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Che cosa è e come funziona lo IoT? Per IoT (acronimo di Internet of Things, in italiano Internet delle cose) si intende la tecnologia capace di collegare tra loro, attraverso la rete, tutti gli oggetti tecnologici (dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, macchine e attrezzature e anche opere e beni) presenti nei luoghi concreti che abitiamo nella nostra quotidianità. Una volta connessi tra di loro questi oggetti, si possono attivare, identificare, localizzare, scambiare ed elaborare dati e possono creare, nel loro insieme, un sistema capace di migliorare le prestazioni organizzative delle loro funzionalità. In sintesi, l’IoT si basa sulla presenza di oggetti “intelligenti” tra loro interconnessi in modo che possano scambiarsi le informazioni raccolte ed elaborate.
Affinché ciò possa avvenire, questi oggetti devono: 1) avere al loro interno sensori e dispositivi di elaborazione capaci di metterli in comunicazione tra loro, 2) essere connessi alla rete e a piattaforme sulle quali i dati possono essere archiviati e analizzati. La disponibilità di connessioni internet sempre più veloci, di piattaforme cloud di tecnologie WiFi (Il Cloud computing, in italiano “nuvola informatica”, è un termine con cui si fa riferimento alla possibilità di archiviare i dati in rete invece che solo nelle memorie delle apparecchiature tecnologiche. Il termine WiFi fa riferimento alla connessione senza fili) sempre più avanzate ed economicamente accessibili ha facilitato e velocizzato la diffusione e l’adozione dell’IoT nella vita quotidiana delle persone, nel mondo delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.
Ambiti di applicazione
Il coordinamento e lo scambio di dati che permette agli oggetti di coordinarsi tra loro, e quindi di diventare “smart” (intelligenti in italiano), si è espanso esponenzialmente negli ultimi anni acquisendo un ruolo centrale nello sviluppo digitale in molteplici ambiti applicativi come, per citarne alcuni, quello della casa (la domotica), quello automobilistico e dei trasporti, quello urbano, quello relativo al monitoraggio dei consumi, della videosorveglianza, quello industriale e agricolo e, non ultimo, quello sanitario. L’introduzione di oggetti IoT in ambito sanitario, detto Internet of Medical Things (IoMT), fa riferimento a tutti quei dispositivi tecnologici collegati a una struttura o a un operatore capaci di generare, raccogliere, analizzare e trasmettere dati al fine di rendere maggiormente efficiente il sistema dei servizi per i pazienti, per gli operatori e per le strutture.
Esistono oggi tre categorie di dispositivi IoT utilizzati in ambito medico. Seguendo una tendenza che caratterizza tutto il mondo dell’Internet delle Cose, anche quello dell’IoMT è in grande evoluzione. Un settore nel quale i produttori tecnologici, così come i gestori sanitari stanno investendo molto e che secondo alcune previsioni, è destinato a raggiungere i 332,6 miliardi di dollari nel 2027 (dati Allied Market Research).
Dispositivi in-body: possono essere indossati (braccialetti, collane ecc.), inseriti negli indumenti dei pazienti (SmartTag, Ovvero etichette contenenti chip che possono essere inserite negli indumenti) o impiantati (pompe infusionali, pacemaker cardiaci, sistemi di neuro stimolazione, monitor del glucosio ecc.); sistemi che integrano biosensori capaci di monitorare i dati fisiologici (come pressione sanguigna, battito cardiaco, temperatura, glucosio, ossigeno) che sono in grado di comunicare da remoto con le strutture sanitarie e gli operatori. Rientrano in questa categoria anche quei dispositivi come gli smartwatch oramai utilizzati da molti anche durante l’attività fisica.
Dispositivi in-home: strumenti per il monitoraggio dei pazienti dimessi che permettono il loro controllo nel decorso post-ospedaliero a casa.
Dispositivi in-clinic: utilizzati nelle strutture sanitarie per monitorare i pazienti (ne sono un esempio i cosiddetti letti intelligenti), per gestire le cartelle cliniche e per migliorare le procedure amministrative della struttura.
Si tratta di strumenti che comportano benefici sia pratici sia organizzativi in particolare per la popolazione anziana, destinata a crescere nel prossimo futuro, che potendo tracciare i propri dati biometrici è maggiormente in grado di monitorare il proprio stato di salute e intervenire su eventuali comportamenti malsani.
L’utilizzo dell’IoT comporta una serie di criticità, principalmente legate alla gestione dei dati degli utenti e al fatto che, in particolare nel settore sanitario, questi dati sono particolarmente sensibili. Le principali controversie riguardano infatti la sicurezza, la privacy e la capacità degli oggetti intelligenti d'influenzare le nostre decisioni e in tal modo l’agire umano e la sua autonomia. Collegando gli oggetti che ci circondano ognuno di noi fornisce dati su sé stesso, sulle sue abitudini, sui propri consumi, sul proprio stato di salute, sui propri gusti e sugli itinerari che percorre quotidianamente. Tutti gli ambiti della nostra vita sono in questo modo tracciati e ciò ha ovviamente una serie di controindicazioni legate al fatto che i sistemi di tipo centralizzato che coordinano lo scambio d'informazioni e dati sono vulnerabili e manipolabili. Per questo governi e aziende stanno lavorando a sistemi di regolamentazione capaci di tutelare la privacy dei cittadini e alla creazione di dispositivi smart meno esposti a errore o ad attacchi informatici.