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Segretario Ghiselli, oggi il presidente del Consiglio vi presenterà il calendario dei prossimi incontri sulle pensioni. Possiamo dire che si supera finalmente un blocco che resiste da anni e che si avvia il percorso che porterà al superamento della riforma Fornero?
Ieri il presidente del Consiglio ci ha confermato che il governo è disponibile ad avviare un confronto sulla modifica delle attuali normative previdenziali. E il governo è disposto a farlo partendo dagli argomenti contenuti nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl, Uil che ieri abbiamo portato di nuovo a Palazzo Chigi. Oggi avremo il calendario degli incontri di approfondimento. Per il governo alle prossime riunioni tecniche ci saranno il sottosegretario Garofoli, il consigliere Leonardi e i tre ministri competenti, quello de Lavoro, Andrea Orlando, dell’economia, Daniele Franco e Renato Brunetta, ministro della pubblica amministrazione.
Ieri, a conclusione dell’incontro con il governo, ha parlato il segretario generale Landini. Per quanto riguarda il merito del confronto e soprattutto le previsioni sullo sviluppo di questa trattativa che giudizio dà la Cgil in un momento in cui c’è anche chi chiede di confermare lo schema della riforma Fornero, l’ex presidente Inps, Mastrapasqua, per esempio?
Il nostro obiettivo è cambiare la legge Fornero e apprezziamo la disponibilità del presidente del consiglio Draghi di discuterne. Per noi è importante che si affrontino tutti i temi da noi proposti. Per il giudizio di merito dovremo ovviamente aspettare l’esito di questo negoziato. Ma intanto abbiamo voluto subito insistere sulla natura del confronto stesso: dovrà essere un confronto vero e non solo un’ennesima fase di ascolto, o peggio un passaggio predeterminato dagli accordi in sede politica, come è successo già sul fisco. Su questo Draghi ha chiarito che sulla previdenza quella che parte è una iniziativa decisa e promossa dal governo, su sollecitazione delle organizzazioni sindacali. Le forze politiche saranno quindi coinvolte a valle del confronto sindacale. Il nostro obiettivo è arrivare ad una intesa, se ci saranno le condizioni di merito, in uno scenario decisamente incerto anche considerando le prossime scadenze istituzionali.
Dunque disponibilità del governo a discutere delle pensioni future, ma nessun ascolto sulle richieste dei sindacati sulla Legge di Bilancio?
Sì, sui temi previdenziali che noi avevano posto al centro dell’attenzione del governo e della politica sulle scelte legate alla Legge di Bilancio continuiamo ad essere insoddisfatti. La manovra, come pare delinearsi, non ci piace e anche nella riunione di ieri siamo tornati a sollecitare gli interventi per ampliare le mansioni riconosciute gravose anche ai lavoratori precoci. Abbiamo anche sollecitato la riduzione a 30 anni dei contributi per accedere all’Ape sociale da parte dei lavoratori edili e degli agricoli. Un altro intervento che sollecitiamo è quello relativo all’accesso all’Ape sociale per i disoccupati di lunga durata. Naturalmente le questioni che non troveranno risposta nella legge di bilancio le riproporremo nel confronto generale, come la questione dell’insostenibile scalone e di Quota 102.
Nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl, Uil si disegna quella che potrebbe essere la previdenza futura dei prossimi anni. Possiamo sintetizzare in una battuta gli obiettivi principali del sindacato?
Mi auguro che ormai siano conosciuti. Ripeto velocemente le cose principali: flessibilità in uscita dopo 62 anni di età, o 41 di contributi, introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i più giovani e per tutti coloro che svolgono lavori precari e discontinui, riconoscimento della diversa gravosità dei lavori e quindi il superamento del modello uniforme di misurazione dell’aspettativa di vita, riconoscimento del lavoro di cura e delle condizioni di svantaggio delle donne, rilancio ed estensione della previdenza complementare, tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere.