L'arrampicata è una metafora della vita. Per praticarla è necessario afferrare una presa dopo l'altra, valutare con attenzione, scegliere una via e utilizzare tutte le risorse a propria disposizione. Da anni gli psicologi dell'associazione La Tenda utilizzano questo sport come strumento terapeutico nel trattamento delle tossicodipendenze.

Esperienza unica in Italia, tra le poche in Europa, il progetto “InEquilibrio” utilizza la climbing therapy con gli utenti della comunità semiresidenziale. Tra gli obiettivi quello di sensibilizzare i giovani ai rischi delle dipendenze. Lo scopo è perseguito attraverso iniziative di prevenzione nelle scuole e in altri contesti sociali, favorendo la socializzazione degli utenti e promuovendo stili di vita positivi attraverso lo sport.

Marco Bruci, responsabile del progetto, sottolinea come arrampicare tutti insieme, ognuno con le proprie risorse, faccia sì che non ci sia differenza tra arrampicatori esterni e utenti della comunità, offrendo la possibilità di far incontrare umanità diverse, di lavorare sullo stigma, sulla riabilitazione sociale.

Dell'arrampicata viene depotenziato l'aspetto sportivo, utilizzandola come esperienza per entrare in contatto con se stessi a livello corporeo, psicologico, emotivo e razionale. Non si presta attenzione al risultato o alla competizione, ma ai processi insiti nell'arrampicare, a quello che accade al corpo, alle emozioni, ai processi mentali di chi sta scalando e di chi assicura la scalata. Questa situazione consente un intenso e rapido contatto con i propri stati emotivi, mentali e con l'altro.

La storia dell'associazione La Tenda affonda le proprie radici nelle manifestazioni del 1984 che videro le madri del Tiburtino III scendere in strada per esprimere il disagio dovuto alla diffusione dell'eroina nella borgata. A loro venne concessa una tenda dove incontrarsi e affrontare collettivamente il problema.

Nel tempo, attraverso un lavoro di rete che coinvolge altre associazioni di privato sociale e liberi cittadini, La Tenda si è impegnata a offrire supporto alle criticità e fragilità del proprio quartiere. Da anni l’associazione ha installato una parete di arrampicata sulla facciata della propria sede di via del Frantoio 58.