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La diretta della presentazione
Cura, benessere, diritti, cittadinanza, universalità, pubblico. Queste le parole chiave attorno le quali ruota il Documento della Cgil nazionale per un nuovo welfare, quello che crea futuro. Futuro per i singoli uomini e donne cittadini di questo Paese, futuro per la collettività. Per la Confederazione di Corso d’Italia: “è il momento di rilanciare e dare forza a una vertenza nazionale, da articolare in tutti i territori, per la difesa, il potenziamento e lo sviluppo della sanità pubblica e delle politiche sociali, a garanzia del diritto universale alla salute e a servizi e prestazioni sociali”.
L’articolo 32 della Costituzione afferma che è compito dello Stato garantire il benessere dei cittadini e delle cittadine, che non vuol dire assenza di malattie, il ben essere descritto dalla Carta è ben altra cosa. È garantire ai bimbi e alle bimbe l’accessibilità ai servizi per infanzia, dai nidi alle ludoteche, passando per le palestre e i luoghi dell’attività fisica. Significa far in modo che gli anziani, nella fase più delicata della vita, non siano soli. A dire il vero nessuno, a qualunque età, dovrebbe esser lasciato solo. Significa prevenire le malattie, curarle quando si affacciano nella vita delle persone nel modo più adeguato a prescindere se si vive al Nord o al Sud, nelle grandi città o in aree interne. Significa garantire agli operatori sociali e sanitari contratti stabili e dignitosi.
Il nuovo Welfare che crea futuro è quello che considera le risorse spese nei servizi come investimenti e non come costi da tagliare. Ed è quello, conseguentemente, che investe nel personale con un pluriennale e adeguato piano di assunzioni. Sempre per rimanere al dettato costituzionale, è quello che attraverso i servizi redistribuisce una quota della ricchezza prodotta dal Paese, dando sostanza al contempo all’articolo 3 che afferma: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
E ancora, è quello pubblico che prende il carico il cittadino e la cittadina assumendo la complessità dei suoi bisogni, siano essi di natura sanitaria o sociale, e trova le risposte più adeguata attraverso la rete dei servizi socio sanitari, perché la persona è una. È quello che considera la povertà non una colpa ma una condizione frutto di un sistema – lui sì malato – che produce diseguaglianze. Per contrastarla serve rafforzare il Reddito di cittadinanza e accompagnarlo con interventi sociali. Infine, è quello che ricostruisce la rete dei consultori pubblici per farli tornare ad essere i luoghi del ben essere delle donne; che potenzia la rete dei servizi di salute mentale e i dipartimenti per le dipendenze. È quello che riconosce la differenza di genere nei bisogni di salute e trova le risposte adeguate a cominciare da rendere un diritto per tutte il pieno funzionamento della legge 194.
Questo e molto altro nel Documento che la Cgil offre al confronto con le istituzioni e con chi per passione, interesse o professione riflette su come lo Stato deve ripensare una parte importante di sé stesso allargando il perimetro del pubblico.
L’avvio della discussione oggi 24 ottobre a partire dalle 10. I lavori saranno introdotti dalla segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi. Al dibattito prenderanno la parola: Rosy Bindi, presidente Associazione Salute Diritto Fondamentale e già ministra della Sanità e per le Politiche per la Famiglia; Massimiliano Fedriga, presidente Conferenza delle Regioni e Province autonome; Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams Cgil; Giulio Marcon, portavoce Sbilanciamoci; Ivan Pedretti, segretario generale Spi Cgil; Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil; Livia Turco, presidente Commissione Interventi sociali e politiche per la non autosufficienza e già ministra Solidarietà Sociale e della Salute. Le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Cgil Maurizio Landini.