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La scienza ci mette nella condizione di fornire risposte sempre migliori alle esigenze della nostra vita, trovando soluzioni nuove a problemi spesso antichi, assecondando - e talvolta alimentando - nuovi bisogni. Tra i tanti problemi affrontati nel corso degli anni un’attenzione particolare hanno ricevuto quelli connessi con la cura della salute: basti pensare a come oggi sono curate certe malattie rispetto solo a un secolo fa; a quanto si è allungata la speranza di vita; o a come si è stati in grado di affrontare il virus da Covid 19 con la creazione di un vaccino in tempi straordinariamente rapidi.
Gli anziani sono tra i protagonisti di questa positiva evoluzione: molte delle loro domande hanno infatti offerto alla scienza opportunità di studio, indirizzando su di esse la ricerca; d’altra parte, prolungare la vita è un’esigenza fondamentale dell’umanità e prolungarla in buona salute lo è ancora di più. Col prolungamento della vita delle persone, però, cambia la struttura stessa della popolazione e quindi cambia la composizione della domanda di beni e servizi espressa dalla collettività; nascono così nuovi impulsi per l’economia che coinvolgono molti settori, fornendo interessanti opportunità all’occupazione.
La ricerca riceve continui stimoli da questa domanda nel tentativo di trovare risposte via via più confacenti anche a bisogni tradizionali (fare la spesa, richiedere un certificato anagrafico o una ricetta medica, comunicare con amici e familiari, (…), sfruttando oggi le opportunità offerte dalla digitalizzazione. In tale ambito sono già molti gli strumenti che la scienza ha messo a disposizione per rendere migliore e, soprattutto, più sicura la vita degli anziani. Vi sono oramai anche evidenze scientifiche che lo confermano: si possono rendere più sicuri e monitorati gli ambienti di vita, si possono seguire con continuità le condizioni salute, con particolare riferimento alle malattie croniche. Vi sono interessanti novità nella stessa progettazione degli edifici, con abitazioni sempre più funzionali e tecnologicamente avanzate, che sono -e saranno sempre più- in grado di offrire maggiore comodità e assistenza all’interno delle mura domestiche.
Un tratto comune di molte delle nuove tecnologie è quello di ridurre la necessità di spostarsi fisicamente per raggiungere i luoghi in cui i servizi sono erogati. Poiché per l’anziano le difficoltà di spostamento sono maggiori (specie quando vive nelle aree interne o nelle periferie delle grandi città), è evidente che potenzialmente sono molti i vantaggi che gli anziani possono trarre da questa nuova frontiera. Liberare il tempo dedicato agli spostamenti è un indubbio vantaggio perché il tempo necessario per accedere ai beni e servizi è -salvo eccezioni- tempo perso e lo spostamento è in genere anche costoso. Tuttavia, mentre per chi di tempo ne ha poco, liberarne una parte consente di dedicarlo a cose più utili o piacevoli, per chi invece ne ha già molto significa pensare a come riempirlo, dal momento che invecchiando i rapporti sociali già di per sé si rarefanno. L’innovazione tecnologica deve quindi adoperarsi anche in questo ambito, stimolando gli interessi e la curiosità delle persone, fornendo soluzioni da remoto laddove i rapporti diretti sono più difficoltosi, occupandosi quindi anche del tempo libero.
Su questo fronte le nuove tecnologie sono e saranno di fondamentale importanza e utilità per le persone anziane, ma è assolutamente necessario pensare a nuove frontiere anche sul fronte dell’innovazione sociale perché non tutto può essere sviluppato in un rapporto che lasci l’anziano solo di fronte alla tecnologia. Sono molte le esigenze che richiedono un rapporto di vicinanza con altre persone per cui è evidente che il ruolo del volontariato, del terzo settore, sarà vieppiù importante nel prossimo futuro. Ma è importante anche pensare a come riorganizzare i luoghi pubblici affinché siano più idonei a favorire i contatti tra le persone. Insomma, l’innovazione non può essere solo un fatto tecnologico, ma deve essere accompagnata da cambiamenti nell’organizzazione dei servizi, nelle caratteristiche degli ambienti di vita per evitare che la maggiore capacità che la tecnologia offre non costringa le persone - e in particolar modo gli anziani - ad un maggiore isolamento.
Non è un caso che il progetto dello Spi, SocioTechLab, parli d'innovazione sociale per anziani. Da un lato prendendo in rassegna le tecnologie già oggi esistenti per far fronte alle esigenze degli anziani mostrando anche le prove scientifiche della loro validità, dall’altro dando indicazioni sulla possibile evoluzione futura. Per il sindacato dei pensionati e delle pensionate della CGIL l’obiettivo è quello di tutelarne i diritti provando allo stesso tempo a favorirne la miglior qualità di vita possibile. Invecchiare in buona salute, fisica e mentale, rimanendo soggetti utili alla società e finanche impulso all’economia, alla ricerca e all’innovazione tecnologica, alla creazione di nuove professionalità. Un esercito di persone anziane, certamente, ma non per questo peso per la comunità.
Stefano Casini Benvenuti è il Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico del progetto Sociotechlab
Susanna Felicetti è la Coordinatrice Politica dello Spi Cgil nazionale