Rete regionale per l'inclusione e la protezione sociale. Cgil-Cisl-Uil Toscana entrano a far parte del tavolo promosso dalla Regione (presentato stamani in conferenza stampa a Firenze) che vede la presenza anche di Anci, Alleanza regionale contro le povertà, Caritas e Zone sociosanitarie (Conferenze dei sindaci o Società della salute).
La nota di Giuliana Mesina (Cgil Toscana), Mauro Scotti (Cisl Toscana), Piero Rubbioli (Uil Toscana): “Da sindacati confederali, ci occupiamo di povertà, intesa come fenomeno multidimensionale, che coinvolge l'intera esistenza di una persona e non solo la dimensione lavorativa. Siamo convinti che questo tavolo, improntato alla massima sinergia fra i soggetti che a vario titolo si occupano di povertà, sia in grado di affrontare efficacemente la lotta a questo fenomeno, che riguarda 62.000 famiglie toscane e che non può essere risolto solo mediante il reperimento di un'occupazione lavorativa, sebbene questa resti una delle leve fondamentali per l'emancipazione dallo stato di deprivazione e bisogno".
"È importantissimo che ci sia una declinazione della Rete, anche a livello zonale, perché è sul territorio che le energie si attivano e che si può dar vita a quel welfare di comunità, cui il modello sociale toscano s'ispira: in tale ottica, auspichiamo anche la partecipazione delle associazioni datoriali, non solo del Terzo settore, che ci auguriamo in grado di praticare la responsabilità sociale d'impresa, come prevede la nostra Costituzione", continuano i tre dirigenti sindacali.
"Noi siamo pronti a fare la nostra parte, per salvaguardare e potenziare il modello di welfare toscano, importantissimo per chi ne usufruisce e per chi lo anima quotidianamente con la propria professionalità e il proprio lavoro: le recenti trasformazioni delle misure contro la povertà, per tale motivo, non devono disperdere il patrimonio di competenze e percorsi integrati che sono state messe in campo negli ultimi anni, valorizzando e potenziando la presa in carico, sia da parte dei servizi sociali sia da parte dei servizi di politiche attive del lavoro”, concludono i tre sindacalisti.