La non autosufficienza indica la condizione in cui un individuo mostra di avere gravi difficoltà a interagire con il proprio ambiente a causa della perdita permanente, parziale o totale delle capacità fisiche, sensoriali, psichiche, relazionali e/o cognitive necessarie a svolgere autonomamente le azioni essenziali nella vita quotidiana. Le persone non autosufficienti necessitano quindi di sostegno materiale e psicologico in modo continuato (nota 1). 

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, le categorie per definire una persona non autosufficiente riguardano l’incapacità di provvedere autonomamente:
- al governo della casa, all’approvvigionamento e alla predisposizione dei pasti;
- alla cura di sé e ad alimentarsi;
- alle funzioni della vita quotidiana e alle relazioni esterne, presenza di problemi di mobilità, instabilità clinica.
La condizione di non autosufficienza non deve essere confusa con quella di disabilità, che invece è intesa come handicap o menomazione della capacità di agire, che può riguardare una funziona psicologica, fisiologica o anatomica e comunque arrivare a incidere sulla possibilità della persona di partecipare alla vita sociale. Pur essendo possibile che un disabile sia anche non autosufficiente, è importante tenere queste due condizioni separate, perché riconosciute legalmente in modo differente. 

In Italia il sistema di welfare interviene a supporto delle persone non autosufficienti a cui sia stata accertata questa condizione prevalentemente attraverso due tipologie di sostegno:
- prestazioni economiche: l’indennità di accompagnamento erogata dall’Inps;
- servizi residenziali e domiciliari: l’assistenza sociosanitaria e le prestazioni socio assistenziali erogate da Regioni e Comuni.

Malgrado l'identificazione della condizione di non autosufficienza e la conseguente presa in carico sociosanitaria siano riconosciute come diritto universale, i criteri secondo i quali tale condizione viene valutata (nota 2) sono diversi e cambiano a seconda dei livelli di gravità, di reddito e di condizioni sociali, e ovviamente in relazione all'entità delle risorse a disposizione del Fondo nazionale (nota 3) e del Fondo regionale per la non autosufficienza. In questo modo si determinano variazioni nelle tempistiche e nell’entità delle agevolazioni economiche o della loro gratuità. 
Le innovazioni apportate dalle nuove tecnologie e dalle nuove organizzazioni socio-sanitarie sul territorio assumono una fondamentale importanza in quanto forniscono servizi specifici e innovativi per la non autosufficienza.  

NOTE
1. Le persone non autosufficienti in Italia sono oggi 2,9 milioni, l’81% delle quali sono anziani. L’innalzamento delle aspettative di vita e i trend sull’andamento demografico della popolazione portano a prevedere che tale numero crescerà esponenzialmente arrivando a sfiorare i 5 milioni di persone nel 2030 (secondo le stime del Pnrr).
2. La valutazione del livello di non autosufficienza del soggetto richiedente viene analizzata da una equipe multidisciplinare, l’Unità di valutazione multidisciplinare, in base a tre fattori: 1) la condizione cognitivo-comportamentale; 2) la condizione clinico-funzionale; 3) la condizione socio-ambientale.
3. Pur essendo stato istituito nel 2006 il Fondo nazionale per la non autosufficienza e essendo stato elaborato un Piano nazionale della non autosufficienza (2018-2021), l’Italia rispetto ad altri Paesi europei mostra un ritardo nel riformare il sistema dei servizi pubblici per le persone anziane non autosufficienti.