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L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che caratterizza tutto il mondo occidentale, sollecitando considerazioni di natura diversa, talvolta esaltanti (l’invecchiamento visto come conquista sociale), altre volte preoccupate (l’invecchiamento visto come limitazione delle potenzialità lavorative). Si tratta tuttavia di riflessioni parziali che si soffermano solo sul primo stadio degli effetti dell’invecchiamento, trascurandone altri, tutt’altro che secondari.
Non è un caso se da qualche tempo, insieme alla Green economy, si sente parlare di Silver economy (se il verde richiama il colore degli alberi, l’argento richiama la canizie degli anziani); entrambe, potrebbero fornire una spinta decisiva alla ripresa di un’economia in fase di stagnazione (sono, infatti, molti a parlare di stagnazione secolare). Vi sono infatti non pochi studiosi che vedono nella Green e nella Silver economy le forze per l’avvio di una nuova fase della nostra storia che, affrontando due problemi cruciali, darebbero anche nuovo vigore alla crescita dell’economia.
Due approcci
Rispetto a questo ragionamento si può adottare un approccio statico e uno più dinamico. Il primo fa riferimento al fatto che gli anziani già oggi contribuiscono alla formazione del Pil tramite la spesa per sostenere i propri consumi. Lo fanno in modo diverso dalle persone più giovani, innanzitutto perché alcuni bisogni assumono per loro un’importanza maggiore, infatti gli over 65: sono in larga misura proprietari della abitazione in cui vivono gran parte del loro tempo; sostengono maggiori spese per il funzionamento della casa oltre a quelle per l’alimentazione; spendono di più per la salute e l’assistenza.
Vi è inoltre una fascia - anche se più ristretta - di anziani ancora in buona salute e, spesso, anche con una buona dotazione di mezzi economici, che ama viaggiare, occuparsi di arte e di cultura, magari in stagioni diverse da quelle più congestionate. Attorno a queste esigenze si creano nuove opportunità produttive o semplicemente modi diversi di gestire attività tradizionali.
La cassaforte
Questo insieme di esigenze fa sì che una parte rilevante del Pil sia alimentato dagli anziani: alcune stime indicano che oltre il 25% dei consumi del paese è generato dalle spese degli over 65.
Ma il ragionamento è ancora più interessante se lo si guarda in termini più dinamici, perché l’allungamento della vita e, soprattutto, le esigenze che si formano man mano che l’età avanza, incrociandosi con l’innovazione, stimolano modi nuovi di affrontare antichi bisogni. Inoltre, poiché gli anziani di oggi anticipano i bisogni di quelli di domani, essi consentono di prevenire quelle che saranno le esigenze future, indirizzando in tal senso anche la ricerca.
In questo ambito la tecnologia assume un risvolto particolare perché, se in generale è vero che l’evoluzione tecnologica cambia per tutti il modo in cui si affrontano i bisogni, nel caso degli anziani si deve tener conto anche del diverso rapporto che questi hanno con l’innovazione; soprattutto, della maggiore difficoltà a adattarsi al cambiamento. Ciò spinge coloro che progettano i nuovi strumenti a tenere conto anche della capacità degli utenti di utilizzarli efficacemente: il tecnologo, il designer, il fisioterapista, il formatore sono coinvolti assieme nella progettazione e la stessa organizzazione dei servizi volti a soddisfare le esigenze degli anziani dovrà tenerne conto; ciò significa che potranno nascere nuove imprese ed anche nuove figure professionali che vanno adeguatamente formate.
Effetti a catena
In tal senso la Silver economy fornisce stimoli all’economia favorendo la produzione oggi, ma anche la ricerca e la formazione per garantire le produzioni di domani.
In sintesi, il ragionamento che sta dietro la Silver economy è molto semplice e parte dall’idea che sono i bisogni a fornire stimoli alla produzione, la quale si adatta alle (talvolta previene le) esigenze delle persone. Gli anziani esprimono una domanda particolare di beni e servizi legata ai propri specifici bisogni; il crescente invecchiamento della popolazione fa sì che questa domanda assuma - anche in prospettiva - una magnitudo tale da creare le condizioni per la produzione di massa dei beni necessari a soddisfarla.
Quindi in una fase come quella che stiamo vivendo, in cui tende a prevalere una diffusa pigrizia a investire, spingere affinché ricerca e nuovi investimenti si dirigano per affrontare le necessità poste da una popolazione che invecchia - e che anticipa i bisogni che le generazioni future si troveranno ad affrontare - fornisce linfa vitale all’intera economia.
A misura di anziano
La tecnologia al servizio dei bisogni della persona anziana, dunque, come risposta ai bisogni e stimolo alla crescita economica. Partendo da questo assunto lo Spi Cgil ha avviato un importante laboratorio di ricerca (il progetto Sociotechlab) che da un lato, attraverso il coinvolgimento di tutte le regioni, osserverà i bisogni legati in particolar modo alle necessità sanitarie della persona anziana residente nelle aree interne del paese, e dall’altro, avendo costituito un prestigioso comitato tecnico scientifico che nell’ottica della multidisciplinarietà vede la collaborazione di docenti universitari con competenze giuridiche, sanitarie, economiche, sociologiche e tecnologiche, proverà a dare risposte a quei bisogni in termini di nuove pratiche e competenze sindacali.
Si cercherà anche, dopo una fase di analisi del bisogno, di avviare in alcuni territori oltre a nuove modalità di contrattazione anche la sperimentazione dell’utilizzo di nuovi manufatti tecnologici. In questa fase un importante contributo verrà dalla presenza nel Cts dell’Istituto Italiano di Tecnologia.
In questo senso, dunque, i bisogni della persona anziana saranno la spinta alla creazione di nuove professionalità e allo stimolo alla produzione di beni e servizi atti a soddisfarli. Proveremo così a contribuire, come organizzazione sindacale che la rappresenta, al miglioramento della condizione della persona anziana e nel contempo alla creazione di nuova occupazione per i giovani. Un patto intergenerazionale innovativo.
Stefano Casini Benvenuti è il Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico del progetto Sociotechlab
Susanna Felicetti è la Coordinatrice Politica dello Spi Cgil nazionale