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L’appuntamento è per giovedì 2 ottobre. La Camera dei deputati, che il primo ottobre ha discusso la legge finanziaria e i relativi emendamenti, affronterà nel pomeriggio di domani la discussione su una mozione presentata dall’opposizione a proposito di lotta alla povertà. Nel testo (vedi l’area download) firmato tra gli altri da Livia Turco, Letta, Soro, Sereni, Bressa, Giachetti, Quartiani, Argentin, Binetti, Bossa, Bucchino, si prende atto del fatto incontrovertibile che le diseguaglianze continuano a crescere nel nostro paese. “Tra i paesi dell'Europa dei quindici – dice la mozione - la situazione italiana è tra le peggiori, insieme a quella degli altri grandi Paesi mediterranei, con un livello di disuguaglianza più elevato e una situazione di gravità della povertà più marcata. In Italia, secondo l'Istat, le famiglie povere sono 2 milioni 623 mila, mentre gli individui poveri sono 7 milioni 537 mila”.
E tutto fa pensare che le cose peggioreranno nei prossimi mesi con l’impatto di una crisi che si può trasformare in recessione e depressione. Già oggi il rapporto fra la quota di reddito totale percepito dal 20 per cento più ricco della popolazione e quella del 20 per cento più povero è superiore alla media europea, con un valore di 5 e mezzo che, tra i paesi dell'Europa dei quindici, è più basso solo di quello di Grecia e Portogallo. In Danimarca è meno di 3 e mezzo; non c’è nemmeno bisogno di ricordare che la situazione è particolarmente critica nelle regioni meridionali e tra alcune fasce di popolazione. La povertà non aggredisce però solo gli anziani soli o le donne con figli a carico e magari senza marito o divorziate, ma anche i minori e i giovani. “In Italia, a differenza del resto dell'Europa, la povertà riguarda in modo particolare i minori. Secondo l'Istat, gli individui con meno di 18 anni che vivono in famiglie relativamente povere sono 1 milione e 728 mila (il 17,1 per cento). Il 72 per cento dei minori poveri vive nel Mezzogiorno, dove risiede “solamente” il 40 per cento del totale dei minori; al contrario, nel Nord, dove risiede il 42 per cento dei minori, vive appena il 16,5 per cento dei minori poveri. Particolarmente critica, e in peggioramento nel corso degli anni, è la situazione delle famiglie con 3 o più minori, che sono povere nel 30,2 per cento dei casi, mentre la povertà femminile si concentra tra le madri sole e le donne anziane sole.
Impressionanti i dati ufficiali sulla povertà under 34: 1 milione 546 mila giovani tra i 18 e i 34 anni sono poveri. In particolare, è povero il 13,1 per cento dei giovani che vivono come figli nella famiglia di origine, ma tale quota aumenta al 22,6 per cento se i figli sono tre o più. È povero il 12,3 per cento dei giovani, persona di riferimento della famiglia o coniuge, ma si arriva al 50,9 per cento se vive in coppia con tre o più figli. Il quadro appare particolarmente critico se si considera che, secondo l'Istat, alla fine del 2006, poco più di 1 milione di famiglie dichiara di non aver avuto denaro per comprare il cibo, quasi 2 milioni e mezzo per pagare spese mediche, l milione e 700 mila per il trasporto, 2 milioni e 800 mila per le tasse e 4 milioni per l'acquisto di vestiti. Inoltre, quasi 3 milioni e mezzo di famiglie riferiscono di arrivare con molta difficoltà a fine mese, 6 milioni e 800 mila famiglie non riescono a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro con risorse proprie o della rete familiare.
Se questo è il quadro a tinte fosche dell’Italia di oggi, è chiaro che bisogna dare una svolta radicale alle politiche. La mozione ha intenzione quindi di impegnare il governo affinché si adottino tutte le misure atte a prevenire le condizioni di povertà, assumendo come riferimento l'Agenda sociale europea. Quattro gli obiettivi principali: a) creare una strategia integrata che garantisca un'interazione positiva delle politiche economiche, sociali e dell'occupazione; b) promuovere la qualità dell'occupazione, della politica sociale e delle relazioni industriali, consentendo, quindi, il miglioramento del capitale umano e sociale; c) adeguare i sistemi di protezione sociale alle esigenze attuali, basandosi sulla solidarietà e potenziandone il ruolo di fattore produttivo; d) tenere conto del “costo dell'assenza di politiche sociali”; a prevenire e combattere tutte le forme di povertà, incidendo su alcuni aspetti strutturali del nostro Paese, attraverso la buona e piena occupazione femminile, l'adozione di misure fiscali e monetarie a sostegno dei figli, l'elaborazione di politiche di conciliazione tra lavoro nel mercato e responsabilità di cura per donne e uomini.
Si parla anche della necessità ormai non più rinviabile di arrivare alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (lep), così come previsti all'articolo 22 della legge quadro n. 328 del 2000 e dall'articolo 117, secondo comma 2, lettera m, della Costituzione. L’altra misura proposta è la revisione del vincolo di tale reddito di “solidarietà attiva” o “reddito minimo d'inserimento”. Si tratta di dare un reddito di inserimento appunto che aiuti nei percosi di ucita dalle situazioni di povertà e marginalità. Vedremo domani come l’aula di Montecitorio recipirà la mozione. Intanto la maggioranza ha presentato una sua contromozione, come da prassi parlamentare.