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Si fa presto a dire occupabile: secondo i criteri del governo Meloni Ida Friouchen certamente lo è, ha 58 anni, non ha figli minori né anziani o disabili a carico. Eppure è dal 2016 che cerca un’occupazione senza trovarla. Come lei tante e tanti, perché i criteri definiti per legge non hanno nulla a che vedere con la reale possibilità di trovare un lavoro con un salario dignitoso.
Lo spiega bene Ilaria Manti di Nonna Roma, l’associazione che si occupa di marginalità nella capitale e che già da mesi ha lanciato la campagna “Ci vuole un reddito”. “Il problema - dice - è che non c'entra niente la definizione di occupabilità con l'immissione nel mercato del lavoro. Basti pensare che buona parte dei percettori del Rdc un lavoro l’aveva, ma con salari talmente bassi da dar diritto al reddito”.
La storia di Ida
Quella di Ida Friouchen è una storia emblematica. È nata in Marocco ed è arrivata in Italia 40 anni fa, ha studiato si è laureata in psicologia e specializzata in psicologia infantile. La sua origine nord-africana certo non l’ha favorita, ma ha sempre lavorato forte della sua formazione: come mediatrice culturale, come psicologa, anche in una residenza per anziani nel centro della capitale. Manteneva se stessa e il figlio. Poi dopo la perdita del figlio si è ammalata e dopo quattro anni ha perso lavoro e casa. “Ho pagato l’affitto per ben 32 anni, era arrivato a 950 euro al mese, ma allora stavo bene e guadagnavo”.
Una vita diversa
All’improvviso cambia tutto. La perdita del figlio, poi una grave malattia invalidante, quindi lo sfratto. Racconta ancora Ida: “Vivo in una cameretta con uso della cucina e bagno in un palazzo occupato. Nel 2019 ero davvero in difficoltà e mi sono rivolta a Nonna Roma che mi ha dato pacchi alimentari. E siccome non mi piace star senza far nulla ho cominciato a fare la volontaria da loro”.
Certo la voglia di lavorare non le manca, ha mandato il suo curriculum a moltissimi datori di lavoro ma non è stata mai chiamata. Eppure sono centinaia di migliaia le posizioni scoperte e i datori di lavoro si lamentano di non trovare con chi coprirle, ma a Ida non è arrivata nessuna offerta di lavoro nonostante la sua specializzazione. Immaginiamo quante ne arrivano a chi magari può offrire solo il diploma di terza media
Che alternativa?
La domanda sorge spontanea ma la risposta di Ida è lapidaria: “Al momento nessuna. Da questo mese non mi arrivano più i 500 auro del reddito di cittadinanza e non so come fare a comprare le medicine”. Già, perché ogni giorno assume ben 13 farmaci, più della metà dell’assegno serve – meglio serviva - a comprare le medicine non a carico del servizio sanitario, ma per lei vitali.
E non serve nemmeno affermare che si sapeva dalla scorsa legge di bilancio e poi dal decreto lavoro del 1° maggio che da agosto l’erogazione del reddito sarebbe finita: i farmaci vanno assunti lo stesso. La sua storia è paradossale anche per un’altra ragione. Nel 2021 Ida si è rivolta a un Caf e, presentando tutte le certificazioni necessarie, ha inviato la domanda di riconoscimenti dell’invalidità civile. Sono passati quasi due anni e l’Inps ancora non ha fissato nemmeno l’appuntamento per la visita.
Il problema è la comunicazione?
Da un paio di giorni le televisioni trasmettono uno spot amichevole, fatto apposta per mitigare la fredda comunicazione dell’sms inviato dall’Inps. Si vuol suggerire l’idea che il Rdc verrà rimodulato e che ci saranno alternative. Sembra davvero una nuova beffa. “Il problema non è la comunicazione o l’sms", afferma Ilaria Manti: "Resta il fatto che 169 mila nuclei familiari sono senza sostegno al reddito".
L'esponente di Nonna Romacosì continua: "I programmi di formazione per gli occupabili che però hanno già perso il reddito, a oggi non sono ancora pronti e non si sa quando partiranno. Non solo, daranno diritto a un assegno di avviamento al lavoro ben al di sotto del Rdc medio. È stato detto che proprio le persone più in difficoltà verranno prese in carico dai servizi sociali, ma questa cosa è un altro boomerang, nasconde un enorme rischio bomba sociale che grava sui Comuni e sui servizi sociali, sovraccarichi e sottodimensionati”.
Contro i poveri, contro la povertà
L’idea dietro il Reddito di inclusione e poi il Rdc era di affrontare il tema della povertà e di come aiutare gli individui a emanciparsi, con il lavoro certo, ma non solo. Questo governo, invece, secondo l’esponente di Nonna Roma “sta facendo la guerra ai poveri, non alla povertà. Invece di pensare a percorsi di emancipazione dal bisogno, elargisce ad alcuni atti caritatevoli e gli altri si arrangeranno. Ovviamente questo andrà solo a favorire il lavoro nero e anche le criminalità organizzate. Sono i dati a dimostrarlo: il reddito di cittadinanza, permettendo alle persone di essere meno ricattabili, ha contrastato lavoro nero e mafie”.
Lontani dall’Europa
La verità è che con l’eliminazione del reddito di cittadinanza ci allontaniamo sempre più dagli altri Paesi europei e non solo. In tutti esistono strumenti di contrasto alla povertà e di inclusione sociale. In Italia, invece, si elimina ciò che c’è e si espande la logica dei bonus e delle una tantum come la carta acquisti di meloniana ideazione, poco più di 300 euro per acquistare generi alimentari decisi però dal governo. E ancora: no al salario minimo e sì alla precarizzazione ulteriore del lavoro. Avanti tutta verso il Medioevo!