni che valorizzi l'intelligenza dei lavoratori”.
Editoriali e commenti
Su Repubblica , a pagina 4, Concita De Gregorio racconta il discorso di Conte alla Camera: “Concavo e convesso, Conte si porta su tutto. È come il beige. Non stona, non lo noti. Può stare al fianco di Salvini o di Di Maio, di Trump, di Biden, di Mastella. Duttile, composto, sa usare le posate e non si offende se lo offendi. Autosufficiente, indifferente, è come i gatti che stanno con chi gli dà da mangiare ma non si affezionano davvero a nessuno”. E ancora: “ Seducente proprio perché domestico ma inaccessibile - è del resto questo il principio del narcisismo: l'indifferenza a tutto quel che non riguardi te medesimo - il premier dalla piega di capelli impeccabile si presenta di fronte all'aula del Parlamento sovrano alle 12 e 13 minuti di un lunedì, 18 gennaio”.
Su Matteo Renzi, a pagina 13 del Fatto, scrive invece Francesca Fornario: “Far cadere un governo che si ritiene inadeguato non è da irresponsabili e lo spauracchio del centrodestra non può essere il collante di un governo di centrosinistra, soprattutto se guidato dal presidente di un governo di centrodestra. Non paragonerei Renzi all'allora segretario di Rifondazione Bertinotti. Ricorda più Mastella, che fece cadere Prodi perché i giudici indagarono sua moglie. Bertinotti andò allo scontro perché Prodi si oppose alla settimana lavorativa di 35 ore, approvata in Francia. Quanti disoccupati in meno ci sarebbero se avessimo approvato quella riforma? In Francia, in tre anni, i posti di lavoro netti generati dal provvedimento sono stati 350mila, con un tasso di occupazione salito del 3,4%. Renzi non sbaglia modi e tempi, sbaglia i contenuti”.
A pagina 19 del Sole24Ore, poi, Cristina Sivieri Tagliabue si occupa di lavoro e donne: “Dati Censis alla mano, contiamo il 6o% del lavoro andato perso nel 2020. Abbiamo dovuto scegliere i figli o la professione e abbiamo scelto i figli perché non potevamo fare altro, ma non è giusto. Le lavoratrici autonome che sono riuscite a non lasciare (e hanno chiuso in 29mila) hanno perso il 15%del fatturato. Chi ha un lavoro fisso - se non è in cassa integrazione - sta invece aspettando la gogna dello sblocco dei licenziamenti: un posto su dieci salterà afferma la Fondazione studi consulenti del lavoro. Non è giusto neanche questo perché il costo della vita resterà uguale o aumenterà. Le bollette sono già cresciute. E senza il nostro sacrificio, e senza la silenziosa forza lavoro di cura femminile il castello delle chiacchiere dei politici sarebbe già crollato sotto la spinta di insostenibili tensioni sociali”.
Il fondo della Stampa è invece affidato ad Alan Friedman: “A differenza dell'Italia, nonostante la sua attuale crisi politica, la democrazia statunitense è stata davvero messa a repentaglio nelle ultime settimane, sfidata da un'insurrezione armata - si legge -. E a incitare la violenza è stata proprio la figura che dovrebbe proteggerci da pericoli simili: il nostro presidente. Comunque, Trump se ne sta andando, e il 20 gennaio avremo un nuovo governo. Cercheremo di portare a termine una transizione pacifica ma l'inaugurazione cade proprio nel cuore di un lockdown arma. In tutto questo, il Senato si prepara a processare Trump per aver aizzato i suoi all'insurrezione. È davvero un'epoca di tumulto e cambiamento a Washington”.
Lavoro, sindacato, welfare
Ampio spazio sui quotidiani è concesso all'esordio di Stellantis in Italia. Sul Corriere, a pagina 30, ne scrive Bianca Carretto. “Oggi Carlos Tavares, l'amministratore delegato di Stellantis, è atteso a Torino e il suo primo impegno pubblico sarà dedicato a visitare le nuove strutture e a conoscere la sua nuova squadra – si legge -. Entrerà a Mirafiori, il comprensorio industriale in stile Novecento inaugurato nel 1939 che è stato la seconda fabbrica della Fiat quando quella del Lingotto era diventata insufficiente. L'impianto di Mirafiori ha dato il nome a tutto il quartiere a sud di Torino: due milioni di metri quadrati percorsi al suo interno da 20 chilometri di linee ferroviarie e da n chilometri di strade che, anche sotterranee, conducono nelle aree lavorative. Tavares si fermerà di fronte alla palazzina degli uffici, dove è già stata posta l'insegna 'Stellantis' e dove le bandiere bianche già riportano il nuovo esordiente logo”.
Sempre sul Corriere della sera, ma a pagina 33 Enrico Marro scrive di salario minimo: “Ci sono più di 2,8 milioni dl lavoratori che guadagnano meno di 9 euro lordi l'ora e per questo la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, rilancia l'idea di un salario minimo orario per legge che intervenga come un ' salvagente nel caso in cui non sia il contratto collettivo di lavoro a garantire una retribuzione dignitosa. Catalfo lo ha detto ieri in audizione alla commissione Lavoro del Senato”.
Si parla invece di scuola a pagina 4 del Manifesto. Roberto Ciccarelli scrive: “Seicentoquarantamila studenti delle scuole superiori sono tornati a fare lezione anche in presenza, alternandosi al 50% con la didattica online nel Lazio, in Piemonte, Emilia Romagna e Molise. Ora si resta in attesa di capire se il governo o le regioni riusciranno a raggiungere quota 75% di presenze alternate tra classe e abitazione oppure saranno costretti a rimandarli a casa davanti a un pc per un repentino aumento della curva pandemica, la cosiddetta 'terza ondata' del Covid. Com'è già accaduto a ottobre. È questa incertezza di fondo ad avere spinto molte altre regioni a riaprire in ordine sparso e stracciare l'intesa con il governo definita al buio”.
Sulla Stampa, a pagina 17, Carlo Bologna si occupa invece di Amazon: “In autunno aprirà a Novara un nuovo centro di smistamento che entro tre anni porterà all'assunzione di 900 addetti con contratti a tempo indeterminato, stipendi da 1500 euro lordi e benefit come l'assicurazione integrativa sugli infortuni. Ieri il colosso mondiale dell'e-commerce ha annunciato anche l'apertura, sempre a fine anno, di un centro di smistamento a Spilimberto, nel Modenese, che occuperà 200 addetti”.
Roberto Rotunno del Fatto Quotidiano, a pagina 16, scrive poi di collaboratrici familiari. “In Italia c'è stato un boom di assunzioni durante il primo lockdown - si legge -, anche grazie a una serie di bonus concessi dal governo e soprattutto alla sanatoria voluta dalla ministra Teresa Bellanova, eppure la gran parte delle lavoratrici domestiche in Italia resta in nero. Ogni dieci tra colf e badanti, sei sono irregolari, in pratica oltre un milione di posizioni che 'sfuggono' all'Inps. Queste sono le stime di Domina, l'associazione dei datori di lavoro domestico, che si riferiscono al 2019 ma, a vedere le proiezioni, tutta la raffica di interventi a sostegno messi in campo in questi mesi non sembra aver spostato di molto gli equilibri”.
Si torna a parlare infine di Ilva a pagina 13 del Secolo XIX: “Mancano le risorse per la cassa integrazione dei lavoratori rimasti in Ilva As. Lo denuncia la rsu dello stabilimento ArcelorMittal di Genova dopo aver verificato con Regione Liguria 'come le risorse destinate alla Cig straordinaria non siano ancora state inserite dal governo nel decreto Milleproroghe e non risultino nemmeno nel decreto Ristori'. La rsu parla di 'governo pasticcione o in malafede. La nostra unica soluzione - aggiunge - è rimodulare le ore di lavoro con Società per Cornigliano al fine di mantenere costante il nostro reddito come previsto dall'Accordo di programma”.
Alla vigilia dell'insediamento del nuovo presidente alla Casa bianca, oggi Collettiva, apre sulle nuove prospettive degli Stati Uniti di Biden.
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