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I pensionati vanno in piazza in Italia, nelle venti manifestazioni regionali indette dallo Spi Cgil contro la legge di bilancio del governo. Da Nord a Sud, abbiamo raccolto alcune le loro voci.
Flavio: “Sardegna ricca di risorse, ma in difficoltà”
Partiamo da una grande isola, la Sardegna, un patrimonio italiano che troppo spesso viene trascurato. Il territorio si mobilita con forza. Da qui ci parla Flavio Peppi, pensionato sardo, iscritto allo Spi regionale: “Abito a Cagliari – esordisce – ho fatto l’insegnante e il giornalista, poi sono andato in pensione. Il grave problema parte della legge di bilancio del governo: taglia il settore più delicato, la sanità, e va a colpire proprio noi, le persone che vivono della propria pensione. Inoltre non riduce le diseguaglianze, non mette mano alla precarietà del lavoro. Insomma, la manovra Meloni-Giorgetti è leggera e povera, non dà speranza a noi pensionati: il meccanismo di rivalutazione è stato perfino modificato in peggio. Non si aumenta il potere d’acquisto e non si pareggiano i divari territoriali”.
Quello che più colpisce è lo scenario della sanità, fondamentale per gli anziani ma anche per il resto della popolazione: “Non c’è assistenza adeguata, non c’è dignità per i medici e neanche per i pazienti. Il governo si è permesso di colpire la legge regionale, vietando l’utilizzo di medici in pensione che volevano dare il loro contributo. La situazione è grave in tutta Italia, ma in Sardegna è ancora peggiore. E la nostra regione – riflette – è ricca di risorse, dovremmo essere benestanti e invece siamo gli ultimi posti, con la sanità al collasso”.
Flavio Peppi sarà in piazza a Cagliari. “Il 29 ottobre ci troviamo alle 9.30 in piazza Garibaldi: è una grande protesta con molti interventi di pensionati da tutta la Sardegna. Ciascuno di noi racconterà il territorio e la propria situazione, chiedendo al governo di cambiare”.
Natino dalla Calabria: “Molti di noi non si curano più”
A portare la voce della Calabria è Natino Foti , dallo Spi Cgil di Crotone. “Sono molto critico sulla situazione in tutta Italia, in particolare qui in Calabria – inizia così –. Per questo la mobilitazione, che evidenziano alcuni punti forti: le pensioni, l’autonomia differenziata, i diritti”. Anche per lui c’è un punto che sta particolarmente a cuore, ovvero la sanità: “Qui si è tutto precarizzato: molti di noi non riescono a gestire più la propria salute, cioè non si curano più. Con queste politiche stanno penalizzando le fasce più deboli, la manovra del governo è solo una messinscena: fanno propaganda dicendo che i fondi per la sanità sono perfino aumentati, ma non dicono che il prezzo si è già mangiato tutto. C’è un attacco al servizio sanitario nazionale per favorire il settore privato”.
Appuntamento a Catanzaro , il 30 ottobre dalle 10:30 in piazza della Prefettura. “Manifestiamo per difendere concetti fondamentali che riguardano la comunità – spiega Natino – che toccano la vita quotidiana di tutti noi pensionati. Critichiamo il governo, ma anche l’amministrazione calabrese che non sa affrontare i problemi, come i debiti pregressi mai colmati. Se a questo aggiungiamo una politica che favorisce sempre i più ricchi, che ingrassa la sanità privata, il quadro è completo”.
“Andiamo in piazza con una presenza non solo simbolica, ma una mobilitazione forte, portiamo avanti le nostre lotte nel rispetto della democrazia e della civiltà. Le battaglie per i diritti – ricorda – le abbiamo vinte noi, quelli della nostra generazione”.
Alessandro dalla Lombardia: “Mutilati dalla perequazione”
“Le scelte che sta compiendo il governo sono contro i pensionati e quindi mi pare una cosa logica andare in piazza”. Così esordisce Alessandro Beltrami, dello Spi Cgil Lombardia, il quale poi ribadisce: “Siamo di fronte a scelte che alla lunga rischiano di pesare sul groppone di chi si è spaccato la schiena per 40-42 anni e ora si trova il potere d’acquisto della propria pensione mutilato dalla perequazione”.
Alessandro allarga il suo pensiero all’intero sistema previdenziale italiano perché, “se consideriamo che non si vogliono accogliere gli stranieri, che la natalità è sempre più in decrescita e che manca lavoro, il rischio è che questo sistema scoppi e chi dovrà andare in pensione si ritroverà con un assegno molto basso”.
“Il nostro Paese sta diventando sempre più anziano – prosegue – e c'è il rischio che tante contraddizioni vengono al pettine. Il sistema previdenziale è una delle nostre conquiste più importanti ed è per questo motivo, insieme all’impianto culturale che questo governo sta dando all’Italia, che è necessaria una mobilitazione convinta e bisogna portare in piazza più persone possibili perché il messaggio sia forte”.
Alessandro Beltrami conclude quindi con un invito a partecipare alla manifestazione di Milano in Piazza San Babila a partire dalle 9.30.