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“Quelli del giubbino giallo”, un libro che racconta tante storie attraverso il lavoro dei volontari e delle volontarie di Auser Gallarate, visti con gli occhi dei bambini che accompagnano. Sara Bordoni è l’autrice, responsabile dell’ufficio comunicazione dell’Associazione per l’invecchiamento attivo della Lombardia, che a Gallarate ci è nata, e ci racconta che il volume è frutto di un’attività di comunità alla quale hanno partecipato tutti, chi ha ideato il progetto e chi l’ha gestito: “Il risultato è uno strumento che vuole dire alle persone che non sono sole e fare da specchio, perché contiene storie di vita, tanto che ogni capitolo ha il nome di una persona e al suo interno si incontrano persone come se fosse un album fotografico, si può risuonare con loro e le loro vicende, facendo un viaggio nelle emozioni”.
Entrando nel merito, Bordoni ci racconta che il libro racconta l’esperienza nella gestione del servizio accompagnamento dei minori con disabilità che non è così comune. Auser infatti “opera già con i bambini, davanti alle scuole per l’attraversamento della strada, con l’iniziativa Pedibus, con la lettura ad alta voce per i bimbi da zero a sei anni, con i ‘nonni di comunità’ che tutelano i minori a rischio povertà educativa”, ma quello che viene riportato è un progetto che parte dall’analisi delle esigenze dei cittadini e che ha portato “a un servizio di accompagnamento a scuola di ben 40 ragazzi con disabilità, nei centri diurni, alle visite mediche e ogni qualvolta serva”.
“L’ascolto è da sempre una caratteristica di Auser, ma soprattutto nei casi di cui parlavo bisogna dare visibilità alle persone che hanno bisogno di sentire che sono viste, ascoltate, rappresentate, e di sentirsi finalmente parte di un gruppo di pari che non giudica e stigmatizza”, prosegue, aggiungendo e sottolineando che “purtroppo le disabilità, palesi e non, hanno ancora un portato di stigma molto forte e la società non è sempre pronta a dare tutti gli strumenti di cui le persone in difficoltà e i caregiver hanno bisogno”.
Perché i progetti come quello dei ‘giubbini gialli’ possano funzionare è necessario che ci sia una stretta collaborazione con il territorio e l’autrice del libro rende merito all’amministrazione comunale di essere stta molto collaborativa e di avere fornito risorse e presenza, “dando ascolto alle richieste delle famiglie e dei volontari e fornendo anche in comodato i mezzi necessari al trasporto e altri beni materiali. C’è stata una comunità che ha risposto, non succede sempre così, ma Auser cerca sempre di fare rete entrando in contatto in dialogo con la realtà esistente, le istituzioni, le scuole e altre associazioni. I nostri sono progetti pensati un’ottica culturale di rete. E’ una bella rivoluzione fare passare il messaggio che non ci occupiamo solamente di anziani ma anche di minori”.
E poi, quando i servizi arrivano sul territorio, i bisogni emergono, “quindi ci sono molte richieste da soddisfare nel miglior modo possibile. Da qui la nostra perenne ricerca di nuovi volontari, per dare risposte sicure e certezze. Se una signora deve essere accompagnata a una visita, cascasse il mondo, il volontario va. Vogliamo continuare così, quindi sono necessari volontari per assicurare i servizi gratuiti”.
In chiusura Bordoni ci fa sapere che le “belle illustrazioni contenute nel libro e la copertina sono state realizzate dai ragazzi dell’Istituto Falcone di Gallarate e questa condivisione rende prezioso un lavoro, che oltretutto permette di farci copiare”, di estendere anche ad altre realtà territoriali un’esperienza così ricca.