Parola d’ordine: aggiornamento. La trasformazione in corso e lo shock della pandemia creano una nuova domanda di formazione dei professionisti della sanità. Uno dei primi scogli da superare riguarda il digital divide, sia dal punto di vista dei medici, sia da quello dei pazienti. Questo il tema della nuova puntata sul progetto Socioteclab lanciato nel 2021 dallo Spi Cgil che ha attivato una serie di collaborazioni con centri di studio d’eccellenza, a partire dalla prestigiosa Scuola Superiore Universitaria S’Anna di Pisa. La ricerca è stata avviata in piena pandemia. L’obiettivo più ravvicinato è la presentazione dei primi risultati previsto per la prossima primavera
Ma non si tratta solo di formazione continua. E’ necessario ridisegnare l’intero palinsesto di competenze. Fanno capolino nuovi profili professionali. Servono per esempio competenze da capacity building per guidare le organizzazioni e costruire dei nuovi modi di lavorare anche negli ospedali e nelle aziende sanitarie dove l’età media dei dirigenti apicali è ormai troppo alta (tra i 60 e i 63 anni)
Il processo di digitalizzazione implica anche un ripensamento dei modelli organizzativi e dei ruoli. Già oggi nuove professionalità stanno crescendo nel campo della telemedicina, della televisita, del teleconsulto.
Nei centri di ricerca coinvolti nel progetto nazionale dello Spi sono al lavoro giovani ricercatori che stanno mettendo a punto prototipi e modelli per migliorare la qualità della vita delle persone, soprattutto di quelle più fragili.
Nuovi specialisti cercasi
Il progetto Sociotechlab dello Spi Cgil: l'obiettivo è quello di contribuire ad un ripensamento generale dell'organizzazione e delle professioni della sanità. Impegnati centri di eccellenza della ricerca italiana. In primavera verranno presentati i risultati degli studi di un anno
4 febbraio 2022 • 06:07