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Soddisfazione dei sindacati piemontesi per la decisione della Giunta Regionale che “finalmente – si legge in una nota congiunta – ha deliberato il bonus di 600 euro per le persone che, nel periodo del lockdown, da marzo a maggio, non hanno lavorato e sono stati esclusi dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali e dalle varie indennità previste dai provvedimenti del Governo nazionale”.
“Si tratta – hanno spiegato Claudio Stacchini, Maria Teresa Cianciotta e Gianni Baratta, delle segreteria regionali di Cgil, Cisl e Uil – di una misura promessa già nel maggio scorso, all’interno del ‘Riparti Piemonte’, con la costituzione di un Fondo regionale di 10 milioni di euro destinati a questo scopo. Come organizzazioni sindacali abbiamo pressato la Regione per oltre 4 mesi per darne attuazione. Il primo bando, che ci auguriamo esca rapidamente, prevede che il bonus venga distribuito a quanti siano stati sospesi per cessata attività senza stipendio e senza cassa integrazione, nell’impossibilità di licenziarsi per accedere alla Naspi”.
Più precisamente, lavoratrici e lavoratori domestici conviventi al 23 febbraio del 2020; lavoratori e lavoratrici della ristorazione di imprese che hanno continuato a lavorare con riduzione di orario senza possibilità di utilizzo della cassa integrazione in aziende che hanno ridotto i pasti a causa dello smart working, senza ricorrere agli ammortizzatori sociali; lavoratrici e lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
“Le confederazioni hanno chiesto alla Regione un intervento capace di raggiungere e sostenere il reddito di tutte le lavoratrici e i lavoratori non coperti dalle varie misure nazionali, ma la Regione ha raccolto solo parzialmente le nostre richieste”.
Restano ancora esclusi i collaboratori autonomi occasionali non iscritti alla Gestione separata Inps, in quanto percettori di redditi inferiori ai 5 mila euro (spesso impiegati nei settori produttivi più colpiti dalla crisi come turismo, spettacolo, formazione e consulenza oppure come quelli del food delivery, considerati essenziali nei giorni più duri del lockdown). Esclusi dalle indennità covid, si trovano senza reddito e senza lavoro dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Così come non sono stati ancora considerati i tirocinanti che hanno visto interrotto il proprio contratto e la relativa indennità durante il lockdown.
“Abbiamo chiesto alla Regione – scrivono i sindacati – di attivare subito un secondo bando, destinando ad esso le risorse non impiegate nel bando precedente, integrate dalle risorse necessarie, per coprire anche questi lavoratori e per prevedere un analogo bonus anche a chi lavora negli appalti dei servizi scolastici ed educativi, della cultura e dei poli museali, dove per gli orari ridotti e per i bassi stipendi, hanno ricevuto integrazioni salariali davvero insufficienti a garantire una vita dignitosa. Con la pubblicazione del bando sarà possibile, compilando il modulo di richiesta allegato, inviare la domanda per ricevere il bonus. Invitiamo lavoratrici e lavoratori a rivolgersi ai delegati ed alle sedi di Cgil, Cisl e Uil per la compilazione e l’invio delle domande.