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Prime pagine
Le tre emergenze, quella sanitaria, quella economica e quella sociale occupano le aperture di oggi. Il sole 24 ora si concentra sulla seconda e titola: “Ecco gli indennizzi per chi chiude, fino a quattro volte quelli del lockdown". Taglio diverso per il Corriere della Sera: "Rabbia in piazza, politica divisa", ma simile a quello di La Repubblica: "Virus di piazza e di governo." Più vicina alla scelta del quotidiano di Confindustria quella de Il Messaggero: "Chiusure, il governo diviso. Conte: risarcimenti doppi", mentre La Stampa titola sugli scontri nel capoluogo piemontese: "Rivolta a Torino, assalto ai negozi". L’Avvenire sceglie di occuparsi dell’emergenza economica che è anche sociale e afferma: "In cerca di ristoro". Scelte diverse compiono il Fatto Quotidiano e il Manifesto. Il primo titola: "Tamponi lombardi in treno per il Napoli", mentre il quotidiano comunista dedica al "Sipario strappato" la foto notizia di apertura.
Interviste
Luca Monticelli a pag. 7 de La Stampa pubblica una conversazione con la segretaria generale della Cisl Anna Maria Furlan preoccupata dalle tensioni sociali: “C’è tanta preoccupazione tra le persone, è per questo che abbiamo chiesto a Conte di convocare le parti sociali e definire insieme una strategia di intervento per affrontare insieme la pandemia. Ha ragione il nostro presidente Mattarella: occorre unità, concordia nazionale, coesione. Se ne esce se tutti remiamo nella stessa direzione: governo regioni e parti sociali”. E la dirigente sindacale torna a riproporre una richiesta già inoltrata insieme a Landini e Bombardieri: blocco dei licenziamenti. La convocazione a Palazzo Chigi, ricordiamo, è giunta alle confederazioni nella tarda sera di domenica, l’appuntamento tra Cgil Cisl e Uil e il presidente del Consiglio è per mercoledì 28 alle 16, ovviamente attraverso internet.
Sempre sul tema licenziamenti e cassa integrazione La Repubblica intervista l’amministratore delegato della nota cosa di moda Prada, Patrizio Bertelli che sostiene: “Licenziare significa rovinare un tessuto produttivo che ha cinquant’anni. Da oriente segnali confortanti per moda e lusso. La cassa integrazione deve durare fino all’arrivo del vaccino” e poi Bertelli rivolge un invito: “chiedo ai sindacati di unirsi a noi perché l’esecutivo rimetta imposte agevolate sugli straordinari. Se c’è chi si ferma altri lavorano di più”. Certo ricette diverse quelle dell’Ad di Prada rispetto a quelle di Bonomi, ma magari chi ha molto lavoro potrebbe redistribuirlo tra lavoratori invece che spingere sugli straordinari…..
Ovviamente spazio anche ai governatori, quello della Sicilia Nello Musumeci, a pag. 6 del Corriere della Sera afferma che il governo ha compiuto scelte irragionevoli e che i locali devono rimanere aperti fino alle 23. Francesco Vitale de La Repubblica fa parlare quello dell’Emilia Romagna Stefano Bonacini che non concorda con il suo collega siciliano: “Sbagliato dividersi, la stretta era indispensabile, non basta annunciare i ristori – aggiunge – bisogna dire che siano adeguati e che arrivino prestissimo”. Infine Cirio, presidente del Piemonte, sulle pagine di Libero Quotidiano afferma: “Sui tamponi Piemonte e Veneto le migliori”.
Non sembra cogliere l’invito all’unità che arriva da più parti la ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova che affida a La Stampa la sua critica al Dpcm: “C’è stato un asse tra ministri. Ho ribadito più volte che la chiusura dei locali alle 18 e quella di cinema e teatri era un errore. Il paternalismo fa solo danni”.
Infine Gabriele Lavia su il Fatto Quotidiano e Francesco Rutelli su Il foglio, tornano a criticare le chiusure di cinema teatri e sale da musica.
Editoriali e commenti
Sul Corriere della Sera Antonio Polito parla di rabbia e frustrazione, rabbia di chi non riesce ad avere le risposte che si aspetta dal Ssn e frustrazione di quanti temono che le risposte economiche messe in campo dal governo non siano sufficienti. Ma se le proteste sono legittime, dice ancora Polito, violenza e aggressioni non lo sono “E, come il virus, merita di essere combattuto con la forza dello Stato, che deve saper proteggere i cittadini e anche quelli che protestano dai mestatori torbidi. (…) L’Italia sa stringersi attorno alle sue istituzioni, ma pretende di più. Il nostro, ha ragione il presidente Conte, è un grande Paese. Merita di essere trattato come tale”. Molto duro il direttore di Domani Stefano Feltri: “Non può essere questo governo a gestire la pandemia. Il continuo richiamo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla ‘responsabilità individuale’ si fonda su un presupposto: la fiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni che chiedono – o impongono – loro di cambiare stile di vita in nome di un interesse collettivo. Se questa fiducia viene meno, nessun Dpcm o stato di emergenza otterrà risultati”- E prosegue Feltri: "Il teorico della sovranità assoluta dello stato Thomas Hobbes, ammetteva un unico caso nel quale è legittimo ribellarsi al sovrano: quando questo non è in grado di raggiungere l’obiettivo minimo, cioè garantire incolumità fisica dei cittadini. Il Governo Conte non lo è”.
La seconda emergenza, quella economica, è al centro di una serie di commenti su diversi quotidiani. Giovanni Valotti ne scrive a pagina 34 del Corriere della Sera: “Pubblico e privato per la ripartenza”, mentre su La Repubblica Tito Boeri e Roberto Perotti sottolineano che il governo ha sbagliato a emanare il Dpcm senza contemporaneamente varare il Decreto Ristori, fondamentale per non commettere gli errori del passato, a cominciare dalle lentezze. Tommaso Di Francesco dalle colonne de il Manifesto afferma: “Mentre la pandemia rincrudisce, per il capitale, per le istituzioni finanziarie d’affari che lo rappresentano anche internazionalmente e per la Confindustria la sospensione del lavoro produttivo subalterno è un atto intollerabile. (…) Si rende evidente che il lavoro, il salario e le imprese sono sovvenzionate dallo Stato, mentre i profitti restano privati. Per il lavoro, è bene dirlo, il riavvio non c’è mai stato: durante il lockdown dei mesi scorsi hanno continuato a lavorare 16.218 milioni di persone, pari al 69% della popolazione attiva, mentre un abbondante 30% è rimasto a casa. Mentre dal 4 maggio lavorano ben 20,626 milioni di persone circa l’86% della popolazione attiva. Insomma si chiudono bar e ristoranti ma ci si dimentica di chi lavora in contro orario”. Con quale sicurezza si domanda l’autore? Ancora sulla seconda emergenza ma con un taglio particolare, quello di genere, intervengono Floriana Carniglia e Paola Profeta su Il sole 24 ore “Non ci sarà una vera ripartenza post Covid senza parità di genere” e la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra su il Fatto Quotidiano: “Recovery, il tempo delle donne”
Lavoro e sindacato
“No ai licenziamenti finché c’è crisi. I sindacati insistono con il Governo” è il titolo di un ampio articolo a firma Rosaria Amato a pag.6 de La Repubblica che sottolinea come Confindustria vuole il blocco dei licenziamenti solo per chi utilizza la Cassa Covid, mentre i sindacati lo chiedono incondizionato e la ministra Catalfo annuncia: pronti a finanziare altre 18 settimane di ammortizzatori. Al tema dei licenziamenti è dedicata l’apertura di Collettiva.it
Chi sopravvive al licenziamento
Non si rilancia un Paese senza o contro il lavoro
Vite in bilico
Occupazione fa rima con innovazione
La dignità non si licenzia
Sullo stesso tema anche Massimo Franchi su il Manifesto, il Sole 24 ore che sottolinea i costi della cassa integrazione e pubblica una intervista a Andrea Garnero, economista dell’Ocse che pone l’accento sul fatto che solo l’Italia ha il blocco generalizzato dei licenziamenti ed è in ritardo con le politiche attiva. Su il Messaggero trova spazio un trafiletto che da conto di un annuncio di Ursula von Dder Leyen: pronti i primi 10 miliardi del prestito Sur per l’Italia
Diversi gli articoli che illustrano il decreto Ristori che dovrebbe essere varato oggi. Ne parlano Enrico Marro, Lorenzo Salvia e Claudia Voltatorni sul Corriere della Sera; Carmine Fotina e Marco Mobili su il Sole 24 ore; Roberto Ciccarelli su il Manifesto., Simona Ciaramitaro su Collettiva.it
Due altre questioni trovano spazio, molto, nelle cronache di oggi: gli scontri durante le diverse manifestazioni da Torino a Milano passando per Napoli; e i racconti dei diversi disservizi legati all’emergenza sanitaria: file davanti ai pronto soccorso, insufficienza di medici e infermieri, difficoltà nell’effettuare i tamponi. E ancora le polemiche attorno alla scuola e alla chiusura di cinema e teatri gli altri due temi che meritano menzione.
L’agenda degli appuntamenti, Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.it.